XXI

3.2K 234 19
                                    

Mi tirò un pugno, il quale riuscii a rallentarlo mettendo gli avambracci davanti al mio volto, come uno scudo. All'impatto riuscii a non emettere alcun suono, ma percepii una fitta indescrivibile alle ossa delle braccia. Scacciai il suo braccio e saltai con l'intento di colpirlo nuovamente in gola. Prevedendolo, riuscì a stringere la gamba in una morsa e a sovesciarmi, posizionandosi sopra di me. Alzai le gambe sopra la testa e mi spinsi via, liberandomi. Mi tirò due pugni, uno sullo stomaco e uno in faccia. Se non fosse stata una prova così importante avrei indietreggiato e mi sarei sforzata sulla difesa, ma dovevano mancare poco meno di quindici minuti alla fine del test e di una cosa ero certa: Andy e Bill non volevano la nostra bandiera, volevano batterci con il tempo.

Mi piegai in avanti, fingendo il dolore del suo ultimo pugno, questo lo fece avvicinare con sicurezza. Appena il suo gancio scese ancora, lo evitai all'ultimo, sbilanciandolo, lo piegai e cercai di immobilizzarlo. Con una mano fermai la sua, storcendogli il braccio sopra la testa, con l'altra gli serrai il collo.

Si schiacciò a terra intenzionalmente, facendomi volare in avanti. Arraffò il giubbino che portavo, perciò mi liberai subito e tentai di scappare via e riprendere la falce. Usò la giacca come fune, fermando la mia ritirata e tirandomi verso di sé, fece fare due giri tirati alle maniche, tanto da far cedere delle cuciture, e la annodò, bloccandomi. Mi spinse a terra e mi tirò fino alla sua spada, la disincastrò dal terreno e con una stilettata decisa, bucò il tessuto e la incastonò a terra. Mi ribellai con tutte le mie forze, ma non ottenni niente.

«Tenta di darmi un calcio adesso, pesciolina» mi prese in giro. «Appena finisco con la principessa, tocca di nuovo a te, preparati.»

Provai un'emozione dirompente, un misto tra rabbia, odio e frustrazione. Non sapevo se avesse un nome proprio o fosse solo un ammasso di istinto primordiale, desiderai soltanto potermi liberare, correre da Drogo e da Andy per colpirli entrambi. La parte di me, quella più ribelle e poco paziente, si incendiò. Non ce la facevo a rimanere immobile.

Il petto cominciò a battermi forte, come se Ryokku si stesse rigirando tra le mura dell'anima e stesse graffiando la membrana che lo teneva rinchiuso. Lui era dentro di me, sentivo perfettamente il suo potere, eppure allo stesso tempo era distante, evanescente.

Andy camminò sicuro verso Drogo, quest'ultimo si alzò un po' a tentoni, ancora provato dall'ultimo scontro.

«Hai ancora la forza per sparare cazzate o preferisci che ti spezzo direttamente?» gli fece scegliere, mettendo due dita davanti a sé. «Se pensate che questo è solo un inutile esame vi state sbagliando di grosso, piccole reclute. Siete Dominatori? Dimostratemelo qui, ora! Adesso siamo noi i mostri, quindi che aspettate?»

Io e Drogo rimanemmo paralizzati sul posto e seppure ci fosse stato insegnato di non mostrare al cacciatore l'odore del sangue e della paura, Andy riusciva ad emanare un'aura così opprimente da rendere impossibile l'idea di alienarla.

«Drogo, aiutami!» strillai impettita. «Lascia perdere lo scontro e...»

Lui mi rivolse un'occhiata storta e, invece di gridare come suo solito, prese un'enorme boccata d'aria e boccheggiò affannoso. «Chiudi quella fogna, ti ho già detto che il tuo potere non mi serve per sconfiggere questo figlio di puttana. Ce la farò da solo, te lo dimostrerò! È questo che fanno i soldati e io diventerò il numero uno fra tutti i Dominatori! Se tu sai solo scappare non è affar mio.»

Era sempre stato così, fin da piccolo. Prepotente e avventuriero, eravamo amici d'infanzia perché abitavamo vicini e avevamo più o meno la stessa età. Non avevamo grandi compagni all'epoca, c'erano i soliti gruppetti fidati e poi c'eravamo noi. Drogo riusciva a farsi rispettare persino dai più grandi, era un capetto nato, una specie di leader per me, seppure anche Bill dicesse che non sapeva bene riconoscere la differenza tra bene e male. Da quando le nostre strade si divisero, già prima dei tredici anni, aveva accelerato verso un'altra direzione.

RyokkuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora