21. Phoenix, 23 aprile

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The blood in my veins is made up of mistakes
let's forget who we are and dive into the dark
as we burst into color returning to life

Questa sera, mentre canto questa parte di Jet Black Heart ci metto d'avvero l'anima perchè in qualche modo la sento ancora più parte di me.

*Flashback*
"Così pensavo che potreste iniziare includendo dei featuring nei vostri cd per poi magari arrivare a registrarne direttamente uno insieme" spiega Sam Colemann e io sto già per dire che ci stiamo, non c'è neanche bisogno di chiedermelo.

"Grazie, ti faremo sapere" Luke si alza dalla sedia, stringe la mano al produttore e io mi ritrovo costretto a fare lo stesso, seguendolo fuori dall'ufficio. Effettivamente avrei dovuto immaginare che Luke non avrebbe voluto incidere altro con me, dopo tutto, perché dovrebbe? Per peggiorare le sue canzoni?

"Vado a cercare Ashton" trovo la prima scusa che mi viene in mente per allontanarmi dal biondo ma lui mi tira per il polso, impedendomi di continuare a camminare.

"So cosa stai pensando e non è così" mi sorprendo del fatto che forse mi ha veramente capito.
C'è da ammettere che io non ho assolutamente un carattere facile ed è assurdo come Luke ci abbia messo pochi mesi a comprenderlo. Assurdo.
"Seguimi" mi ordina e io eseguo, come al solito, incantato dalla sua voce cordiale e rassicurante.

Mi conduce su per le scale dell'appartamento, sembra conoscerlo piuttosto bene ma ciò non dovrebbe sorprendermi dato che da quello che ho capito Sam Colemann è stato il suo produttore, o se lo è ancora in ogni caso in questo momento non è rilevante.

Arriviamo alla terrazza dell'appartamento.
Qua sopra c'è poca gente e, nel buio della sera, non riesco a riconoscere nessun volto familiare così mi rilasso, pensando che di conseguenza nessuno possa riconoscere me.

Luke si dirige verso il bordo della piscina e le mie gambe si muovono prima ancora che la mia mente possa pensare di seguirlo. Mi siedo vicino a lui su una sdraio.

"Vedi, Sam Colemann non è esattamente una bella persona come vuole fare credere. Certo, è un bravissimo produttore e ne capisce sicuramente di musica ma diciamo che sbaglia un po' nei modi" abbassa la testa e inizia a muovere la gamba su e giù velocemente, segno che è agitato.

"In che senso?" poggio la mano sulla sua coscia e lo vedo subito calmarsi. Si gira di scatto verso di me e mi guarda negli occhi per qualche secondo prima di abbassare di nuovo lo sguardo e parlare.

"È lui che vuole che io stia con Sophie, ha paura che il mio orientamento sessuale possa rovinargli la carriera e la reputazione" un sorriso amaro spunta sulle sue labbra carnose "Non voglio che succeda lo stesso a te. Il mio contratto con lui durerà ancora per pochi mesi e quando vorremo registrare qualcosa insieme lo faremo in un altro modo".

"Non sei costretto a registrare con me, davvero, io non-"

"Michael" mi interrompe e quando poggia una mano sulla mia guancia, un livido percorre tutta la mia schiena "Ho detto quando registreremo qualcosa insieme, non se" il suo tono duro non ammette replicazioni, non che io voglia contraddirlo in qualche modo, anzi.
Lo guardo negli occhi e vedo un azzurro così sincero che mi fa dubitare che lui sia lo stesso ragazzo che ho conosciuto qualche mese fa in quella palestra.
Siamo molto vicini e il mio sguardo cade inevitabilmente sul suo labbro inferiore, in questo momento stretto tra i suoi denti.
Diciamo che il suo tono non è l'unica cosa dura in questo momento.

Si avvicina per baciarmi ma io lo fermo "Ci possono vedere tutti".

Luke si guarda velocemente intorno "Ma se non c'è quasi nessuno".

"Luke, è un errore" e lo penso davvero. Io sono già incasinato di mio e non ho bisogno di qualcuno che interrompa l'equilibrio che mi sono creato nell'ultimo periodo della mia vita. Continuo a ripetermi che merito di meglio, che Luke merita di meglio, eppure quando lui mi sussurra "Allora perché a me sembra così giusto?" sono proprio io ad annullare la distanza tra di noi e a permettere alle nostre labbra di toccarsi ancora una volta.

All'inizio si tratta di un semplice bacio a stampo: dolce, lento e calmo. Poi Luke mi morde il labbro inferiore e quando ci stacchiamo, riapro gli occhi solo per incontrare i suoi e decidere che voglio di più. Luke mi attira a sé, facendo pressione sui miei fianchi e io affondo le mie mani tra i suoi riccioli biondi, tirandoli leggermente.

Ci stacchiamo solo quando qualcosa si riversa sulle nostre teste. Mi accorgo di avere il fiatone ma ciò non toglie che in questo momento vorrei scomparire: Sophie si trova davanti a noi con un bicchiere vuoto in mano.

Ovviamente è vuoto dato che tutto il liquido al suo interno è sui miei capelli, brutta stronza, figlia di-.

"Ma che cazzo fai?" urla Luke, ma quando si accorge di aver attirato tutti gli sguardi della persone che si trovano sulla terrazza, seppur abbastanza lontani da noi, abbassa il tono di voce "Sei fuori di testa?".

"Sei proprio un coglione" Sophie gli tira il bicchiere addosso.

"Ma si può sapere qual è il tuo problema? Devo ricordarti che stiamo fingendo di stare insieme?" un sorriso involontario si impossessa delle mie labbra ma lo faccio subito sparire non appena la pazza mi fulmina con lo sguardo.

"Non capisci che lo faccio per te? Per la tua reputazione!" spiega lei ma sono sicuro che ci sia dell'altro.

"Provo a spiegartelo bene una volta per tutte, dato che sembri non capire" il biondo fa un respiro profondo, come per calmarsi, e rincomincia a parlare "A me non frega un cazzo che la gente sappia che mi piacciono i maschi, non frega un cazzo di farmi vedere in giro con te e non me ne frega un cazzo di tutta questa storia. Non me ne frega un cazzo di niente. Ho accettato questa farsa solo per fare un piacere al mio migliore amico ed è sempre andata bene ma in quest'ultimo periodo mi stai facendo esasperare. Dimmi qual è il problema al posto di continuare a fare scenate per niente" non posso che essere più d'accordo con lui.
È anche intelligente, quanto me lo scoperei.

"Il problema è che ti amo" sbotta Sophie e io rischio di strozzarmi con la mia stessa saliva. Questa è bella.

Luke sospira "Io no, fattene una ragione".

"Stai facendo un errore" la psicopatica si ricompone, cercando forse di non piangere a causa del rifiuto e passa le mani lungo il suo vestito.
Sta per andarsene ma prima di scomparire dalla nostra visuale, si rivolge a me "Te ne pentirai".

💫💫💫

Oggi non so che dire quindi non vi disturberò ulteriormente ahah spero sia stata una buona lettura, questo capitolo mi piace abbastanza devo ammettere.
Baci 😘
S.

Touring || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora