Ryokku

XIX

(Senza Nome)

Per diversi mesi la routine diventò monotona e occupò la maggior parte del mio tempo, libero e non.

Con il passare dei mesi il tempo sopra il Nido pareva l'unica cosa che rimanesse immutata, come l'avversione di Abigail verso i miei confronti. I Mordecai continuavano a tenermi d'occhio durante le sessioni di allenamento comune e avevo imparato a riconoscere il limite che divideva Ryokku da me. Non potevo superarlo o sarei morta. Damian non mi aveva ancora fatto desiderare di volerlo.

Louis mi svelò presto il trucco del suo carattere mite e del menefreghismo di mio fratello: il divertimento. L'addestramento che seguivo non era lo stesso per gli altri ragazzi, io ero esclusa dalle lezioni teoriche dato che il Patto lo avevo già stipulato, ma dovevo essere presente alle dimostrazioni nelle palestre o nella camera di simulazione. Nonostante Drogo fosse escluso dai sorvegliati e Wyatt e Grace non avessero più potere su di lui, tesi occhi e orecchie per conoscere la sua situazione. Migliorava giorno dopo giorno, era forte, devoto al suo incarico e costante. Lo vedevo allenarsi duramente durante le pause, fino a notte fonda. La sua cooperatività non migliorò affatto, sarebbe stato il primo se non fosse stato per i punteggi bassi in quella categoria. A lui non sembrò fregargliene molto, si vantava che dopo il corso avrebbe intrapreso un'importante missione e che avrebbe avuto successo, ergo non aveva tempo da perdere con amici e compagnie varie.

C'era un esercizio molto ripetitivo che gli istruttori ci facevano svolgere: a coppie, due soldati venivano ammanettati insieme e venivano dotati di un'arma a testa. Uno dei Demoni dei sergenti veniva liberato e il suo compito era quello di renderci inabili alla battaglia, gettandoci a terra o disarmandoci. Dato che nessuno voleva fare coppia con Drogo e lui stesso non voleva avere nulla a che fare con me, insistei parecchio sul metterci insieme nei test. Volevo fargli capire le giuste strategie da seguire, capire come elaborava le sue tattiche e su che basi, ma lui si limitava a trascinarmi da tutte le parti tramite la catena che ci legava senza parlarmi. Nemmeno una volta fummo sconfitti per ultimi, sempre per primi.

I corsi per Dominatori non erano un campo vacanze dove i ragazzi si radunavano e giocavano a nascondino, ma riconobbi che mettere la mia fiducia in Drogo era risultato un pessimo errore.

Questa era la mia routine:

Ore 5.30: Era la parte della giornata meno invariata rispetto a prima. Mi alzavo, mi facevo la doccia, preparavo la colazione per mio fratello e lui lavava i piatti. Frutta e tè nei periodi più freddi. Latte, miele e cerali nelle stagioni meno rigide, quindi da aprile in poi.

Lui usciva per primo e seppure sapevo che avrebbe dovuto presentarsi ai corsi e presenziare ad alcune lezioni, non si faceva mai vivo. Mi occupavo delle mie piante nel tempo che mi restava, dopodiché, puntuale, aspettavo Lottie davanti alla palestra per la sua lezione.

Ore 8.30: Esercitarsi in palestra con gli altri cadetti, seguire le lezioni di Lottie, Sora e Mark. Se mi andava male, talvolta si presentavano all'appello anche uno dei superiori, come Erik e Khol. Pulivamo gli stessi ambienti che sporcavamo, come eravamo soliti e gli istruttori impararono a usare quel tempo a loro vantaggio. C'erano molte armi nell'armeria a disposizione, quasi tutte erano di legno o di un materiale simile. La maggior parte di ragazzi entrava nei corsi con l'idea di specializzarsi in un'arma precisa, il lavoro risultava più facile, altrimenti si faceva diverse prove e gli educatori stabilivano quale fosse più appropriata per un determinato soldato. Gary era un ragazzo con una mira straordinaria, ma era lento nei movimenti: gli venne dato un arco. Clelia era una ragazza alta e robusta, riusciva a sollevarmi con una mano senza sforzi: lei ebbe una mazza. Drogo si affidò alle spade dato che fin da piccolo suo padre gli aveva insegnato a maneggiarle, si allenava con pesanti bastoni e pesi su polsi e caviglie.