xxiii. sfinita

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Ero sotto di lui, mentre con le mani grandi mi teneva incollata alla coperta, la sua presa mi bloccava i polsi e continuava a baciarmi il collo lasciandomi segni.
Non volevo fare niente, non in quel modo e soprattutto non con lui, non avevo intenzione di fare sesso, non volevo, cazzo se non volevo!

Avevo già un'esperienza alle spalle.

«Nathan no» sussurravo inutilmente con voce spezzata. «Non mi fermo ora» ribatté mettendo una mano sul mio fianco.
Sentivo un dolore tremendo allo stomaco e ai miei polsi che erano sempre più rossi.
«Lasciami per favore» dissi alzando un po' il tono di voce.
Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, la gola mi bruciava e dentro di me non avevo idea di cosa stesse succedendo.
Alzò la mia maglia contro il mio volere.

«Non voglio Nathan, non voglio» dissi cercando di divincolarmi, quasi piangevo, le mie gambe erano come paralizzate, non potevo essere cosi debole.

«Sai che sono geloso degli altri, perchè ci parli con loro? Tu hai me» lentamente chiudevo gli occhi, abcora assonnata e stravolta.

«Loro sono meglio di te» bisbigliai.
«Nessuno è meglio di me a letto e ora ne avrai la conferma» disse abbassandomi lentamente gli indumenti. «Fermati, ti ho detto basta Nathan» cercavo sempre più di alzare la voce.
Ricominciò a lasciarmi languidi baci su tutto il mio dannato corpo.

[ ... ]

Ero completamente sfinita, senza forze, senza alcuna voglia di reagire, con addosso una maglia e le mie mutande.
Non volevo stare al suo stupido gioco perverso. Sentivo le poche energie che mi rimanevano abbandonarmi lentamente, le mie palpebre pesanti chiudersi e addormentarsi in un sonno profondo.

Finalmente sentii qualcosa per cui valeva la pena svegliarsi e farsi coraggio, sentii da lontano un rumore di un'auto, aprii gli occhi e la vidi. Era di Tyler, una speranza c'era.

Vidi lui e Froy arrivare, chiusi lentamente gli occhi a causa del sonno profondo, non sapevo cosa stesse succedendo intorno a me, l'unica cosa che rammento era il rumore di una lite, delle grida e la voce di Froy che mi rassicurava, o almeno ci provava. Dormii, un sonno profondo, sognai o forse ricordai qualcosa.

Nella mia immaginazione vidi me e Froy, poco più piccoli. Ci vedevo divertire, ridere, ballare, cantare, vivere e bere, bere fino a distruggerci il fegato a brandelli. Poi ci vidi in riva al mare, levammo le scarpe e i vestiti, ci tuffammo come se nessuno ci stesse guardando, la musica a palla ci consuma i timpani ma a noi poco importava.
Vidi i tatuaggi delle persone illuminarsi al chiaro di luna, vidi i corpi uniti in baci con la lingua, vidi ragazzi fare l'amore.
E poi due occhi azzurri, due occhi azzurri che mi fissavano e nessuno diceva niente, nemmeno un "come ti chiami?"
Eccoci mentre correvamo verso il mare mano nella mano come se ci conoscessimo da sempre.

Una voce ripeteva di continuo "succederà un casino" e un'altra rispose, "è già tutto un casino".

Non riuscivo più a respirare, stavo mischiando la realtà con il mio sogno, stavo confondendo tutto, il mio battito accelerò a dismisura e sentivo le urla di Froy e Tyler contro quelle di Nathan che sentii cadere accanto a me.
Respiravo a malapena.
Qualcuno mi prese in grembo e mi portò in auto, ero sdraiata sui tre sedili posteriori con la testa poggiata sulle gambe di lui, la sua mano calda e gonfia era accarezzava il mio stomaco che portava dei lividi e delle ferite.

Vidi tutto bianco, poi vidi nero, bianco, nero.
Mi svegliai improvvisamente, spalancando gli occhi, feci un respiro profondissimo, come se non respirassi da un sacco di tempo, alzai la testa e aprii gli occhi. La prima cosa che vidi furono gli occhi diventati da grigi ad azzurri di Froy, che sospirò. «Va tutto bene, ora va tutto bene» sussurrava accarezzandomi il viso e spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

Arrivammo dopo non molto a Beacon Hills, non ricordavo quasi per nulla cioè che era successo, rammentavo vagamente solo alcune urla e alcuni gesti.
Salimmo in ascensore per portarmi in stanza.

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum