XIV - 27 Dicembre, Giorno 25

2.7K 212 275
                                    

Date

Coldplay – The Scientist 

LEVI


Gli ho chiesto di uscire, stesso bar dell'altra volta come meta. Ho giustificato il mio invito col fatto che tutti oggi sono in permesso, quindi tanto vale passare il pomeriggio davanti a una bella tazza di the nero fumante invece che in reparto, visto che i suoi non riusciranno a venire per l'orario di visita.


Ma con me stesso non ho usato quella stessa scusante: la verità, nuda e pura, è che voglio passare il pomeriggio con Eren, e quando l'occasione ghiotta di avere il moccioso tutto per me mi è stata offerta su un piatto d'argento, non ho saputo resistere. Voglio fargli capire quanto ho apprezzato il suo gesto, quanto sono rimasto sorpreso dalla sua intraprendenza, colpito dalla sua dolcezza. Ma soprattutto voglio riempire questa giornata permettendomi di affogare in quelle sue iridi di puro e preziosissimo smeraldo. E che sia benedetto il lavoro, che ha tenuto impegnati più del dovuto i signori Yeager.


Così, con lo sguardo basso sulle punte delle Vans e le gote arrossate, ha accettato il mio invito, balbettando frasi sconnesse di cui non sono sicuro di aver colto a pieno il significato.


Il cielo è completamente coperto, ammantato da una fitta coltre di nubi grigiastre e l'aria è gelida e tagliente, quasi polare. La neve scende copiosa in fiocchi leggiadri, che si esibiscono in una danza delicata prima di toccare il suolo, tingendolo col loro bianco e puro candore. Il paesaggio di Shiganshina innevata è meraviglioso, ed Eren se lo sta godendo a pieno, il naso schiacciato contro la grande finestra accanto alla quale è posto il nostro piccolo tavolo. Le sue mani, grandi e delicate, sono poggiate sul vetro, ai lati del viso.


"Sei proprio un moccioso."


Mi rivolge uno sguardo colmo di irritazione, ma il ghigno sardonico che mi piega le labbra non accenna a scomparire.


"Ti ho detto già un milione di volte che non sono un moccioso."


Scrollo le spalle al suo commento, tornando a sorseggiare piano il mio the nero. Eren imita il mio gesto, indispettito, e nei suoi occhi balugina per un attimo una tristezza mista a consapevolezza, che non riesco a comprendere. Dura un istante soltanto, ma l'ho vista chiaramente, percepita adombrargli lo sguardo e i pensieri. Quando poggia nuovamente la tazza sul piattino, le labbra bagnate e rese lucide da quel nettare ambrato, non c'è nulla che possa impedirmi dal formulare certi pensieri. Mi chiedo che gusto avrebbe quell'infuso sulla sua bocca invitante, e quale sarebbe la sua consistenza sotto la mia. E potrei scommetterci qualunque cosa: sarebbe il più dolce e intossicante dei sapori.


"È davvero buono questo the, come hai detto che si chiama?"


Distolgo immediatamente lo sguardo dalle sue labbra a quel quesito, tirandomi uno schiaffo mentale per tutte le fantasticherie poco caste su cui mi sono concesso di indugiare col pensiero.


"Da Jin Ya. È un the particolare, abbastanza raro e costoso; viene fatto con le foglie di camelia."


Lo osservo, mentre rivolge nuovamente lo sguardo alla città, resa incantata e candida dal manto di neve che la carezza; la zazzera castana è raccolta disordinatamente con un elastico sulla nuca, alcune ciocche ribelli gli incoronano la fronte. Sì, Shiganshina d'inverno ha la sua aura di magia, ma Eren è la vera meraviglia per i miei occhi e non solo, tanto che sembrano essere rimaste stregate dal suo fascino esotico anche le tre oche starnazzanti sedute qualche tavolo più in là. Lo guardano di sottecchi, per poi scambiarsi commenti concitati coprendosi la bocca con la mano.

BORDERLINE - Ereri/Riren -Where stories live. Discover now