2. Stoccolma, 20 marzo

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Non ho mai preso un aereo in tutta la mia inutile vita e diciamo che con le ventitré ore di volo che separano Sydney da Stoccolma sono proprio partito alla grande.

È passata circa una settimana dal mio primo incontro con Luke ed è da quel giorno che non riesco a chiudere occhio perché la mia mente è completamente impegnata a pensare a lui e non ne vuole sapere di disconnettersi e lasciarmi dormire in pace.
In palestra mi era sembrato che Luke ci stesse provando con me ma le mie ricerche su internet mi hanno fatto pensare di essermi immaginato tutto. Sono numerose le interviste in cui il cantante ha parlato degli omosessuali e la frase con cui esordiva era sempre la stessa: "Non ho niente contro gli omosessuali, ho molti amici che lo sono, il mio manager compreso, diciamo solo che io preferisco il gentil sesso".
Devo riuscire a ficcarmi in testa che lui non è gay. E poi, anche se lo fosse, con tutti i ragazzi che potrebbe avere, perché dovrebbe scegliere proprio me?
Forse perché ho una stupidissima cotta per lui da anni.

"Posso offrirle qualcosa da mangiare?" la hostess si avvicina gentilmente al mio posto.

"No, grazie. Quanto manca all'atterraggio?" domando, un po' perché non vedo l'ora di arrivare in suolo Europeo e un po' perché mi sto annoiando a morte, dato che Luke, seduto accanto a me, non ha fatto altro che dormire da quando ha appoggiato il suo fantastico culo al sedile.

"Tra due ore siamo arrivati" ricambio il sorriso e cerco per l'ultima volta di addormentarmi, giusto per recuperare almeno un'ora di sonno. Quando mi sento finalmente in pace con me stesso e sto per abbandonarmi al mondo dei sogni, un movimento brusco mi fa scattare e, non appena apro gli occhi, trovo Luke che mi fissa.

"Che c'è?" chiedo senza pensarci due volte, forse sembrando leggermente scontroso.

"Stavi dormendo da troppo tempo e io mi annoio, manca poco" questo è completamente scemo.

"Ma se sei tu quello che ha dormito tutto il tempo" alzo gli occhi al cielo. Devo ammettere che Luke mi piace di più quando sta zitto o quando si limita a cantare.

"Scusa hai ragione. Nelle ore precedenti alla partenza sono stato occupato a fare" si morde il labbro "Altro" quasi sussurra e ammicca nella mia direzione. Vorrei tanto strappargli quel fottuto sorriso strafottente ma irresistibile a morsi. E poi magari anche fottermelo. Magari.

È di nuovo lui a rompere il silenzio "E tu? Non hai passato l'ultima notte di fuoco con il tuo ragazzo?" domanda.

"Non ho un ragazzo" alzo le spalle. È solo la seconda volta che parlo con Luke ma ho già capito che non mi sentirò mai a mio agio ad avere una conversazione con lui.

Sento uscire dalle sue labbra carnose un "Meglio" ma la conversazione viene subito tagliata dalla hostess che parla nel microfono dell'aereo e dice di allacciare le cinture di sicurezza perchè stiamo per atterrare.

***

Vedo il Debaser Strand, il locale in cui suoneremo, ormai quasi pieno. Avevo letto sui giornali che le ragazze fanno la fila per stare nelle prime file ai concerti di Luke anche dal giorno prima dell'evento ma non avevo ancora realizzato quanto le sue fan fossero realmente accanite prima di vederle spingersi a vicenda e correre per accaparrarsi i posti migliori.

"Clifford, tra dieci minuti tocca a te" mi dice un ragazzo che lavora nel locale e io lo ringrazio, tentando di mascherare la mia agitazione. Cerco di pensare che andrà tutto bene. La mia chitarra è accordata, ho già scaldato la voce e ricordo tutti i brani a memoria quindi non dovrei avere problemi ma l'ansia mi sta comunque divorando lentamente.
Fortunatamente Ashton si avvicina a me, che sto spiando il pubblico da dietro una tendina, e, senza dire niente, mi abbraccia. È un abbraccio caloroso che, nel silenzio, mi dice in realtà tante cose.
E in questo momento capisco di avercela fatta: io, Michael Gordon Clifford, mi sto per esibire davanti a migliaia di persone.

Finalmente le luci si abbassano e sento Ashton incitarmi "Si va in scena" così capisco che devo farcela anche per lui, il quale ha creduto così tanto in me da prendermi sotto la sua ala dopo avermi sentito strimpellare qualche accordo in casa mia.
Indosso la mia chitarra, faccio un respiro profondo ed inizio a suonare prima ancora di salire sul palco. Sento le fan urlare, ho un'anomala dose di adrenalina in corpo che decido di sfruttare facendo la mia entrata sulle prime note di "Dear Maria Count Me In" degli All Time Low.

Il mio mini concerto va a gonfie vele, la maggior parte delle fan conosce le parole delle cover e sembra si stiano divertendo.
Poi arriva il momento dell'ultima canzone.

"Stoccolma! Come state?" urlo nel microfono "Suonerò per voi un'ultima canzone, è un inedito e, se lo conoscete, cantate con me. Si chiama Jet Black Heart e per me significa molto".
Ed è quando intono le prime note che mi accorgo che le fan conoscono davvero le parole della mia canzone, così sul primo ritornello lascio cantare a loro "'Cause I've got a jet black heart" e, quando mi giro, vedo Luke con le braccia conserte che mi sorride da dietro le quinte.
Inutile dire che devo aspettare qualche secondo prima di avere la forza di rincominciare a cantare.

💫💫💫

Ciao a tutte!
So che avevo detto che avrei aggiornato al venerdì ma ho cambiato idea ahah aggiornerò invece ogni giovedì (tendenzialmente alla sera).

È definitivamente iniziato il tour e niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto e di "rivedervi" al prossimo.

Ci tengo a ringraziare tutte quelle che hanno votato e commentato gli scorsi capitoli, mi ha fatto davvero tanto piacere!

Un bacio 😘
S.

Touring || MukeWhere stories live. Discover now