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Quella mattina i Bangtan Boys si ritrovarono ad affrontare il loro primo vero problema serio: Yoongi era in ospedale mentre il resto del gruppo era al suo fianco attorno al lettino

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Quella mattina i Bangtan Boys si ritrovarono ad affrontare il loro primo vero problema serio: Yoongi era in ospedale mentre il resto del gruppo era al suo fianco attorno al lettino.

«Cos'è successo?» chiese il leader Namjoon preoccupato.

«La dottoressa ha detto che ha avuto un crollo psicologico, non ha ben capito se per stress o altro... dobbiamo aspettare che si svegli» rispose Jimin con le lacrime agli occhi. Aveva ancora avanti a sé l'immagine del suo migliore amico che pressava forte le sue tempie ed urlava a qualcuno o qualcosa di smettere, mentre lui e Jungkook cercavano di fermarlo e calmarlo invano: si sentì morire.

«Sì ma in palestra! Voglio sapere cos'è successo tra voi tre in palestra!» replicò Namjoon con tono agitato.

I due rimasero in silenzio, non sapevano cosa dire anche perché non avevano le risposte... non sapevano nemmeno la giusta domanda da porre: cosa affliggeva Yoongi? Cosa è successo con Taehyung? Non sapevano da dove iniziare.

Taehyung, in tutto ciò, rimase un po' più indietro a guardare quel corpo magro e pallido steso sul lettino d'ospedale e non sapeva cosa lui stesso stesse provando in quel momento: dolore? Rabbia? Soddisfazione? Non riusciva a percepire le sue vere emozioni e i suoi attuali pensieri.

Namjoon si scompigliò i capelli nervosamente per poi lasciare quella stanza e andare a prendersi qualcosa da bere alla macchinetta, seguito da un Seokjin pronto a risollevare il morale del leader e trovare insieme una soluzione.

Hoseok, seduto su una sedia fianco a Yoongi, lo guardava speranzoso come se cercasse di comunicare con lui telepaticamente; Jimin e Jungkook, invece, trascinarono Taehyung fuori la camera e lo accerchiarono minacciosamente.

«Cos'è successo con Yoongi? Parla» disse Jimin con occhi di fuoco; quelli di Jungkook non erano da meno, ma con una nota di delusione in più.

«Che intendi?» chiese ingenuamente il biondo.

«Tae, cazzo! Ancora che menti! Non ce la faccio più» sbraitò il maknae mettendosi le mani tra i capelli.

«Gli ho detto di me, te e Yoongi» disse Jimin per chiarirgli il concetto.

«Che cazzo hai fatto? Jimin cosa non ti è chiaro di farti i stramaledetti fatti tuoi?» urlò Taehyung prendendolo per il colletto della maglia. Al ché Jungkook, scocciato di essere trattato come un ragazzino da dover proteggere, intervenne afferrandogli e strattonandogli un polso.

«Tae, tu mi hai guardato negli occhi e mi hai giurato che nulla più c'era da sapere! Dimmi: ci tieni a noi? O mi stai solo prendendo in giro?» disse con tono serio, guardandolo dritto negli occhi. Pretendeva delle risposte ora.

«Jungkook io... » la voce di Taehyung era spezzata e in quel momento avrebbe solo voluto cancellare il suo passato, per non dover ferire il suo piccolo.

«Ragazzi!» una voce proveniente dalla stanza di Yoongi interruppe la discussione «Si è svegliato!» continuò Hoseok con un sorriso che coinvolgeva tutti i muscoli facciali.

I tre rientrarono fiondandosi subito attorno il letto di Yoongi.

«Yoon, come stai? Che ti è successo? Oddio sono stato così in pensiero!» disse Jimin con le lacrime agli occhi. Yoongi fece un mezzo sorriso, poi guardò Taehyung con occhi tristi e doloranti «Taehyung... » riuscì a pronunciare solo il suo nome prima che Namjoon e Seokjin entrassero nella stanza bloccandogli le parole in gola.

«Yoongi! Ci hai fatto prendere un colpo!» prese parola Seokjin accorrendo verso di lui per abbracciarlo.

«Sto bene, sto bene» cercò di rassicurarlo mentre questo non smetteva di stringerlo tra le sue braccia.

«Cos'hai Yoon? Sai che con noi puoi parlare» intervenne Namjoon guardandolo amorevolmente.

Yoongi, mentre si liberava dalla presa del suo hyung, sentì di nuovo quelle strane vocine in testa e le immagini, che da ormai due anni lo stavano perseguitando, si stavano ripresentando più forti che mai. Iniziò a respirare a fatica sotto le lenzuola ruvide dell'ospedale, mentre i suoi pugni erano stretti tanto da far diventare le nocche bianche: non riusciva a reggere lo sguardo di nessuno dei suoi compagni che ora erano ancora più preoccupati e si stavano chiedendo cosa tormentasse il povero Yoongi.

«Voglio parlare con Jimin» disse all'improvviso spiazzando tutti.

«Vi prego, lasciatemi solo con lui» e intanto cercava di regolarizzare il suo stesso respiro costringendosi a calmarsi.

I ragazzi si guardarono tra loro e, con un cenno del capo di Jimin, si avviarono verso l'uscita sperando che il piccolo confetto rosa potesse risolvere quella situazione pesante e più grave di quanto pensassero.

«Yoongi sono qui» gli prese una mano e la strinse forte nella sua.

«Jimin io... » le lacrime del più grande non riuscivano più a trattenersi nei suoi occhi, così iniziarono a solcargli il viso, cosa che spiazzò il piccolo: egli aveva sempre avuto l'immagine di uno Yoongi senza emozioni, senza crolli emotivi... era il suo supereroe, il suo scudo di ferro! E invece ora stava piangendo di fronte a lui, spezzandogli il cuore in mille pezzettini.

«No, non piangere... sai che con me puoi parlare!» gli carezzò una guancia asciugandogli una lacrima. L'altro si accoccolò su quella mano così piccola, ma così rassicurante che per un attimo chiuse gli occhi beandosi del calore del ragazzo di cui era innamorato.

«Io sono innamorato di te» disse senza nemmeno pensarci, forse sotto effetto dei calmanti che continuavano a iniettarsi nelle sue vene tramite le flebo.

«Tu cos-?» spalancò gli occhi l'altro incredulo. Non solo stava piangendo ed aveva avuto un crollo psicologico, addirittura si era innamorato!

«Jimin io ti amo e ho fatto una cosa brutta, bruttissima» aprì gli occhi ormai pieni di lacrime che non riusciva più a fermare.

«Lui, lui ti trattava male... lui si prendeva gioco di te... lui ti faceva soffrire» iniziò ad urlare disperato mentre stringeva la mano del più piccolo nella sua.

«Tu lo amavi e l'ho accettato, io volevo solo che stessi bene ma lui, cazzo, lui non meritava il tuo amore, non lo merita lo capisci?» continuava a delirare piangendo come un bambino.

«Yoongi calmati» cercò invano di ristabilire la quiete ma l'altro, ormai, non riusciva più a fermarsi: finalmente stava cacciando fuori tutto il suo dolore, tutte le sue colpe, tutti i suoi errori e tutto il suo amore.

«Ho fatto una cosa terribile, io non ero in me... ma l'ho fatto e non ho scusanti Jimin! Non ho scusanti! Faccio schifo, mi odio!»

Jimin non sapeva cosa fare, vederlo in quello stato lo stava distruggendo dentro.

«Io l'ho stuprato, gliela volevo far pagare perché, perché, perché... » il suo respiro iniziò a farsi più corto impedendogli alle parole di fuoriuscire, al ché, non sopportando più quelle urla, quel dolore, quello strazio, Jimin lo baciò.

Yoongi spalancò gli occhi mentre le labbra del più piccolo erano premute sulle sue e in un attimo i mostri che lo stavano divorando dall'interno cessarono i loro attacchi e ciò che avvenne dopo fu solo pace e tranquillità.

Jimin lo stava baciando. Nulla aveva più importanza.




Domani correggo gli errori... lo sto rileggendo e c'è qualcosa che non va ma ora sono tropo stanca ahahah

PS: non odiatemi

Koi No Yokan |KOOKV|Onde histórias criam vida. Descubra agora