CAPITOLO XVI

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Con un sorriso beffardo sulle labbra il biondo si lasciò la slanciata, seppur poco più bassa, figura di Jimin alle spalle prima di dirigersi verso il corridoio che lo avrebbe condotto nella sala di musica ma più i passi che percorreva in sua direzione aumentavano, più uno strano sentimento che a parole non seppe neanche definire, si impossessava di lui. Aveva atteso quel momento per diverso tempo; aveva cercato di immaginare i lineamenti di quel ragazzo, negli ultimi tempi, ogni volta che gli capitava di scorrere nuovamente una, fra le numerosissime, conversazioni avute con l'altro. Quel ragazzo era tante cose, agli occhi di Yoongi, poiché più di una volta attraverso delle semplici parole espresse, in una altrettanto semplice chat di messaggistica, aveva colto in lui sfumature che pensava di essere in grado di notare solo dopo  averlo incontrato. Hoseok era trasparente e al contrario suo, non faceva alcuna fatica ad esprimere quello che provava e quello che aveva dentro di sé; Hoseok era un adoratore del contatto pelle contro pelle, al contrario di Yoongi, cosa che in un primo momento intuì, quando una volta fu contattato in piena notte dall'altro solo perché quest'ultimo era stato colto dalla voglia improvvisa ed impellente di raccontargli come, sarebbe riuscito a dormire meglio se il biondo fosse stato insieme a lui. Hoseok era ingenuo e provocatore allo stesso tempo, risultando o forse dando l'impressione, di essere perfettamente bilanciato. Tra di loro avevano parlato molto e il ragazzo dai soffici capelli biondi di questo poteva sentirsi soddisfatto, tuttavia però non riusciva a nascondere neppure a se stesso il fatto che avrebbe voluto conoscere altri mille aspetti diversi della persona che era Hoseok.

Quando si ritrovò di fronte alla porta della sala di musica dell'università che frequentava il ragazzo dei post-it, Yoongi si soffermò qualche istante davanti all'uscio prima di poter entrare, poiché improvvisamente gli era tornato alla mente il fatto che l'altro non sapesse nulla della sua presenza e che con tutta probabilità, se si trovava in quell'aula era perché doveva farci qualcosa. Rimase invece spaesato quando il suo sguardo, dopo aver vagato su buona parte di quella sala, non riuscì a cogliere la testa mora del ragazzo.

Decise di avanzare di qualche passo e quando si ritrovò a qualche metro dal pianoforte, riuscì finalmente a vederlo mentre se ne stava seduto sul pavimento, con le gambe incrociate e la testa china su di un quaderno che poggiato su una coscia, aiutava il ragazzo a far scorrere meglio la penna sulle pagine bianche. Il più piccolo sembrava terribilmente assorto in quello che stava probabilmente studiando e dal modo in cui talvolta arricciava le labbra, il biondo ebbe l'impressione che ci fosse qualcosa in quelle parole che per lui era difficile da comprendere.

Improvvisamente si rese conto di essere fermo ancora al centro di quella sala e in più, di non avere la minima idea su come portare l'attenzione del bruno su di lui. Pensò che se avesse parlato improvvisamente, avrebbe potuto spaventarlo, quindi decise di fare la cosa che gli sarebbe riuscita meglio in quel momento; qualcosa che desiderava fare da quando aveva deciso di raccattare velocemente tutto quello che c'era sul tavolo dove solitamente mangiava e studiava nella biblioteca della sua facoltà.

Percorse a passo lento i pochi passi che lo dividevano dallo sgabello posto davanti al meraviglioso pianoforte laccato interamente di vernice nera, prima di scoprire i numerosi,  incredibilmente rassicuranti e familiari, tasti bianchi e neri. Sollevò di sottecchi lo sguardo verso l'altro e quando ebbe la sicurezza che il più piccolo stesse ancora scarabocchiando velocemente sul suo quaderno, diede finalmente alle sue dita la possibilità di poggiarsi delicatamente sui tasti, che dopo essere stati accarezzati dagli abili polpastrelli del biondo, riempirono la stanza di una melodia classica che seppur lenta e a tratti perfino delicata, conservava allo stesso tempo un ritmo cadenzato che faceva venire i brividi a Yoongi.


Quando le sue dita arrivarono a scivolare sui tasti che avrebbero prodotto le ultime note di quel brano il biondo si rese conto che, come aveva sperato facesse, il moro aveva abbandonato la posizione quasi fetale in cui si trovava prima, per andare a sistemarsi qualche metro più a sinistra in modo da poter avere una visione più precisa delle mani del più grande. E quando l'ultimo suono emesso dal pianoforte si liberò nell'aria, Yoongi voltò finalmente lo sguardo nella direzione del ragazzo che dal canto suo, sentendosi osservato improvvisò un saluto che risultò goffo alle sue stesse orecchie.

𝙁𝙞𝙣𝙙 𝙈𝙚 │𝙎𝙊𝙋𝙀Where stories live. Discover now