26• Zeus tenta di uccidere Adria e Josh

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Non c'era niente di più stressante per Josh che viaggiare sulla schiena di un'enorme statua volante depressa al fianco della sua ragazza, che dormiva da quando erano partiti da San Francisco.

«Ah, il caro Hank!» esclamò Chuck - questo era il nome di una delle due statue dorate del Golden Gate - con un sospiro. «Il povero Hank tutto solo a fare la guardia!»

Erano ore che Chuck ripeteva quelle parole con intervalli di tempo che variavano dai tre secondi a un minuto.

«Ah, il caro Hank!» sentenziò nuovamente la statua. «Il povero Hank tutto solo a fare la guardia!»

Josh non ce la fece più a sentirlo parlare e decise di dare un taglio a quella situazione. «Basta!» sbottò prima che Chuck potesse pronunciare di nuovo quella frase.

«Come, prego?» replicò la statua infuriata. «Sono ore che scorrazzo per i cieli senza il mio fedele compagno!»

«Mi dispiace! Ma vorrei arrivare in Québec con i timpani funzionanti e una sanità mentale accettabile!»

«D'accordo.» si arrese. «Cercherò di piangere il mio fedele compagno in silenzio!» aggiunse in tono tragico.

«Cos'è tutto questo baccano?» esclamò Adria mettendosi a sedere. Durante il viaggio si era addormentata con la testa poggiata sulle gambe di Josh; le parve di aver dormito per parecchie ore, ma con il suo ragazzo e la statua che si urlavano contro, era impossibile continuare a riposare.

«Niente.» tagliò corto Josh. Non aveva voglia di mettersi a parlare nuovamente di Hank proprio ora che Adria si era svegliata. «Hai dormito bene, amore?»

«Sì.» rispose Adria non prendendosi nemmeno la briga di protestare per il modo in cui l'aveva chiamata. «Quanto manca?»

«Non molto, se solo riuscissi a volare più velocemente.» rispose Chuck. «C'è una strana corrente che me lo impedisce.»

«Sento odore di ozono.» Adria si guardò intorno. «Voi no?»

Josh inspirò un paio di volte con il naso. «Ora che me lo fai notare, sì . Forse sta per scoppiare un...»

«L'unica cosa che scoppierà sarete voi!» tuonò la voce di un uomo.

Chuck smise di volare e a Josh non parve l'idea migliore del mondo. «Chuck! Riparti!» esclamò terrorizzato dalla voce incorporea.

«Non ci riesco.» rispose la statua sforzandosi di far fare alle proprie ali un minimo movimento.

«Perché non stiamo cadendo?» esclamò Josh nel panico, dato che erano sospesi nel vuoto da fin troppi secondi e sarebbero dovuti precipitare già da un bel pezzo.

«Ma sei matto a chiedere una cosa del genere?» sbottò Adria. «Lo sai cosa succede nei film quando dicono: "cos'altro può andare storto" ?»

Josh deglutì terrorizzato. Un tuono scosse l'aria e due fulmini si abbatterono a pochi centimetri dalla faccia di Chuck, scontrandosi tra loro e facendo comparire niente meno che il re degli dei in persona. Nessuno disse: "Ecco cos'altro può andare storto!" e Josh fu tentato di dire: "Ehy, nonno!" solo per rendere la situazione meno tesa.

Adria, accanto a lui, sembrava scioccata. Teneva lo sguardo fisso su Zeus senza nemmeno sbattere le palpebre.

«Quale onore la porta qui, signore?» chiese Chuck, prendendo in mano la situazione.

«Quale onore?» tuonò Zeus. «Quale onore?» ripeté con rabbia; la sua voce risuonò nelle orecchie dei due semidei procurando ad entrambi un terribile mal di testa. «State volando nei miei cieli! Non è forse una ragione sufficiente per incenerirvi all'istante?»

Olympus [1] • The hunt has just begun  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora