Capitolo 26.

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Pochi minuti dopo, venni letteralmente, cacciata dalla camera di Camden.

Non ero riuscita a spiaccicare una sola parola. Ero così incredula, così felice, così paralizzata dal sollievo, che era come se il mio corpo non riuscisse a rispondere ai comandi.

Credevo che lo avrei preso per sempre. Che non avrei mai più visto i suoi occhi e il suo sorriso.

Credevo che avrei dovuto per sempre convivere con quell'amore eterno dentro di me, e che mai nessuno sarebbe riuscito a farmi ritornare in superficie.

Insieme a lui, credevo di stare morendo anche io.

Non mangiavo, non mi curavo, non uscivo più, se non per cambiarmi d'abito e per lavarmi, per poi ritornare al suo fianco.

E ora, tutto nel giro di pochi minuti, lui era ritornato.

Lo sapevo, lo sapevo.

Conoscevo il mio Camden, ed ero certa che lui stava riemergendo. Quei sorrisi, quei piccoli cenni impercettibili, non potevano essere dei riflessi, come sosteneva il dottor Cornell.

«Hai visto, Bambina? Hai visto, amore di papà?» mio padre venne verso di me, stringendomi forte.

Mi rifugiai con il viso sul suo petto, e inspirai a lungo trattenendo le lacrime.

Basta piangere.

Adesso c'era vita, intorno a noi.

Ma lo stress di quell'ultima settimana era stato tosto e il dolore insopportabile. Stavo quasi per perdere la speranza.

Quasi.

«Sei forte. Tu sei forte, Bambina. La donna più bella, più forte e più cocciuta che abbia mai avuto l'onore di conoscere! E sono così fiero che tu sia mia figlia. Sono felice di poter finalmente vedere quella luce nel tuo sguardo, quell'espressione di felicità.» mi prese il viso tra le mani, e vidi anche i suoi occhi lucidi.

Lui era stato una forza.

Lui, che non mi aveva mai abbandonata. Non mi aveva lasciata sola nemmeno per un secondo, nonostante i suoi mille impegni tra lavoro e figli. Lui, che nonostante tutto, trovava sempre il tempo per me, per noi.

«Adesso non sarà tutto semplice, Bambina mia. Da adesso, sarà tutto in salita. La ripresa, le cure fisiche, quelle psicologiche. Non credere che uscire dal coma sia una passeggiata. Ma sono certo che se è ritornato da noi, allora quel miracolo che tanto aspettavamo ha voluto regalarci la gioia che ci meritavamo, piccola mia. Abbiamo sofferto, ma ci stiamo rialzando. E ti prometto che da oggi in poi, la sofferenza non ci butterà più giù, perché noi ne siamo usciti vincitori. Noi possiamo farcela.»

Si portò la mia mano alla bocca, e lasciò un leggero bacio.

Dopo di che, tutti i nostri amici mi furono intorno per farsi raccontare quello che era successo. E non tralasciai neppure un dettaglio.

Jolanda e Jeffrey piangevano, abbracciati. Amélie, di lato a loro, scuoteva la testa, come se non riuscisse a crederci.

Decisi di fargli godere quel momento da soli. In fondo, loro erano la sua famiglia, coloro che lo amavano incondizionatamente, e meritavano un po' di privacy.

«Phoebe, tesoro, posso parlarti un momento?» la voce di Jolanda fece fermare le mille domande che Lily mi stava ponendo.

Annuii, e la seguii in una piccola sala d'attesa.

Non appena entrammo, si gettò su di me e mi abbracciò forte, singhiozzando.

«Non so come ringraziarti, tesoro mio. Non so proprio come farlo.» biascicò, tra i singhiozzi. «Tu lo hai salvato. Tu hai salvato la vita di mio figlio, hai salvato la nostra da una sofferenza atroce! Non so cosa ci fosse preso. Eravamo così spaventati al solo pensiero che lui stesse soffrendo, che non sapevamo quale strada prendere. Era come avere di fronte cento opzioni, e sapere che erano tutte sbagliate, e che qualsiasi strada avremmo imboccato, ci avrebbe distrutti, fino a quando nostro figlio non avrebbe riaperto gli occhi. Siamo stati stupidi e ingenui a non credere alla forza dell'amore. Ma grazie a te, grazie alle tue idee stravaganti e assolutamente geniali, nostro figlio si è risvegliato da un coma. È tornato da noi, quando tutti lo davano per spacciato, quando il medico mi diceva che non avrebbe passato la notte, e mentre i giornali avevano inventato almeno cinque volte della sua presunta morte tenuta segreta. E tu non sai quanto io sia felice che adesso, lì dentro, mio figlio sta ricominciando a vivere. È stato in un bivio terribile, tra la vita e la morte, e adesso è qui con noi.» si fermò per un attimo, e poi scoppiò a ridere.

Guardami (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now