60• Il ladro

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I sei semidei arrivarono al Campo Mezzosangue un'ora dopo. Kimberly  parcheggiò la macchina accanto ad uno dei furgoni del campo; Argo – il capo della sicurezza –, che ne stava lucidando uno, li vide e li salutò con la mano, battendo contemporaneamente le palpebre dei suoi cento occhi. 

«Ehy, Argo.» lo salutò Kimberly, dopo essere scesa dalla sua macchina. «Dov'è Chirone?» 

Argo indicò con un dito la Casa Grande. 

«E il signor D?» 

Argo puntò l'indice verso il cielo. 

«È sull'Olimpo?» 

Lui annuì. 

«Ottimo.» fece Kimberly sollevata. 

Adria la affiancò. «Speriamo che si sia dimenticato della nostra punizione.» disse, mentre si incamminavano verso la Casa Grande. 

Kimberly scrollò le spalle. «Sicuramente sì. Non ho intenzione di mettermi a pulire i bagni proprio adesso.» 

«Cos'è successo con Bacco?» chiese loro Reyna. 

«Ha punito me ed Adria. È successo quando abbiamo portato Lucas al Campo Mezzosangue.» rispose Kimberly. «Si è un tantino arrabbiato perché abbiamo iniziato a frequentare la scuola senza avvisare e tutto il resto.» 

«Il resto?» ripeté Reyna. 

«Meglio che tu non lo sappia.» si affrettò a dire Adria. «O ci metterai in punizione anche tu.» 

Reyna trattenne un sorriso. «Va bene.» 

Una volta arrivati davanti al portico della Casa Grande, Daniel si fece avanti e bussò alla porta. «Chirone?» 

Il centauro aprì pochi secondi dopo: si trovava sulla sedia a rotelle e indossava una giacca elegante; aveva i capelli tagliati più corti rispetto alle tre settimane precedenti e la barba curata. Era strano che fosse così in ordine: solitamente in estate gironzolava con vecchie t-shirt, con la barba incolta e nella sua forma equina. 

«Sono appena tornato. Sono stato alla Dalton High e alla Goode per sistemare ciò che è successo.» spiegò ai sei semidei, prima che le loro espressioni interrogative si traducessero in domande  del tipo: “Cosa ci fa vestito così con tutto questo caldo?” Si spostò per farli entrare nella Casa Grande. «Ho manipolato la Foschia, comunque. Ora nessuno vi crede più morti, e i vostri insegnanti pensano che siate partiti per una missione esplorativa ed educativa della Foresta Pluviale e che al vostro ritorno farete un esame come i vostri compagni e prenderete il diploma.» 

«Beh, farsi quasi ammazzare all'Olympic National Park è stato molto educativo, in effetti.» ironizzò Lucas. Fu da quell'affermazione che iniziarono a raccontare le loro avventure a Chirone. Dapprima, tutti e sei si lanciarono in una confusionaria spiegazione del loro incontro con Ermes e di tutto quello che era accaduto al palazzo di Eolo, poi Daniel raccontò in maniera precisa a Chirone ciò che era successo a Baker Beach e di come avevano capito che Alabaster era la “pietra”, parlando anche di tutto quello che il figlio di Ecate aveva fatto per aiutarli. 

«E ora dov'è?» chiese Chirone. 

«È rimasto ad Indianapolis.» gli rispose Kimberly. Ormai non la turbava più parlare di Alabaster. Nei suoi confronti non provava né odio, né amore, ma solo una profonda indifferenza. «Invece, Gordon, Edmund, Will e Nico sono partiti poco dopo di noi. Quindi tra non molto dovrebbero arrivare anche loro.» Prima che potesse chiederglielo, Kimberly spiegò al centauro del motivo per cui erano stati ad Indianapolis dopo l'impresa: gli parlò di Jo ed Emmie, delle loro cure per farli rimettere in sesto e della Waystation. 

Infine ognuno di loro raccontò delle proprie avventure singolarmente. Josh e Adria parlarono di Borea e di tutte le peripezie che avevano affrontato per catturarlo. Adria decise di tralasciare il suo incontro con la dea del destino: non ne era a conoscenza neanche Josh e voleva evitare di rovinare l'atmosfera gioiosa che si era creata ora che tutti erano sani e salvi. Magari ne avrebbe parlato, ma non era quello il giorno adatto. 

Fu poi la volta di Lucas e Reyna: descrissero a Chirone della scelta di Zefiro di farsi catturare senza opporre resistenza e delle divinità che in precedenza avevano incontrato, che non erano state affatto benevole nei loro confronti, fatta eccezione per Anteros. 

