Capitolo 14

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CALUM


Dopo la cerimonia ero ancora sconvolto. Non ero molto legato a quel ragazzo, ma era giovane. Diamine se lo era.

Nessuno di noi era pronto per un'altra perdita e mai lo saremo.

Vorrei poter dire di essermi abituato ormai, ma sarebbe una bugia.

Quando io e Mali tornammo al punto di incontro oggi, mai ci saremmo aspettati una notizia del genere. Non c'è stato bisogno di parlare, l'ho capito dalla sua mancanza, dal sangue sugli abiti di Wayne e Kayla, dalle loro espressioni. È come se mi avessero tirato un pugno nello stomaco e il senso di nausea era forte dentro di me.

Un'altra vittima di questo dannato destino.

«Penso che ti serva una bevuta adesso, Cal.» Blaine si avvicina a me alla fine delle scale e scuote le bottiglia di whisky, trovata chissà dove, tra le sue mani.

«Sì, decisamente.»

«Raggiungici quando vuoi» mi dice indicando con un dito Wayne, Lynton e mia sorella seduti sulla prima scalinata.

Annuisco e mi passo una mano sul viso.

Vado a mettere nella stanza delle armi la mia pistola, come gesto di routine di tutte le sere, e poi raggiungo i miei amici.

«...Questo genere di cose ti fanno pensare, cavolo» sento dire Wayne mentre beve un sorso dalla bottiglia e poi la passa a mia sorella.

Mi siedo tra di loro e prendo il liquido dalle mani di mia sorella prima che possa poggiarci le labbra.

Mi lancia un'occhiataccia e di tutta risposta la spintono leggermente con la mia spalla.

«Come va, signorine?» dico, cercando di migliorare un po' il morale.

«Non fare l'idiota, Calum» mi rimprovera Wayne come se fossi un bambino.

«Scusate, ci ho provato» rispondo subito dopo, pentendomi.

Ha le sue ragioni del resto. È lui che lo ha visto morire, non io.

«E Kayla?» chiede Mali, lanciando un'occhiata alla fine delle scalinate.

La copio e vedo la figura di Kayla giocare con i lacci delle sue scarpe,pensierosa.

«Vado a parlarle» prendo iniziativa e la raggiungo, ignorando le lamentele di Blaine perché mi sono portato via l'alcol.

«Ti dispiace se mi siedo?» le chiedo, imitando Blaine e agitando la bottiglia nella mia mano.

«No, siediti pure» sussurra, senza alzare lo sguardo e continuando a giocare con i lacci dei suoi scarponi.

Alzo le spalle e mi siedo di fianco a lei e poi bevo un sorso.

«Ti va?» Questa volta mi guarda negli occhi e annuisce.

Le porgo la bottiglia e subito la porta alla bocca, senza esitare.

Faccio una risatina e scuoto la testa.

«E io che pensavo che stessi bene» scherzo e sorprendendomi quando la vedo sorridere.

Mi sarei aspettato un insulto da parte sua. Forse sta anche peggio di quello che pensavo.

«Ti va di parlare?»

«Riguardo?»

«Quello che ti va» rispondo, facendo spallucce e riprendendomi il liquido.

«Che te ne pare del fatto che io non riesca a capirti? Un giorno mi insulti e quello dopo mi offri da bere» dice, sistemandosi di fronte a me con le gambe incrociate.

Alive - Prova a sopravvivereTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang