Capitolo 12

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KAYLA

«Prendi!» urla Mali mentre mi lancia la pistola.

Faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo che l'arma mi colpisce sul braccio e poi per terra.

«Potresti avvisare un po' prima la prossima volta?» le dico mentre la raccolgo.

«Scusa!»

Alzo gli occhi al cielo, sorridendo, intanto che lei si avvicina per abbracciarmi.

«Fa niente.»

«Allora... Cosa dobbiamo cercare oggi?» Mi toglie la pistola dalle mani e la infila nel suo zaino.

Oggi dobbiamo uscire in escursione. Travis è venuto di persona a parlarmi per assicurarsi che io non facessi altre idiozie là fuori e per farmi promettere che qualsiasi cosa avessi in mente di fare, avrei prima dovuto parlarne con il gruppo. Non lo biasimo, ne ha tutte le ragioni.

È solo che, riflettendoci, mi viene difficile parlare e aspettare il loro consenso.

Sono stata da sola per così tanto tempo, abituata a dovermi appoggiare solo su me stessa e sulle mie decisioni, pronta anche alle loro conseguenze, perché non avevo niente da perdere.

Ora invece è diverso: insieme a me ci sono delle persone vere e le conseguenze delle mie scelte potrebbero ricadere anche su di loro e non voglio essere la responsabile delle loro ferite, o peggio, delle loro morti, pensando che c'è qualcuno che a loro ci tiene. E forse sto cominciando a tenerci anche io.

«Cibo» rispondo e mi metto lo zaino sulle spalle, assicurandolo poi con la chiusura sullo stomaco, così che se dovessi correre non cadrebbe.

Annuisce e con una pacca sulla spalla mi fa cenno di avvicinarci alle porte della palestra.

Lì ci sono Lynton, Calum, Margaret e un altro ragazzo di cui ancora non so il nome.

«Ci siamo» annuncia Mali, appoggiando il borsone che teneva in mano per terra quando ci uniamo a loro.

«Ciao, Kayla! Prima di andare, volevo darti l'elastico che mi avevi dato, così non ti vengono tutti i capelli in faccia» dice Margaret, allungando la mano verso di me con l'elastico tra le sue piccole dita.

Le sorrido dolcemente, la ringrazio e poi la prendo in braccio.

«Tu devi stare con la mamma» dice Mali a suo fratello.

Pensavo fosse qui solo per salutare sua sorella, ma noto ora che ha lo zaino sulle spalle.

«Se tu esci, esco anche io» replica serio.

«Non capisco perché ogni volta che io esco ti ostini a venire anche tu. Sono capace di proteggermi e poi non sono sola» sbotta Mali, arrabbiandosi.

«Perché mi preoccupo per te, va bene?!»

Mali si ammutolisce e distoglie lo sguardo da Calum.

«Scusa, ma mi è bastato perdere papà. Non voglio perdere anche te» riprende lui e abbraccia sua sorella.

«Ti voglio bene» sussurra lei con gli occhi lucidi.

Distolgo lo sguardo.

Quanto vorrei riabbracciare mia sorella e mio fratello e potergli dire 'ti voglio bene'.

«Kayla» mi richiama Margaret, sventolandomi una mano davanti alla faccia.

Sbatto una paio di volte le palpebre e decido di rimettere la bimba per terra.

«Possiamo andare?» chiedo, prendendo in mano il borsone che aveva buttato a terra Mali.

Lynton annuisce e in fretta esco dalla palestra a passo sostenuto, senza preoccuparmi degli altri o da che parte dobbiamo andare.

Alive - Prova a sopravvivereWhere stories live. Discover now