39• Il sedere di Capelli di Paglia salda il suo conto in sospeso

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L'impatto a terra fu talmente potente, che Adria e Josh rimasero distesi a terra per qualche minuto, in uno stato di semicoscienza, prima di mettersi a sedere. Da quello che riuscivano a scorgere grazie alla luce fioca prodotta da una torcia di fuoco accostata alla parete alle loro spalle, si trovavano in una grotta non molto grande, priva di altre vie d'uscita oltre a quella coperta dal masso e, per fortuna, senza nessun mostro nascosto tra le ombre. 

Adria sbuffò. «Credo proprio che moriremo qui dentro.» disse con aria tetra. 

«No che non moriremo. Nella stanza nella quale Chione ci aveva rinchiusi siamo riusciti a scappare. Usciremo anche da qui.» ribatté Josh. 

«Qui non c'è nessuna serratura da scassinare. E questo posto è completamente serrato da quel masso enorme.» Adria fece una piccola pausa, prima di riprendere a parlare. «Moriremo per mancanza di ossigeno nel giro di un'ora.» 

Josh non sapeva che dire; Adria, in fondo, non aveva tutti i torti, ma lui non aveva intenzione di perdere la speranza. «Escogiterò un modo.» affermò con decisione. 

«Buona fortuna.» replicò Adria sarcasticamente. 

Josh si alzò da terra e iniziò a percorrere tutto il perimetro della grotta, tentando di farsi venire qualche idea per fuggire da quel posto. Osservò la sua ombra proiettata sul terreno e sgranò gli occhi, avvertendo un'improvvisa scarica di adrenalina pervadergli il corpo.  

“Ma certo” pensò. “Le ombre!”. 

Come aveva fatto a non pensarci prima? 

«Adria!» chiamò, mentre la raggiungeva correndo. «Ho trovato il modo di uscire!» 

«Allora non sei così stupido come pensavo.» commentò lei pungente. La semidea alzò lo sguardo su Josh, notando, dalla sua espressione ferita, che ci era rimasto male. Come poteva biasimarlo? Non gli aveva mai rivolto la parola in quel modo così cattivo e scortese e non riusciva proprio a capire perché lo avesse fatto. 

“Josh non merita di essere trattato così” si disse. 

«Scusa. Non volevo dire così. E non penso che tu sia stupido.» disse la semidea a voce bassa, alzandosi da terra. «Qual è il modo che hai trovato per uscire?» 

Josh sollevò gli angoli della bocca, per farle capire che aveva accettato le sue scuse, ed indicò la loro ombra proiettata sul muro. «Questa.» 

Adria sgranò gli occhi. «Come ho fatto a non pensarci prima? Che imbecille!» 

«Non dire così...» iniziò Josh. 

Adria scosse la testa. «Invece di aiutarti, ho pensato solo a deprimermi. E ti ho anche risposto male. Non so proprio cosa mi sia preso.» continuò. 

«Non preoccuparti.» Josh si avvicinò maggiormente a lei, dandole un bacio sulla guancia. «E poi non ho fatto chissà che cosa.» 

«Hai fatto molto invece.» replicò Adria guardandolo negli occhi. 

«Questa è quella parte nei film in cui due persone si baciano.» sussurrò ridacchiando Josh, incrociando il suo sguardo. 

Adria rise. «Beh, allora baciami.» 

Josh non se lo fece ripetere due volte: le prese il volto tra le mani e poggiò le sue labbra su quelle di Adria. Quello fu il bacio più lungo e piacevole che i due si fossero mai scambiati. Mentre le loro labbra premevano le une contro quelle dell'altro, Adria passò le sue dita tra le ciocche di capelli rossi di Josh scompigliandoglieli; il semidio, invece, lasciò scivolare lentamente le sue mani dalle spalle di Adria fino ai suoi fianchi, avvicinandola maggiormente a sé. Dopo quella che parve un'infinità di tempo si separarono, entrambi senza fiato. 

Olympus [1] • The hunt has just begun  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora