Capitolo 7.

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«Anche oggi in ritardo, occhi a cuoricino.» mi punzecchiò Azura, sollevando le sopracciglia, assumendo un'espressione buffa.

«Già, dannazione. La macchina non voleva proprio saperne di ripartire, e ho dovuto far arrivare Camden fino alla scuola elementare di Lower Riviera.» appoggiai la mia tracolla stracolma di fogli e penne nel divanetto del Flappy's, per il nostro incontro del venerdì pomeriggio.

Quel giorno il locale era poco affollato, forse perché la maggior parte delle persone erano andate ad assistere ad un concerto nelle vicinanze di una qualche cantante super famosa. Meglio così, adoravo quando avevamo il locale a nostra disposizione. Philipe, il proprietario, ci permetteva dei lussi che in presenza di troppi clienti non poteva darci. Lussi come, ad esempio, farci lavorare personalmente i nostri dolci, facendoceli guarnire a modo nostro, con grande disappunto di Kirk, il cuoco italo-spagnolo a cui non andava particolarmente a genio la cosa.

Sosteneva che noi ragazze rovinassimo le sue creazioni speciali, e che noi americani rovinassimo ogni qualsivoglia di cibo, a prescindere.

«Ragazze, giuro che adoro il venerdì. Staccare un po' da quel dannato furgone mi rende la vita un po' più sopportabile. Ed Evan è sempre così gentile a lasciarmi il pomeriggio libero. Giuro che a volte vorrei mangiarmelo di baci, per quanto è tenero.» sospirò Nora, con occhi sognanti, addentando un donuts ripieno alla crema.

Lei ed Evan stavano insieme dal terzo anno di college. Lui si era trasferito dall'Ohio per studiare al UC Santa Barbara, e per seguire sua madre, che si era messa con una vecchia fiamma del liceo, che era del posto.

Il padre di Evan era morto quando lui era molto piccolo e, nonostante ciò, era venuto su in modo magnifico. Oltre ad essere un bel ragazzo, era il più gentile, dolce e simpatico che avessi mai conosciuto, e con Nora facevano un'accoppiata vincente.

Lei era spumeggiante, tosta e schietta, mentre lui aveva un carattere più pacato, controllato ma sicuro.

«Ma l'amore rimbambisce così tanto?» bofonchiò Lily, grattandosi il naso. «Non ho un ragazzo da così tanto tempo che non so più cosa voglia dire essere innamorata. Ma se devo avere quell'espressione da scema, sparatemi un colpo in testa, piuttosto.»

Nora la guardò di traverso. «Quando ti innamorerai, ricordati queste parole. E preparati al colpo in testa.»

«Lily è semplicemente terrorizzata dall'amore. Non è schifata. Ha il terrore che qualcuno possa spezzare il suo delicato cuoricino.» disse Azura, con un sorrisetto di sfida.

Lily mimò il gesto di una pistola. «Credo dipenda dal carattere. Non mi lascerei mai mettere sotto da un pinco pallino qualunque.»

«Tu e Nora siete molto simili, caratterialmente.» affermai. Ed era vero. Probabilmente la loro unica differenza, era che Nora ragionava più di Lily. La mia migliore amica, invece, era tutto istinto.

Queste si guardarono, e poi scoppiarono a ridere.

«Lily è priva di tatto, cosa che io ho a vagonate. E poi lei è molto più tosta e sicura di quanto non lo sia io.»

«E Nora è di sicuro più intelligente, più razionale, e più furba di me. Io me le faccio fare sempre sotto il naso, e sono troppo impulsiva.»

Io, Azura e Nora ci guardammo, e poi scoppiamo a ridere.

«Lo sappiamo bene. Ma non ti vorremmo diversa per niente al mondo.» le dissi, abbracciandola. Lily non amava il contatto fisico, ma non si staccò dai miei abbracci. Io, al contrario suo, adoravo il contatto fisico e ne avevo un dannato bisogno quando volevo infondere a qualcuno la mia vicinanza.

Guardami (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now