48• Delle mezze galline sconfiggono Daniel e Kimberly

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Kimberly e Daniel erano completamente circondati da arpie: almeno una trentina di creature, per metà donne e per metà galline, li accerchiavano da ogni lato e li fissavano con aria assassina, in attesa di una qualsiasi mossa da parte dei due semidei. 

«Che facciamo?» borbottò Daniel. 

«Attacchiamo.» gli rispose Kimberly. 

«Cosa?!» biascicò lui in risposta. «Sono in troppe! Ci faranno fuori!» 

Kimberly scosse la testa. «Non sono troppe per noi.» 

Daniel ebbe l'impressione che Kimberly lo avesse incluso in una sorta di gruppo di semidei invincibili, eppure lui non si sentiva affatto così potente da essere in grado di sconfiggere tutte quelle arpie. 

«Vuoi dire che non sono troppe per te.» la corresse il ragazzo. «I-Io non sono in grado di…» balbettò senza finire la frase. «Dovremmo scap...» tentò di nuovo, ma Kimberly lo stoppò. 

«Daniel, sono solo delle stupide arpie. Se avessero solo un briciolo d'intelligenza, non credi che ci avrebbero già attaccati?» 

Daniel annuì, poco convinto. 

Kimberly, accorgendosi della sua incertezza, gli prese la mano. «Ce la faremo.» 

Quelle parole ricordarono la partita di football alla Dalton High School, durante la quale aveva cercato di rassicurare Kimberly, che si era scoraggiata sull'esito della partita a causa di un fallo. 

«Sì, ce la faremo.» concordò il ragazzo, rassicurato. Avrebbe voluto continuare a tenere Kimberly per mano, ma si costrinse a mollare dolcemente la presa e a recuperare la sua spada. Non appena le arpie adocchiarono la sua arma e quella di Kimberly – che aveva evocato grazie al suo anello – fecero un passo indietro, continuando a fissare i due ragazzi con aria truce e aggressiva, come se non vedessero l'ora di assistere alla loro prima mossa. 

«Attacchiamo, sorelle!» esclamò una di loro, scagliandosi su Daniel e provocando numerosi schiamazzi e uno svolazzo di piume. 

«Attacchiamo!» concordarono il resto delle arpie. Alcune di loro corsero in aiuto di quella che stava combattendo contro Daniel, mentre le altre si concentrarono su Kimberly, che alzò la spada, pronta a difendersi da qualsiasi attacco. 

Diverse arpie le graffiarono le braccia e le gambe, ma la ragazza, con due abili colpi di spada, riuscì ad ucciderne la maggior parte, tagliando loro il collo e facendo rotolare le loro teste nel parcheggio del fast-food. Ma per ogni arpia che abbatteva, altre erano subito pronte a prendere il posto delle loro sorelle cadute. In mezzo a tutte quelle piume e quegli artigli che cercavano di ferirla, Kimberly non riusciva a vedere Daniel, ma sperò che se la stesse cavando meglio di lei. Nonostante cercasse di difendersi ed attaccare quelle creature come meglio poteva, ad un certo punto, Kimberly non riuscì più a muoversi perché le arpie l'avevano completamente circondata. La ragazza fu costretta a rannicchiarsi su sé stessa e a coprirsi la testa con le mani, tentando di proteggersi inutilmente dai graffi che le arpie le stavano procurando. 

Tentò di strisciare tra le zampe artigliate di quelle creature, le quali, accorgendosi del suo tentativo di fuga, le assestarono un paio di calci all'altezza dello stomaco, che costrinsero la ragazza a gridare e a contorcersi a terra, in preda al dolore. 

Daniel, udendola, si voltò verso la direzione del suono, sentendo pervadere dentro di lui un senso di paura misto a preoccupazione. Nemmeno lui se la stava cavando troppo bene. Le arpie lo avevano accerchiato, costringendolo ad accostarsi accanto ad una delle pareti del fast-food. Era riuscito subito a far fuori due arpie, ma le altre gli avevano e gli stavano dando man forte, colpendolo con pugni e ginocchiate e schiaffeggiandolo con le ali dal piumaggio color rame. Daniel stava cercando in tutti i modi di allontanarle, rifilando loro dei colpi con il piatto della lama della sua spada, ma i suoi attacchi non sembravano fare loro neanche il solletico. 

Olympus [1] • The hunt has just begun  Where stories live. Discover now