Capitolo 16

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CALUM

«... Kayla?!»

Fisso confuso e sorpreso la bambina davanti ai miei occhi: deve avere circa la stessa età di Margaret, ha i capelli neri arruffati e disordinati che le arrivano fino al petto, le braccia minute che fino a poco prima tenevano ben saldo il fucile puntato verso di me e Kayla, ora le tremano e nei suoi occhi chiari si possono ben notare tutte le emozioni che sta provando in questo momento.

«Oh, mio Dio!» esclama Kayla sottovoce, quasi come se non credesse a ciò che sta vedendo.

Mi volto appena verso di lei e vedo i suoi occhi lucidi e le mani che le coprono la bocca in uno stato di completo shock. Infatti ci impiega qualche secondo per superarmi e dirigersi incerta verso la bimba.

Facendo saltare il mio sguardo prima da una e poi all'altra, non posso far a meno di notare una certa somiglianza tra le due, soprattutto nei capelli e nel viso con i lineamenti morbidi. L'unica differenza saliente è il colore degli occhi: Kayla ha gli occhi di un castano intenso, si schiariscono solo quando la luce del sole batte sul suo viso.

Un pensiero comincia a farsi spazio nella mia mente. Mi ha raccontato di avere una sorella e un fratello, ma era piuttosto sicura del fatto che non li avrebbe più ritrovati, anche se avevo intravisto ancora qualche scia di speranza attraversarle il viso quando me ne aveva parlato.

«E-Ebony?» chiede Kayla timorosa, spaventata da ciò che potrebbe risponderle la bambina.

Si ferma a un metro di distanza da lei, incredula, incerta sul da farsi. Non la biasimo: se mi capitasse di ritrovare un componente della mia famiglia che ormai avevo dato per morto, mi comporterei esattamente nello stesso modo.

La bimba lascia cadere l'arma a terra, senza preoccuparsi troppo del rumore causato, gli occhi le si riempiono di lacrime mentre chiude la distanza tra lei e Kayla, stringendo quest'ultima in un abbraccio.

Kayla la stringe fortissimo e la alza in braccio, unendosi a Ebony in un pianto incredulo e gioioso.

Decido di rimanere dove sono per non intralciarle in questa loro sincera e commovente riunione e per lasciarle un po' di privacy, giocando distrattamente con le mie mani.

Kayla appoggia a terra sua sorella e si abbassa alla sua altezza, mettendosi in ginocchio, allontanandola quanto basta da lei per poter esaminare ogni aspetto del suo viso, come se lo vedesse per la prima volta. Le sposta qualche ciocca di capelli dalla fronte e le appoggia le mani sulle guance, asciugandole le lacrime con i pollici.

«Come....» inizia Kayla, non riuscendo a terminare la frase perchè scossa da un singhiozzo.

«Pensavo di non rivederti mai più» dice Ebony, rinchiudendola di nuovo nella stretta morsa del suo abbraccio.

«E invece, eccomi qui!» esclama Kayla con una risata, facendo sorridere anche la sorella.

«Ti voglio tanto bene, Kaykay» esordisce la più piccola dopo qualche attimo di silenzio, seguito subito da un "anche io" di Kayla.

Il cuore mi si stringe nel petto a quel piccolo nomignolo e la scena davanti ai miei occhi mi trasmette un'immagine della ragazza completamente diversa da quella che ho avuto finora; adesso è completamente sopraffatta dalle emozioni, ma posso percepire un lato tenero e premuroso di lei che non avrei mai pensato di vedere.

Quando l'avevo vista con Margaret, ho capito che aveva una certa destrezza con i bambini e una scia di questo lato quasi materno l'avevo intravista, ma era come se si stesse sforzando. Ora, invece, è naturale, limpida, per la seconda volta riesco a vedere e capire ciò che sta realmente provando e la vedo vulnerabile.

Alive - Prova a sopravvivereTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon