xxxxxiii. ci conto!

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Dopo due secondi lo ritrovai sopra di me, a cavalcioni, solo un sottile velo bianco divideva i nostri corpi, ma questa volta no, non facemmo sesso, ci limitammo a conoscerci di più e divertirci, come se il nostro unico scopo fosse sempre stato quello di essere amici.
Mi faceva il solletico e io lo soffrivo tantissimo, risi a crepapelle e quasi persi tutto il fiato.
«Cam! Cam fermo!» dissi tra una risata e l'altra. «Senti, se trovi un polmone in giro per la stanza è mio!» feci infine sospirando, quando finalmente mi lasciò scampo per un respiro decente.

«Parlami un poco di te, dai» chiese dopo cinque minuti di silenzio.
«Che vuoi sapere?» domandai perplessa, girandomi verso di lui e arrotolandomi tutta tra le coperte.
«Non lo so, quello che ti passa per la mente»
«Uhm, vengo da Milano
«Tutto qua? Alexis non so se ti è chiara questa cosa ma non faccio questo tipo di domanda a tutti, anzi, quindi deliziami un po' con le tue stravaganti avventure!» sbottò e mi tirò un cuscino addosso.
Risi dopo la sua frase e iniziai a raccontare un po' di me, della mia famiglia e di tutta la mia vita, persino di Froy.

«Non so per quale motivo ti stia parlando di lui, scusa, non avrei dovuto
«Ei, no, mi piace sentirti parlare e tu sei innamorata persa di questo ragazzo. Sono felice che tu ti sia aperta cosi con me.. Cioè no, aspetta, cioè non intendo in quel senso, capito?» si bloccò e scoppio in una risata fragorosa diventando tutto rosso.

«Ti avevo giudicato male, sai?» ammisi io dopo una pausa, mentre lui si era alzato, vestito e stava preparando un caffè.
«Perchè? Come mi avevi giudicato?» chiese abbozzando un sorriso.
«Uhm. Pensavo fossi, boh, un senza cuore, uno di quei ragazzi con cui vai a letto alla sera e al mattino non ci sono più, uno di quelli stronzi che vogliono solo del sesso, ma, ti ho rivalutato e sono stata stupida a giudicarti cosi in realtà.» conclusi.
«Mi fa piacere che tu abbia cambiato idea, comunque se devo essere sincero un po' stronzo che vuole una bella scopata lo sono, anche se dipende da persona a persona. Non so, magari se ieri sera non avessi incontrato te ora qua ci sarebbe una ragazza da cui non vorrei nulla.»

«E da me cosa vuoi?»
«In che senso?»
«Se ci fosse un'altra tipa non vorresti nulla da lei, ma da me?»
«Mi piacerebbe conoscerti
«Beh,ma non in quel senso, so che ami Froy e non ci tenterei nemmeno a fartelo dimenticare, però mi piacerebbe essere tuo amico capisci?» aggiunse subito dopo
«Anche a me piacerebbe» dissi sorridendo.

«Ma, se vogliamo far si che questa amicizia funzioni la prima cosa che debi fare è prestarmi dei vestiti per tornare in camera mia!» Lui rise, era davvero carino, sapevo benissimo che sotto quella corazza da cattivo ragazzo si nascondeva una persona dolce e premurosa.

«Questa può andare?» disse togliendo dall'armadio una felpa nera, lunga, con una rosa sul retro. «È perfetta, grazie» feci io prendendola e indossandola.
«Ora posso anche andare
«Ti accompagno, e prima che tu ribatta no, non puoi farmi cambiare idea. Okay, sono le 13 di una domenica e nessuno sarà al College ora ma indossi comunque soltanto una felpa che ti arriva fino a metà coscia e qualsiasi ragazzo arrapato ti salterebbe addosso
«Solo per una felpa?»
«Non è solo per una felpa, sono i capelli scompigliati, il viso pulito, le gambe scoperte, è il tuo charme a far si che un ragazzo voglia condurti nella sua stanza oggi.»

Sapevo che aveva ragione.

Annuii, poi, forse un po' con leggerezza, uscimmo dalla sua stanza e raggiungo la mia che era vuota. «Grazie» sussurrai e gli lascio un bacio sulla guancia.
«A te; allora ti scriverò!» esclamò lui.
«Guarda che conto» ribattei io.

E poi se ne andò, lasciandomi la sua felpa e il suo profumo addosso.
Mi feci una doccia, indossai il pigiama e ordino qualcosa da mangiare, nel mentre accesi Netflix e mi imbattei in Sherlock, Sherlock Holmes.

[ dopo un paio di ore ]

«Alexis? Sei in stanza?»
Riconobbi, già dai passi in realtà, subito mio fratello, gli aprii e noto che era in buona compagnia, Tyler, Cody e Dylan. Li feci accomodare nella camera e offrii loro un buon caffè.

«A cosa devo questa visita inaspettata?» chiesi sotto il loro sguardo severo.
«Davvero te lo domandi?» mi rimproverò Aaron.
«Beh, si, che succede?»

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Where stories live. Discover now