Capitolo 28.

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«Adesso sì che ti riconosco! Adesso sei davvero Phoebe Testona Butler! La rossa più bella in assoluto. La più sexy del mondo.» esclamò Lily, entusiasta.

Stavamo passeggiando lungo State Street, il cuore pulsante di Santa Barbara, quando Lily mi aveva letteralmente trascinata dentro uno dei numerosi negozietti dell'usato e mi aveva fatto fare dello "shopping terapeutico".

«Sono consapevole che acquistare compulsivamente in un negozio dell'usato non sia il massimo.» aveva sospirato, provandosi davanti ad uno specchio un top glitterato rosso che le donava moltissimo. «Ma finché Simon non sgancerà la grana e Nora non riuscirà a farmi ottenere quel lavoro, direi che siamo abbastanza al verde entrambe.»

«Ti correggo: saremo al verde fin quando io non inizierò a comporre con gli Edge Battle, e tu a studiare su quei dannati manuali del vino, della storia della famiglia che ha fondato la Sunstone Winery, e dell'intera Valle di Santa Ynez. Quindi a me servirà ispirazione e fortuna, e a te un miracolo.»

«Ehi!» mi rifilò una gomitata, appoggiando il top su uno sgabello, «qui quella che fa le battute sarcastiche offensive sono io. Resta al tuo posto, Testona Butler.»

Alla fine, mi aveva convinta ad acquistare un mucchio di roba quasi del tutto inutile, ma davvero carina.

Estremamente carina.

E dovevo davvero ammettere che con quel nuovo look sembravo un'altra persona. Ero sempre io, ma con un tocco di lucentezza in più.

Avevo accorciato i capelli, ritornando anche al mio colore naturale, e avevo fatto alle punte una leggera colorazione di biondo scuro che mi dava davvero un'aria diversa.

Era il cambiamento che mi serviva.

Micheal, il cugino di Lily, era stato più che entusiasta, e mi aveva fatto promettere che non avrei mai più "dipinto i miei fottuti capelli rossi con quei colori orrendi".

Amavo il rosa nei miei capelli, ma forse avevano ragione tutti quanti.

Se volevo cambiare, non era dai capelli che dovevo iniziare.

Magari continuare, forse.

A metà mattina, Nora e Azura ci raggiunsero al The Coffee Bean in centro, famoso per le sue bibite ghiacciate.

Ci sedemmo sul patio esterno, con tanto di caminetto, sorseggiando il nostro latte e caffè ghiacciato.

Nessuna di loro nominò Camden.

Eravamo tutte prese dalle novità lavorative del momento (chi lo avrebbe mai detto!).

Lily ammise di essersi messa sotto a studiare, nonostante fosse di una noia mortale. E ammise che riprendere a farlo dopo il college era stata davvero una "rottura di palle".

Darla doveva aver avuto una grande influenza su di lei, perché non era da Lily usare quei termini.

Ma era troppo divertente sentirglieli dire, perché all'esterno sembrava un incantevole fiore di loto. Delicata e pura. Viso angelico, lineamenti dolci e levigati al punto giusto. Un naso perfetto, collo lungo ed elegante, e una spiccata propensione nell'essere esattamente l'opposto di ciò che appariva da fuori.

Lily Malvin aveva l'anima di un camionista. E solo una persona attenta e perspicace avrebbe potuto capirlo.

Soprattutto perché non era cosa di tutti i giorni che la figlia di un Reverendo fosse contraria a tutto ciò che il padre voleva far credere.

E non mi riferivo a livello religioso.

Nora invece ci raccontò che le vendite stavano andando alle stelle, soprattutto grazie ad un recente cliente, nonché amico di Andy Worley, di cui non conosceva il nome, ma che si era particolarmente interessato ai loro vigneti per intraprendere la viticoltura biologica, e a cui, con tutta probabilità, gli sarebbero stati affidati diversi ettari di terreno per avviare l'attività di viticoltura biologica al cento per cento.

Guardami (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now