Capitolo 27

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Il Passato

Paul’s pov

Finalmente ero riuscito a ricambiare quel bacio, si ,ora cerca di aprire gli occhi, si , ci sono riuscito -Paul- mi gridò lei e avvinghiò le braccia al mio collo- piccola,-due lacrime le solcarono il volto , io gliele asciugai, si potevo muovermi – Finalmente ti sei svegliato – dissero i genitori di Beatriçe – vado a chiamare il dottore , di turno- disse il padre –sei magrissima- dissi a Bea  squadrandola dalla testa ai piedi, era proprio come me l’immaginavo, viso solcato dalle occhiaie occhi gonfi e stanchi, colorito pallido ed era visibilmente più magra- sono stata notte e giorno con, non volevo lasciarti- - sei dolce- le posai un bacio sulla guancia – ti sei svegliato in tempo per festeggiare con noi il giorno del ringraziamento- - sono stato fortunato- risposi –l’infermiera e il dottore comparino sulla soglia – ben risvegliato signor Paul- disse l’infermiera , - grazie – risposi, sono stato veramente fortunato, potevo non risvegliarmi più, forse me la meritavo come punizione, ma Dio mi ha dato un’ altra chance per rimediare quello che ho fatto, - come si sente?- mi chiese il dottore – un po’ strano- -è normale è stato in coma per un mese, ora l’infermiera le porterà degli antidolorifici da prendere dopo mangiato, e se c’è la fa si può anche alzare  -ok- -per qualunque cosa mi chiami e se domani sera sarà in buone condizioni la dimetteremo- -va bene, la ringrazio -il dottore e l’infermiera uscirono e i genitori di Beatriçe , uscirono con loro –mi sei mancata- le confessai  -anche tu- - ti ho sentito , mentre parlavi e mi sussurravi tutte quelle cose- - allora eri sveglio? No, volevo svegliarmi ma le mani , le braccia , gli occhi e le gambe , non rispondevano ai mie comandi- - ah, cosa pensavi quando hai sentito quelle parole?- - mi chiese curiosa- bhe, un giorno te lo spiegherò - - ti accontento solo perché ti sei svegliato se no ,stanne certo che ti avrei torturato- disse lei ridendo, con quella sua meravigliosa risata , era da tanto che non la sentivo ridere e mi rattristavo di più perché la causa ero stato io. –grazie- le sussurrai vicino al suo orecchio, - e di cosa?- chiese lei – di essermi stata tutti i giorni accanto, anche se non  ne eri obbligata , dopo come ti ho trattata, se vuoi va pure da John, il nostro finto fidanzamento può finire, se tu lo ami va da lui, non pretendo che tu rimanga con un bastardo come me- a interrompere la nostra  conversazione l’infermiera che entrò e poso sul comodino u bicchiere d’acqua di vetro e delle pastiglie- mi raccomando, ne prenda uno dopo i pasti-  -grazie , tante, lo farò- uscì , intanto i suoi genitori parlavano ancora con il dottore- tu come sai di John?- chiese perplessa , -ho sentito anche questo- non rispose , rimase in silenzio a guardare il vuoto- se non sei felice , vai , sono un mostro non sono sicuro di poterti dare tutto l’amore che ti darà lui- nel frattempo i genitori entrarono di nuovo nella stanza , sul volto di Bea era tornata un ‘espressione triste, sembrasse scoppiare a piangere da un  momento all’altro e ancora una volta la causa ero io, dovevo morire, non l’avrei fatta soffrire .- dai su mangiamo- incitò la signora Evelin –te la senti di alzarti ?-  chiese il signor James -ancora no, ho paura che le gambe  mi cedano - - non ti preoccupare , ti rimetterai presto, ci ha assicurato anche il dottore – m’incitò – tu bea vuoi mangiare?, mi sembri triste- - si, cioè no- - abbiamo capito che sei confusa però ora non hai più scuse per non mangiare – disse suo padre, La signora James intanto preparava i piatti poi me lo porse – ti vuoi seder sul letto accanto a me ?- chiesi a Bea , ancora una volta non rispose si limitò a fare un segno d’indecisione con le spalle , mi scansai e anche se non aveva risposto gli feci un po’ di spazio sul letto, lei si alzò e andò a prendere il suo piatto e poi si sedette accanto a me ,mi avvicinai con la testa e gli lasciai un bacetto sul naso – ad una condizione – disse lei , il suo viso ora lasciava trapelare un leggero sorriso , un sorriso semplice- spara- dissi io  curioso di sapere qual’era questa condizione –dovrai farti imboccare da me- tutti scoppiammo a ridere  come dei matti – accetto, così non dovrò sforzarmi- mi fece l’occhiolino e poi prese la forchetta e tagliò un pezzo di tacchino- apri la boccuccia che sta arrivando l’aereo – disse cantilenando ,come un cretino lo feci e rimasi tre ore con la bocca aperta solo che l’aereo non atterrò mai nella mia bocca perché se lo mangiò lei, scoppiai a ridere e come un bambino piccolo misi il broncio- stavolta se fai il bravo ti prometto che arriverà, apri grande che arriva il trenino ciuf ciuf- inizò a muovere la forchetta e poi m’imboccò , il pranzo andò avanti così u boccone lei ed un boccone io , stranamente mi sentivo felice, completo, però di una cosa ero certo non volevo farla più soffrire , aveva sofferto già abbastanza per colpa mia.- bene chi vuole il dolce ?- chiese la signora James –io c’è l’ho accanto- risposi prontamente –io nemmeno rispose Beatriçe , come ha già spiegato lui c’è l’ho accanto- i suoi genitori ci fulminarono con gli occhi- non intendiamo far quella cosa- rispondemmo  all’unisono – e poi io non so se riesco a farlo ancora bene – aggiunsi, mi beccai una bella gomitata da Bea – Paul – mi rimproverò , però poi tutti scoppiammo a ridere, - vi lasciamo un po’ soli- disse Evelin - immagino , che abbiate tante cose da dirvi, noi andiamo a vedere la parata, se avete bisogno chiamateci-uscirono , facendo piombare la stanza nel silenzio.

Beatriçe’s pov

Mi sentivo felice, completa, si esatto completa, il mio cuore faceva i giochi d’artificio e la mie farfalle ballavano la danza della felicità. Il problema era John, Paul aveva sentito tutto, ma io non ero innamorata di John, mi piaceva soltanto come amico e poi perché aveva detto che non mi avrebbe potuto dare l’amore di cui ho bisogno?-dobbiamo parlare- disse in tono serio – prima però voglio che mi coccoli un po’- dissi facendo la faccia da cucciolo- - ti accontento perché sono buono- ci distendemmo abbracciati sul letto , appoggiai il viso contro il suo petto  e lui poggiò il mento sulla mia testa e iniziò da accarezzarmi i capelli - perché ti sei messa il mio profumo?- mi chiese , ero stata colta  con le mani nel sacco – perché mi mancava sentire il tuo profumo, mi mancavi tu- - comunque se stata brava a mantenere la promessa – mi diede tanti piccoli bacetti sulla nuca – grazie, ricorda quando prometto una cosa la mantengo- - mi piaceva quella frase che mi hai detto quella che faceva “ i need your love”- - abbiamo gusti simili, anche a me piace- - ora però rispondi sinceramente- - si- -veramente provi qualcosa per me o quelle frasi erano per far scena perché in fondo ami John?- - se ti rispondo sinceramente anche tu lo farai?- annuì con la testa, bene stavo per confessare a Paul tutta la verità- so che è sbagliato,non  so nemmeno il perché ,ma io provo qualcosa per te, sei stato bastardo con me però sotto sotto mi hai conquistato, ti sei guadagnato una parte del mio cuore , ora tocca a te, hai finto o provi qualcosa per me?- - bhe, diciamo che in un primo momento ti odiavo per quello che mi stavi per fare però poi sotto sotto quando ti piaceva stare fra le mie braccia ho capito che mi piaceva anche a me, perché mi completavi , però sono diviso il mio cuore dice una cosa e il mio cervello un’altra, il mio cuore dice che dovrei amarti saperti cogliere , perché mi sei mancata un casino, ogni volta che mi stringevi la mano  io volevo ricambiare ,ma non potevo, ogni volta che posavi le labbra sulle mie volevo mangiartele  a suon di baci ma non ci sono riuscito, però la mia testa dice  che ti dovrei lasciare  andare , perché puoi trovare un altro uomo migliore di me, la mia testa dice  che ti farei soffrire , perché ti devo dire tutta la verità- - parla, raccontamela-  - hai mai visto mio padre e mia madre?- mi chiese no scossi la testa – bene, perché sono morti, esattamente uccisi da mio zio, quando avevo quattordici anni, prima ha ucciso mio padre e poi mi mamma ma prima l’ha stuprata e io c’ero l’ho visto ucciderli , impotente del fatto che non potevo fare niente e c’era anche il mo fratellino Travis . Noi eravamo una famiglia unita , felice, e questo non andava a genio a mio zio perché lui amava mi mamma  ,ma mia mamma non ricambiava.  Così poi ha messo in piedi la storia che era stato mi papà ad uccidere mi mamma e  ci hanno affidato a lui come l’unico parente.L’unica cosa che mi restava della mia famiglia  era il mio fratellino che aveva pochi mesi, non volevo perdere anche lui, così mio zio mi tiene ancora oggi sottoricatto , se non faccio quello che dice lui lo ucciderà e così ora ho paura che possa prendersi anche te e ucciderti . Grazie a lui mi sono dovuto trasferire a New York  e iniziare a fare parte dei suoi giri di droga e oggi se sono così è grazie a quel bastardo-una lacrima gli rigò il viso e proprio dove ricadde la lacrima inizia ad asciugargliela a suon di baci. – non preoccuparti, so badare a me stessa e cosa più importante ti accetto così come sei, l’importante e che tu mi ami e spero che mi ami ,vero?-  gli scappò una leggera risata –certo che ti amo-  mi diede un bacio passionale –vuoi essere la mia fidanzata mi chiese?- - uhmm , ci devo pensare , comunque si- iniziammo a baciarci e a farci le coccole per un bel po’ , così recuperammo tutto il tempo perso- mi dai una mano ad alzarmi? -Mi chiese – si amore- a quelle parole gli venne un colpo , - veramente mi hai chiamato amore?- sulla sua faccia si formò un velo di confusione – si sciocchino,non ti piace?- - si che mi piace e che tu sei la mia prima ragazza e non so come ci si comporta con le ragazze, non so cosa ti piace- - non preoccuparti, per conoscerci avremo tanto tempo, ora alziamoci però-lo incitai, lo aiutai ad alzarsi e poi lo presi sottobraccio per aiutare il suo equilibrio ancora instabile – come va?- chiesi- mi sento strano, ed è strano camminare- - certo , sei stato un  mese in quel letto senza muoverti  ci credo che ti senti strano , i tuoi muscoli si sono  atrofizzati - - bhe accompagnami fino al bagno- certo vecchietto mio- gli diedi un bacio sul collo e poi lo accompagnai in bagno, dopo un po’ uscì , si era dato una rinfrescata al viso- certo che mi hai fatto la barba proprio bene, le prossime volte me la farai tu- -grazie, non tutti hanno l’onore di avere una barbiera  personale - - io invece c’è l’ho- mi stampò un bacio a fior di labbra- ti è piaciuto ? – mi chiese

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Eilà, grazieee , siamo al quinto posto, continuate a votare e commentare a più non posso magari arriveremo al primo ;)

La mia dipendenza. ..tuKde žijí příběhy. Začni objevovat