Vita rovinata o no? #61

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"Dov'è? Voglio vederlo"

"È qui!"

"Entro prima io"

Entro di scatto dentro la stanza di Kol. E lo trovo lì, seduto con la schiena appoggiata nel cuscino. Appena incontra i miei occhi, scoppio a piangere dalla felicità. Corro verso di lui e lo abbraccio, gli do tanti baci in guancia e sulle labbra. Finalmente lui è qui con me, starà vicino a me e non mi lascerà mai, sempre insieme, sempre.

"Hey, scusa tu chi sei?" si stacca di scatto aggrottando le sopracciglia. No, no no no non può essere!!

"Cosa?" mi paralizzo. Lo guardo negli occhi continuando a piangere "Kol, non puoi aver perso la memoria, non puoi.. non puoi esserti dimenticato di me e di tutto quello che abbiamo passato" mi porto una mano alla bocca e faccio qualche passo indietro. Mi sento morta, lui.. non si ricorda di me.

Ad un tratto lo sento ridere. Si piega in due dalle risate per poi scendere dal letto e mettersi di fronte a me. Mi supera con la sua altezza, lo guardo dall'alto, confusa. Poggia una mano sulla mia guancia e spontaneamente chiudo gli occhi e schiudo la bocca. Quanto mi era mancato il suo tocco, sentire la sua pelle a contatto con la mia. Non lo lascerò mai, per me è come aria, ne ho bisogno 24h su 24. Dopo qualche secondo sento il suo fiato nel mio orecchio, mi lascio scappare un sospiro e la voglia di baciarlo in questo istante cresce sempre più.

"Non potrei mai dimenticarti, Lorena" sussurra per poi con un braccio spingermi più vicino a lui, le nostre labbra si incontrano di scatto, metto le mani sul suo petto stringendo di poco il camice che porta. Mi aggrappo al suo collo, voglio essere sicura di non star sognando, che questa è la realtà. Che lui è veramente qui con me.

"Non puoi capire quanto sono stata male Kol" mi stacco riprendendo fiato mentre lui mi guarda con un sorriso da far perdere i sensi, mentre con il pollice mi asciuga le lacrime di felicità. Mi abbraccia, così forte da poter diventare da un momento all'altro una cosa sola. Non sarei stata in grado di sopportare un'altro giorno senza di lui e del suo amore. Siamo dipendenti dall'altro, nessuno può separarci.

***

"Kol fai piano!! Sei appena uscito dall'ospedale, non vorrei che ci ritornassi!!" lo sgrido appena si butta sul suo letto. Ha avuto il tempo di salutare tutti che mi ha trascinata via con lui. Sembra quasi che sono io ad essermi svegliata dal coma, e non lui. Sembra una trottola impazzita, un bambino infantile, ecco.

"Oh andiamo piccola. Voglio passare tutto il tempo disponibile con te, mi sei mancata da morire" mi prende il polso e con una semplice tirata mi ritrovo a cavalcioni su di lui. Ah, furbacchione. Non cambia mai, e infatti lo amo così com'è, non cambierei niente di lui, proprio nulla.

"Senti.." mi mordo il labbro inferiore, guardando le mie mani che gli accarezzano il petto fasciato da una maglietta bianca "Gabriel, Nathan e Hunter sono morti.. è complicato da spiegare ma-"

"So già tutto tranquilla" mi interrompe "Elia mi ha informato. Comunque non pensiamo più a niente, il passato rimane passato, concentriamoci sul presente" mi lascia un bacio sulle labbra. Inizio a sentire caldo, e la mia pelle comincia a bruciare quando infila furtivamente una mano sotto la mia maglietta. Passa a baciarmi lentamente il collo e credo di star per impazzire, tengo a bada i momenti di piacere, con alcuni sospiri quasi impercettibili.

"Kol.."

"Mmh?"

Mi alzo di scatto dal suo letto precipitandomi in bagno. Mi piego in due sul water e inizio a rigettare il nulla, dato che non mangio da qualche giorno. Kol arriva dietro di me legandomi velocemente i capelli in uno chignon, mi accarezza la schiena e quando ho finito mi aiuta ad alzare.

"Stai bene?" Annuisco. Bevo un po' d'acqua dal lavandino, per poi sputarla.

"È la prima volta che ti capita?" mi chiede prendendomi dal fianco e aiutandomi a camminare. No, non è la prima volta che mi capita di vomitare, questa è seconda. I miei occhi si sbarrano di scatto, non può essere.

"Kol.. io devo andare" esco subito dalla sua stanza e correndo per tutti i corridoi dell'università spero di starmi per sbagliare. È quello che ho immaginato? Spero di no. Non saprei cosa fare, non saprei come reagire. L'aria pomeridiana di New York mi inonda la vista e le narici. Entro nella prima farmacia che trovo e prendo tra le mani la scatoletta piccola blu. Tremando, la porto alla cassa e pago. Faccio finta di non notare la faccia un po' perplessa della commessa, e di nuovo correndo ritorno nel mio appartamento dell'università.

Entro in bagno, e con il cuore in gola inizio a fare tutte le procedure scritte. Percepisco di star per sudare, non ho smesso di tremare.
Appena rigiro tra le mani il piccolo affare, mi viene un colpo. Inizio a piangere, non so se di felicità o tristezza. Lo poso sul mobile del lavandino e prendo il telefono. Mi accascio a terra e compongo il numero di Eva.

Inizio Chiamata.

EVA:  Pronto?
IO:  Eva...
EVA:  Lorena perché piangi? Che è successo?
IO:  Ti prego.. tu e le altre dovete venire immediatamente nel mio appartamento in bagno.
EVA:  Va bene, arriviamo subito.

Fine Chiamata.

Appoggio il telefono accanto a me. Non so per quanto tempo sto lì, seduta tra le lacrime e con lo sguardo fisso nel vuoto. Ma appena vedo gli occhi di Eva, Jocelyn, Tessa e Solange, mi alzo in piedi.  Non dico una parola e neanche loro. Prendo solo in mano l'oggetto che non so se mi ha rovinato la vita o meno, e lo porgo a loro.

"Oh Dio!!" dicono tutte allo stesso tempo con gli occhi e la bocca sbarrati "Tu sei..."

"Incinta" termino la frase al loro posto.

Il nostro amore Impossibile [COMPLETA] [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora