20• "Vieni qui, idiota"

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Edmund bussò alla porta dell'infermeria del Campo Giove. «Posso?» chiese a Gordon, che si aggirava per la stanza con decine e decine di bende tra le braccia. 

Il figlio di Apollo si voltò di scatto, facendo cadere alcune garze a terra. «Sì, vieni.» gli rispose, chinandosi a raccogliere i pezzi di stoffa che erano finiti sul pavimento, provocando la caduta del resto delle bende che teneva tra le braccia. 

«Che disastro.» borbottò Gordon, inginocchiandosi a terra e iniziando a raccogliere tutto frettolosamente. 

«Ti aiuto io.» gli disse Edmund. Con un gesto della mano innalzò un piacevole venticello; il semidio lo direzionò verso le bende sparse a terra, che si riarrotolarono da sole. Con un'altra debole folata di vento, Edmund spedì tutte le garze ad ammucchiarsi ordinatamente su un letto. «Ecco fatto.» annunciò. «Cosa devi farci con tutte queste bende?» 

«Solo rimetterle al loro posto.» gli rispose Gordon. 

Edmund annuì lentamente. «Possiamo parlare?» 

«Certo.» disse Gordon, invitando Edmund a sedersi. 

«Mi fai compagnia?» gli chiese il figlio di Eolo accomodandosi sul letto sul quale aveva poggiato le bende e battendo una mano sul materasso. 

Gordon si sedette accanto a lui, sfiorandogli inavvertitamente la spalla. 

«Sono appena stato da Rachel.» iniziò Edmund. «Mi ha letto la mano e ha capito che sto dicendo la verità.» 

«Non credo di aver mai dubitato di te, in fondo.»

Edmund alzò gli angoli della bocca all'insù. «Credevo che non me lo avresti mai detto.» 

«Mentre venivo qui, ho pensato molto a te. E a noi.» lo informò Gordon. «Ho deciso di darti una seconda possibilità. Tutti ne meritano una, giusto?» 

Edmund annuì sorridendo. «Cosa ti ha spinto a darmi un'altra opportunità?»

«Quando sei tornato e mi hai detto il motivo per cui sei tornato, ero arrabbiato con me stesso. Dopo tutti questi mesi, credevo di essermi lasciato alle spalle i sentimenti che provavo per te. Mi sono infuriato quando mi sono reso conto che mi sbagliavo di grosso.» 

«È davvero così brutto amarmi?» 

Gordon lo guardò negli occhi. «Lo credevo. Ma ora non lo penso più.» 

Edmund allargò maggiormente il suo sorriso. «Mi dispiace di averti fatto piangere, comunque.» 

«Erano lacrime di gioia in realtà.» Gordon sorrise. «Ero arrabbiato, ma anche felice nel sentire che eri tornato per me. Non credevo che ti importasse ancora qualcosa di me dopo ciò che era successo.» 

Edmund gli passò cautamente un braccio attorno alle spalle. «Nei mesi in cui sono stato via, non ho pensato ad altro se non a questo momento. Al giorno in cui ti avrei parlato e spiegato ogni cosa.» 

«Beh, allora spiegami.» gli chiese Gordon mettendosi comodo sul letto per ascoltare.

«Posso tenerti per mano?» gli domandò Edmund. 

«Okay.» gli rispose Gordon, porgendogli la mano sinistra. 

Edmund la strinse tra le sue ed iniziò a raccontare. «Quando ti ho chiesto una pausa dalla nostra relazione non intendevo tradirti. Ma quanto ho visto Drew, ho pensato che baciarla sarebbe stato un modo per capire la mia sessualità. Non l'ho fatto con l'intento di ferirti.» 

«E sei riuscito a capire?»

«Non proprio. Quella notte ho deciso di fuggire perché ero sicuro che non sarei riuscito a sopportare il tuo sguardo. Quando mi sono ritrovato in strada, non sapevo dove andare. Così ho preso un treno che mi ha portato ad Indianapolis. Lì due anziane ex-Cacciatrici mi hanno trovato mentre girovagavo per la città e mi hanno accolto in casa loro. Mi hanno aiutato con la mia sessualità e tutto il resto.» 

Gordon annuì lentamente. «Quindi…ora hai capito qual è il tuo orientamento?» 

«Sì.» confermò il figlio di Eolo. «Non so se esiste, ma sono Gordon-sessuale.» 

Il figlio di Apollo ridacchiò. «No, non credo che esista un orientamento del genere.» 

«Allora ho appena creato un nuovo orientamento.» Edmund alzò le spalle. «A parte gli scherzi, sono sicuro al cento per cento di essere gay.» 

«Sono felice che tu l'abbia capito. Posso chiederti come mai sei stato via per tutto questo tempo?»

«Jo e Emmie mi hanno chiesto di aspettare prima di tornare. Hanno detto che avrebbe fatto bene ad entrambi staccare un po' l'uno dall'altro dopo quello che era successo.»

«Credo che abbiano avuto ragione. Se fossi tornato il giorno dopo, non so cosa avrei potuto fare. Questo periodo in cui sei stato via mi hanno aiutato a non odiarti, anche se ho sempre finto per evitare di apparire debole.»

«Fingevi di odiarmi davanti agli altri?»

«Sì.» confermò Gordon. «In infermeria, non volevo aiutare Will solo per dimostrargli che non mi importava più nulla di te, anche se il mio cuore diceva tutto il contrario. Approposito, come va con la ferita al fianco?» 

Edmund alzò un lembo della sua maglietta, guardando le bende avvolte attorno alla sua vita. «Bene, credo. Vuoi controllare?» 

Gordon arrossì leggermente. «Va bene.» disse spostando le garze, sulle quali si era depositato del sangue secco. «Non sembra male.» osservò, guardando la crosta che si era formata. «Queste non servono più.» affermò, gettando le bende in un cestino. 

Edmund inspirò profondamente. «Devo chiedertelo.» 

«Cosa?» chiese Gordon confuso. 

«Se mi hai perdonato.» 

«Credevo che lo avessi capito.» rispose il figlio di Apollo. «Sì, ti ho perdonato e ti sono grato delle spiegazioni. So che il mio Eddy non mi tradirebbe mai.» 

Edmund distese le labbra in un ampio e caloroso sorriso. «Il mio Eddy.» ripeté. «Mi piace. Comunque, sono felice che tu abbia capito.» Gli prese nuovamente la mano. «Ti amo. E non ho mai smesso di farlo.» 

Gordon sorrise a sua volta. «Nemmeno io ho mai smesso di amarti.» 

Edmund gli prese anche l'altra mano e tirò Gordon verso di sé, dandogli un bacio. Il figlio di Apollo passò le dita tra le ciocche di capelli castani di Edmund mentre le sue labbra si muovevano contro quelle di colui che ormai era tornato ad essere il suo ragazzo. Edmund, come era solito fare quando si baciavano, massaggiò con dei movimenti dolci e delicati le braccia di Gordon. Adorava mostrare affetto nei suoi confronti e farlo stare bene. 

I due ragazzi si separarono malvolentieri l'uno dall'altro per riprendere fiato. 

Edmund si alzò dal letto e si allontanò da qualche centimetro da Gordon, porgendogli la mano. «Quindi…amici?» gli chiese, sforzandosi di rimanere serio. Adorava far arrabbiare Gordon; gli erano mancati troppo i momenti in cui si punzecchiavano a vicenda. 

Gordon lo tirò a sé, indispettito. «Ma vieni qui, idiota.» gli intimò, baciandolo nuovamente. 

E nulla-
Adoro questo capitolo *^*

Olympus [1] • The hunt has just begun  Where stories live. Discover now