XLVIII

2.4K 271 21
                                    

Quando aprii gli occhi mi ritrovai nel mondo di Ryo, uguale alle campagne immense del Regno Unito, tuttavia era cambiato tutto dall'ultima volta che ci ero entrata, molti mesi prima: l'albero secco che svettava come un fusto raggrinzito contro il vento era diventato un'imponente quercia con un tronco ampio e duro, le foglie dentate e i rami ricolmi di ghiande verdi. Non esisteva più una landa deserta, tappezzata di erbacce o rami secchi, al loro posto erano nati fiori di vario genere e colore. Le violette e le margherite rendevano l'erba una tela meravigliosa. Soffiava un vento leggero.

Mi voltai, sentendo un rumore. Ryokku era accanto a me, però non aveva assunto il suo solito aspetto demoniaco. Aveva deciso di travestirsi da umano. Era così simile a me con quella pelle rosata, quell'altezza media e i denti dritti, che non lo riconobbi.

«Se fossi un umano» mi ricordò paziente «tutto sarebbe molto più semplice.»

Mi avvicinai e gli posai piano una mano sul viso. I suoi occhi non erano più neri come la pece, bensì di un verde intenso, scuro, come l'erba d'autunno. La sua pelle morbida e rosa era più calda della mia, quasi bruciava al contatto della mia mano. Le sue braccia e le sue gambe non erano più percorse da piume da rapace o artigli ricurvi, solo da leggeri peli neri.

Passai una mano sulle braccia, erano rimaste mingherline e dure, così come i suoi capelli, lisci e corvini, gli coprivano le orecchie tonde.

Scossi la testa. «Te l'ho detto, io non voglio un essere umano. Voglio il vero te, non mi interessa.»

Nei suoi occhi lessi un barlume di malinconia, però anche di sollievo. Amare una persona del genere era più speciale, perché fu chiaro che lo volevo per quello che era dentro. Non avrebbe mai potuto essere come un qualsiasi altro essere umano e io non potevo diventare un Demone, comunque credetti fermamente che c'erano più lati positivi che negativi.

Ryo serrò gli occhi e il suo naso si arricciò, concentrandosi. Quando li riaprì tornai a vedere quelle pupille sottili e dorate, le corna alte e le ali appiattite contro la schiena.

Gli cinsi le spalle con le braccia e quando mi baciò il mio cuore di incrinò appena, percependo il dolore che stavo causando a molti altri. Per me invece fu la cosa migliore che avessi provato, stavo pensando a me stessa e a lui. Era un sollievo poterlo baciare, non mi dovevo preoccupare di nulla, nessuno ci avrebbe mai trovati. Ryo era come la bottiglietta d'acqua dopo una maratona, il cibo dolce dopo una pesante giornata.

Ryokku passò le dita tra i miei capelli, poi scese fino al collo, facendomi tremare alla sensazione delle unghie contro la pelle sudata. Adorai quel momento di folle piacere, non c'era altro modo per definirlo. Eravamo entrambi intrappolati in un mondo troppo stretto per noi, che non voleva fare altro che seppellirci. Non era mai stato facile per noi.

Mi baciò con ardore il collo, trascinando i denti sulla superficie, senza mai ferirmi o lasciarmi dolorosi segni. Alzai il mento e mi lasciai sfuggire un sospiro di soddisfazione, mentre con il solo pensiero fece scomparire i miei vestiti. Mi avvolse con le ali e venni stretta dal suo corpo, mentre il soffio di vento si spinse sulle gambe, facendomi venire dolci brividi.

Il petto del Demone si gonfiò, tremò e si contrasse contro il mio. Le nostre pelli si toccavano, era caldo come il fuoco, pulsante e provocante. Con la mano tracciò la valle della schiena, sfiorando quella delle natiche. Strinsi i pugni contro la sua schiena, minacciandolo con le unghie di fargli assaggiare anche io una nuova sensazione.

Con velocità, affondò le zanne nuovamente nel collo. Gridai per istinto, spingendomi di più contro il suo petto. Gli strinsi le mani sui capelli per attirarlo, come se avessi avuto paura di lasciarlo scappare. Mi accarezzò le cosce e con la coda mi solleticò i polpacci, le afferrò e mi tirò contro di sé, baciandomi con passione. Mi fece smettere di respirare e appena incontrai i suoi occhi scintillanti di bramosia immaginai cosa avesse in mente di farmi.

Tracciò con delicatezza la coppa dei seni, delle clavicole e delle scapole. Emisi un gemito nervoso appena avvertii la sua mano scendere lungo il ventre, verso il basso. Con la lingua stuzzicò le labbra, nel frattempo mi accarezzò delizioso. Tremai in preda all'estasi e alla frustrazione nella sua mano, per colpa dei suoi movimenti frenetici.

Con un abile movimento, Ryokku mi cinse la vita con un braccio e appoggiò una mano contro la guancia, pretendendo di guardarmi senza tregua. Quindi entrò dentro di me, affondando in quel calore con un'unica spinta. Con un bacio, altrettanto esigente, bloccò il mio urlo di piacere. Per un solo istante rimanemmo lì, respirando affannosamente, vicini, in un universo di beatitudine. Se fossimo stati nel mondo reale probabilmente avrei sentito unicamente dolore, invece tutti i miei sensi erano annebbiati, a parte il piacere, il quale aveva accumulato troppa pressione.

In quel mondo eravamo solo noi.

Strinsi le gambe attorno alla sua vita e uscendo fuori quasi del tutto mi riempì una seconda volta, totalmente. Gettai la testa all'indietro, sciogliendomi ai suoi affondi continui e bagnati.

Ci lasciammo andare senza pensare a nient'altro. Non avvertivo nulla a parte la dolcissima sensazione tra le gambe, il calore nello stomaco e l'umido tra i nostri corpi.

In quel mondo, finalmente, ero diventata parte di qualcosa. Di lui.

RyokkuWhere stories live. Discover now