Chapter 7: Cupcake

14.2K 535 86
                                    

Se c'è una cosa che ha sempre contraddistinto la mia amicizia con Angel, questa è il nostro essere opposti.

Ma non semplicemente diverse, proprio polari opposti.

E mentre io sono sempre stata una mattiniera incallita un po' per bisogno e un po' per indole, lei è conosciuta per essere una che, se può, dorme fino alle due di pomeriggio, motivo per cui capisco che se Angel è davanti alla mia porta alle sei e un quarto di un venerdì con la scusa di venire ad aprire la caffetteria del campus con me la situazione non è delle migliori.

"Hai un aspetto orribile" commento lasciando scivolare il mio sguardo sulla sua figura avvolta in una giacca di jeans troppo grande per lei, risalendo sul suo viso pallido e leggermente scavato, ma Angel non è una che cede facilmente, e infatti alza gli occhi al cielo.

"A volte la nostra amicizia non mi piace per niente" borbotta, infilando le mani nelle tasche mentre tiro fuori le chiavi della caffetteria dalla tasca.

"Oh, ma smettila. Stai ancora evitando Ashton come la peste, vero?".

"'Come la peste' rende bene l'idea" sospira, appoggiando poi la testa contro lo stipite della porta mentre apro le porte, chiudendo gli occhi, e sto per scuoterla per paura che si sia addormentata quando li riapre, puntandoli dritti su di me.

Una cosa degli occhi di Angel -e anche di Chanel- che non ho mai capito è come possano variare così tanto a seconda delle emozioni. Ad esempio, quando Angel è felice, i suoi occhi sono limpidi, chiari, quasi trasparenti, mentre quando è triste si fanno grigi come il cielo prima della tempesta, e quando sta male diventano più freddi del ghiaccio, così taglienti da fare quasi paura.

Come adesso.

"Non riesco a perdonarlo. Forse sto esagerando, non lo nego, ma quello che mi ha detto, il modo in cui l'ha fatto... Non riesco. Non riesco proprio a perdonarlo. Non riesco a parlare con lui, a guardarlo, a stare nella stessa stanza senza sentire il nervoso scorrermi nelle vene" confessa, cogliendomi anche di sorpresa perchè non è una cosa che Angel riesce a fare facilmente, ma quando continua capisco che per questo devo ringraziare il suo ragazzo.

"Michael dice che dovrei fare uno sforzo e parlarci civilmente, ma non so... Non so che fare, Kelly. E detesto sentirmi così" conclude, sollevandosi dallo stipite e seguendomi all'interno, aiutandomi a mettere a terra le sedie dai tavolini mentre io cerco di raccogliere i pensieri e le parole giuste.

"Credo che sia un cinquanta e cinquanta. Ashton ha avuto una reazione sbagliata, questo è ovvio, ma probabilmente è stata dettata dallo stupore... Vagli incontro, trovatevi a metà strada. Prova a parlarci civilmente, magari non subito di quello che è successo, anche solo qualcosa di casuale" propongo, tentennante, perchè non vorrei mai dire la cosa sbagliata a una Angel che sembra sul punto di rottura, ma lei mi sorprende di nuovo, annuendo e rivolgendomi un leggero sorriso.

"Ultimamente sembri molto più rilassata e appagata... Dimmi che non sei di nuovo andata a letto con Alex Turner, ti prego".

A quelle parole sorrido tra me e me, sentendo quasi ancora le sensazioni delle mani di Luke sui miei fianchi, a separarle dalla mia pelle solo lo strato leggero dell'abito d'alta moda che mi ha comprato.

Con un calice di champagne in una mano e il braccio di Luke attorno alla mia vita, lo ascolto e più che altro osservo parlare con un signore dall'aria distinta, un sorriso disteso sul suo volto mentre, di tanto in tanto, una risata divertita lascia le sue labbra.

Non dico nulla, semplicemente lo osservo parlare di un progetto editoriale per un nuovo talento che ha scoperto, almeno finchè i suoi occhi azzurri non si posano su di me, e un sorriso smagliante compare sulle sue labbra.

Luxury Girl || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now