CAPITOLO VII

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Mentre camminava per le strade della città, il giovane si era soffermato più volte ad ascoltare lo scroscio della pioggia battente che si infrangeva contro l'asfalto e contro il suo ombrello. Per una persona che come Yoongi amava la pioggia, quel segno dava a pensare che quel giorno sarebbe stato ricordato per esser stato un bel giorno; quel clima e soprattutto il rumore che la pioggia produceva, metteva il giovane in uno stato di relax, spingendolo a rilassare piacevolmente i muscoli ma ad aguzzare però i sensi.

Solitamente trovava sconfortante l'idea di dover prendere un bus per andare all'università e per tornare a casa ma lui era una persona eccessivamente troppo pigra per decidere di percorrere a piedi – tutti i giorni – quella strada. Tuttavia quel giorno, dato il tempo, Yoongi decise improvvisamente che sarebbe stato interessante fare una passeggiata di più o meno trenta minuti per arrivare a destinazione; un tempo che effettivamente sembrò volare via e, prima ancora che il ragazzo se ne accorgesse, il suo corpo si ritrovò a sfilare fra le varie facoltà presenti all'interno del campus. Tirò fuori dalla tasca dei suoi jeans neri, strappati sulle ginocchia, il suo cellulare con l'intento di leggere un messaggio a cui, tra un pensiero e l'altro, aveva dimenticato di rispondere. Come il giovane aveva supposto, era stato inviato da uno stressato Namjoon che lo metteva al corrente di essere arrivato e di starlo aspettando alla caffetteria della facoltà, seduto ad uno dei tavolini riservati agli studenti.

Il biondo accelerò per cercare di arrivare dall'altro nel giro di una decina di minuti e quando riuscì a varcare la soglia del luogo in cui il ragazzo dai capelli violacei aveva detto di trovarsi, il biondo lo vide, seduto ad uno dei tavolini posti ai margini. Si fece strada in mezzo ad alcuni studenti che parlottavano fra loro allegramente e quando arrivò davanti a Namjoon quest'ultimo sollevò la testa dal suo cappuccino per rivolgere uno sguardo ed un sorriso stanco all'altro.

-Non hai la faccia di qualcuno che ha dormito bene.- Affermò il più basso, concentrando la sua attenzione sulle occhiaie, fortunatamente poco evidenti, dell'amico.

-Già...- Confermò semplicemente, prima di poggiare nuovamente le labbra contro la tazza in ceramica bianca, ricolma ormai di cappuccino solo per metà.

Dopo questo breve scambio di battute, entrambi si lasciarono avvolgere dal silenzio; un silenzio che per loro non aveva nulla di scomodo o di imbarazzante ma che al contrario, lasciava del piacevole tempo ai due per potersi concentrare sui loro unici e separati pensieri. Capitava anzi, abbastanza spesso che i due non avessero conversazioni impegnative alle prime ore del mattino e la cosa era causata da una moltitudine di ragioni di cui prima fra tutte, era quella di essere ancora per metà nel mondo ovattato dei sogni.

Una volta che anche Yoongi ebbe consumato la sua colazione, composta come di solito da una tazzina di caffè amaro, i due abbandonarono il tavolino da loro occupato solo per una quindicina di minuti, per attraversare i corridoi che li separavano dalla classe che li avrebbe ospitati per la prima lezione della giornata e quando furono arrivati, scelsero di sedersi, come avevano fatto solo poche volte nel corso della loro carriera accademica, in un posto in seconda fila.

Quando il brusio si arrestò improvvisamente a causa di un tuono arrivato a squarciare il cielo grigio quando nessuno se lo aspettava, il professore varcò la soglia d'entrata con la testa bassa, gli occhi fissi sul pavimento e un sorrisetto a cui Yoongi non diede peso in un primo momento, perché troppo concentrato e allo stesso tempo ammaliato dal suono emesso dalla pioggia e dal rimbombo dei fulmini nell'aria.

Il giovane si sentiva rilassato mentre tirava fuori dalla sua tracolla un astuccio e un quaderno appunti che all'interno, fra le pagine, era stracolmo di bigliettini pieni di appunti presi all'ultimo momento e allo stesso tempo, privi di connessione logica – impossibili da collegare e contestualizzare - e dalla copertina completamente usurata a causa della disattenzione del biondo ma quest'ultimo non badò neanche per un'istante a quei miseri ed insignificanti dettagli perché sentiva che nulla, quel giorno, poteva turbare il suo buon umore.

𝙁𝙞𝙣𝙙 𝙈𝙚 │𝙎𝙊𝙋𝙀Where stories live. Discover now