Infine, Daniel parlò a Chirone di Agon; decise di omettere parecchi dettagli quando arrivò alla parte del combattimento, raccontando la stessa versione che aveva fornito a Kimberly. Decise, però, che più tardi avrebbe raccontato a Kimberly ogni cosa riguardo a quel duello e che le avrebbe spiegato il motivo preciso per cui Alabaster lo aveva picchiato. Anche se ormai era acqua passata, preferiva dirle tutto e non nasconderle nulla – nemmeno la sua gelosia nei confronti di Alvaro Soler. Approposito di lui… 

«Ah, un'ultima cosa, Chirone.» esordì il semidio. «Alvaro Soler – non so se lo conosce ma è un cantante, che compone musica orribile tra parentesi – era sotto il controllo di Eolo e ci stava spiando. Quando ce ne siamo andati dal palazzo di Eolo, si trovava sulla cima di Pikes Peak svenuto e Lucas lo ha sistemato con un incantesimo.» 

«Sì, gli ho cancellato la memoria.» confermò Lucas. «Solo su ciò che riguarda il nostro mondo.» precisò poi. 

Chirone annuì. Sembrava soddisfatto e sorpreso in egual misura. «Beh, avete fatto un ottimo lavoro. Kimberly, tu hai qualcosa da aggiungere?» 

La figlia di Ares alzò le spalle. «Sono riuscita a catturare Noto ed è stato molto complicato. Tutto qui.» Non aveva intenzione di raccontare a tutti del suo incontro con Afrodite. Nonostante fosse felice di aver capito di amare Daniel, continuava a vergognarsi di essere stata messa nel sacco proprio da Afrodite. Ne valeva del suo orgoglio non farne parola con nessuno, fatta eccezione per Daniel. Forse. «Ed è ancora nella mia macchina.» Guardò i suoi amici. «Insieme agli altri dèi del vento. Avremmo dovuto consegnarli ad Ares insieme al pithos.» Spostò nuovamente lo sguardo su Chirone. «Potremmo darli al signor D, quando tornerà.» 

«Non so quando tornerà, ma sì, potreste.» rispose Chirone vagamente. 

«È successo qualcosa, Chirone?» gli chiese Reyna. Aveva l'impressione che il centauro stesse evitando di dire loro qualcosa di importante – e preoccupante. 

«Siete stati sull'Olimpo per consegnare Eolo agli dei prima di venire qui?» domandò Chirone, anche se somigliava più ad un'affermazione che una domanda. 

«Sì.» confermò Reyna. «E Ares non ci ha fatti entrare nella sede degli dèi perché ci ha detto che erano in riunione. Ha preso il pithos ed è rientrato nel palazzo.» spiegò. 

Chirone annuì lentamente. «Gli dèi non vorrebbero che io ve lo dica, ma il motivo per cui Ares non vi ha fatti entrare non è perché erano in riunione. Anzi, la riunione è più una conseguenza di ciò che è accaduto. Forse avevano iniziato a discutere al riguardo proprio quando siete arrivati voi.» 

«E cos'è successo?» chiese Josh cautamente. 

«Ermes è scomparso.» affermò Chirone in tono grave. «E con lui stanno iniziando a scomparire anche i suoi figli. Per ora sono scomparse solo tre persone, ma tutto ciò è preoccupante. Sono scomparsi tutti e tre di notte, mentre stavano dormendo. Nessuno dei figli di Ermes è riuscito a sentire nulla, ma attorno ai letti di chi è scomparso abbiamo trovato dei segni di lotta, quindi è probabile che si tratti di rapimenti.»

Adria si aggrappò in fretta a Josh, come se tenendogli il braccio potesse evitare di farlo sparire. «E cosa possiamo fare per ritrovare chi è scomparso e per evitare che questi rapimenti si ripetano?» 

Chirone sospirò. «Per la prima volta nella mia lunga vita, non ne ho la più pallida idea.» 

Dèi, è finita ✨
Questo capitolo è più breve degli altri perché è una sorta di epilogo/prologo che "prepara" a ciò che accadrà nel sequel :)
Il sequel inizierò a scriverlo subito. Probabilmente domani perché oggi ho una montagna di cose da studiare + tra poco devo andare in palestra. Ho un'altra cosina da dire, ma la dirò nei ringraziamenti 🙅‍♀️

Olympus [1] • The hunt has just begun  Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum