X - 17 Dicembre, Giorno 15

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Gay...?

Friend, Please - Twenty øne Pilots

EREN

Il silenzio è rotto soltanto dal ticchettio dell'orologio da parete e dal suono della mia penna che scorre fluida sulla carta mentre siedo nello studio di Rico. I suoi occhi chiari, fissi su di me, mi scrutano pensierosi.

L'ennesimo test di valutazione, centinaia di domande a cui rispondere per cercare anche solo un minimo cambiamento nella mia mente. Ancora l'ultima pagina e sarò libero di andare, di passare la mattinata con gli altri e godermi il mio umore abbastanza stabile a causa dei farmaci che, pompando nel mio sangue e infestandolo, spengono i brutti pensieri e mettono a tacere quei demoni.

Un'affermazione diversa dalle altre però cattura la mia attenzione, e mi scopro a non avere una risposta immediata come accade generalmente.

L'idea di baciare persone del mio stesso sesso non mi disgusta.

La mia penna indugia fra le caselle del vero e del falso, incapace di fornire una risposta coerente, mentre un paio di tempestosi e magnetici occhi grigi carezzano i miei pensieri.

Perché, proprio ora, l'immagine di Levi si fa largo nella mia mente?

L'incarnato talmente pallido e privo di imperfezioni da sembrare pregiata e finissima porcellana, il naso dritto e leggermente all'insù, i capelli corvini perennemente ordinati ad incorniciare il suo sguardo d'acciaio fuso mozzafiato. Mi chiedo se siano setose al tatto come sembrano, quelle lucide ciocche corvine; più volte ieri pomeriggio ho combattuto l'impulso di passarvi una mano e saggiarne la consistenza, e più volte mi sono dato uno schiaffo mentale nel fantasticare sul sapore di quelle labbra perfette e sottili, fuso al mio.

Abbiamo passato del tempo insieme, affacciati alla finestra della sala comune e raccontandoci pezzi di noi e delle nostre vite fra una sigaretta e l'altra. È una persona estremamente riservata e a tratti scostante, ma sono certo che sotto quella scorza dura e quella maschera di fredda e asettica indifferenza che indossa, Levi nasconda un cuore d'oro. Ed ho avuto occasione di sbirciare dietro il muro che si è costruito e di osservare, seppur da lontano, quella parte del corvino, di perdermi per qualche fugace istante nel suo sguardo dolce e carico di apprensione e nella sua espressione gentile.

Sono stato davvero a mio agio con lui, mi sono sentito capito, non giudicato; compreso fino in fondo. Gli ho raccontato del vortice nero che mi avvolge e che mi annebbia la mente, non tacendogli nemmeno uno di quei pensieri tanto macabri e distruttivi da farmi desiderare il freddo abbraccio della morte. Gli ho parlato anche della maschera che ho cucito pezzo per pezzo al mio volto, infilando l'ago nella carne senza anestetico, a posta per provare dolore.

E poi l'ho lasciata cadere davanti a quelle iridi grigie, non temendo che marchiasse a fuoco la mia mente e la mia anima col ferro rovente dei giudizi. Lui è diverso, e me lo ha dimostrato.

Ha condiviso con me pezzi della sua vita, rivelandomi parti di lui e piccoli ma preziosi dettagli della sua quotidianità. Ma mentre lo faceva sono stato in grado di leggere esitazione nei suoi occhi, come se si stesse trattenendo da un qualcosa di a me sconosciuto. Come se quelle parole, traditrici, stessero sgorgando dalle sue labbra senza il suo consenso.

Vive da solo, e la vita stessa non è mai stata particolarmente clemente con lui: sua madre è morta e non ha mai conosciuto suo padre. Nonostante tutto è una persona forte e determinata e non si è minimamente lasciato abbattere dai numerosi ostacoli che ha incontrato durante il suo percorso. Pieno d'ambizione, si è laureato in medicina a pieni voti e porta avanti a testa alta e con non pochi sacrifici l'obiettivo di diventare uno psichiatra. La morte del suo migliore amico l'ha segnato davvero nel profondo e ha lasciato nella sua anima una ferita aperta che non ha mai smesso di sanguinare.

BORDERLINE - Ereri/Riren -Where stories live. Discover now