♫-2

2.1K 147 2
                                    


Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


Era il suo porto sicuro quel letto, il luogo dove si sdraiava per rimuginare oppure per cercare di allontanare i tristi pensieri dalla mente, che gli opprimevano il cuore come se fossero una pesante pietra. Jimin venne riportato alla realtà dalla consapevolezza, per quanto brutta e noiosa, di dover svolgere i compiti per casa che gli erano stati assegnati dai professori. Sbuffò, sbattendo la testa sul materasso <<Meno di un anno e mi libererò da questo fardello>>

Così controvoglia si alzò, lasciando le coperte del letto un po' disfatte e spiegazzate qua e là, e si andò a sedere sulla sedia girevole della sua scrivania, per poi estrarre dal suo zaino i libri che gli sarebbero serviti per studiare. In mezzo ad essi ve ne era uno a cui Jimin teneva particolarmente. Lo portava sempre con sé, non poteva abbassare la guardia, sempre vigile nel controllarlo. Un diario segreto, potrebbero pensare in molti. No, non lo era del tutto. Sarebbe sembrato, in apparenza guardandolo chiuso, un normale taccuino ma al suo interno custodiva tutti i sentimenti di Jimin nei confronti di Yoongi.

In quel quadernetto attaccava svariati post-it, con tutte le frasi per lui importanti, che avrebbe voluto dire al ragazzo che amava. Proprio per questo ad inizio quaderno vi era scritto in caratteri cubitali "A YOONGI". Esso rappresentava una valvola di sfogo per Jimin che in questo modo poteva alleggerire di un po' il suo animo che strabordava per le tante emozioni. E guai, guai a chi avesse provato a leggerlo, eccetto Taehyung ovviamente. Sarebbe morto di vergogna se qualcuno avesse letto o almeno intuito il suo contenuto, anche perché solo semplicemente adocchiando il titolo si poteva ben immaginare cosa contenesse.

Incominciò a sfogliarlo rileggendo molte delle scritte impresse su quei foglietti appiccicati alle pagine, decidendo di aggiungerne un altro alla sua collezione. Beh, prassi giornaliera, si poteva dire. Ormai era diventata come un'abitudine. Così prese un post-it verde ed una penna per poi scrivere "sei la ragione per cui mi sveglio ogni mattina". Quanto smielato, Jimin era la dolcezza fatta persona, una zolletta di zucchero dalla forma umana, che anche solo parlandole per cinque minuti, sarebbe capace di rallegrarti la giornata deliziandoti con le sue riflessioni sdolcinate, quasi fino a fartene sentire sazio dalla testa ai capelli.

Dio quanto gli mancava, avrebbe pagato oro per averlo vicino a sé almeno per un giorno, qualche ora. In modo da stare insieme, divertirsi, coccolarsi. Sentiva l'estremo bisogno di vederlo ancora, anche se a distanza, dalla sua classe o magari beccarlo in giro per i corridoi della scuola. Ma questo incominciava a non bastare più a Jimin che ogni giorno sentiva un bisogno sempre crescente di parlargli ed averlo lì accanto. Se ne stava fin troppo accorgendo, quella, non era una delle semplici cotte, quello era un sentimento più forte, che non sapeva far altro che aumentare a livello esponenziale col passare dei giorni.

Ma sapeva benissimo che tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Jimin non aveva paura, ma il terrore di essere guardato in modo disgustato da Yoongi nel caso fosse venuto a conoscenza della sua omosessualità e poi cosa non meno importante, era il fatto che Yoongi purtroppo era già fidanzato. Effettivamente, questo rappresentava un bel problema. Se gli potessero piacere i maschi non l'aveva mai capito anche perché il ragazzo restava sempre in compagnia, del suo amico e vecchia cotta di Jimin, Jung Hoseok, anche lui in quinto...e cosa non meno importante, Yoongi era fidanzato con una ragazza. Anche se, a dirla tutta, lui e Taehyung, un'idea se la erano fatta. Yoongi sembrava più che altro un eterosessuale sotto mentite spoglie. In effetti, osservando più diligentemente, l'unica coppia che non si abbandonava ad effusioni in pubblico era proprio la sua, mentre il resto dava grandi feste ogni giorno.

Anche durante le sue precedenti cotte, il ragazzo possedeva altri due quaderni "segreti" che avevano la stessa funzione di quello attuale: racchiudere tutti i suoi sentimenti. Certo. Ormai erano andati in disuso. Buttati a fare la muffa nell'armadio e forse con l'unica funzione di rievocare ricordi malinconici nel rimembrare il passato.

Il primo lo dedicò a Kim Namjoon. Nam, come lo chiamava Jimin, era un bellissimo ragazzo avente qualche anno in più di lui. L'estate prima di iniziare la prima superiore lo vide per la prima volta a casa sua e fu un colpo di fulmine. Ciò che più lo colpì di lui fu la sua simpatia ed intelligenza, il suo portamento elegante lasciava di stucco, sembrava un po' il principe delle favole. Era sprovvisto solo di un cavallo bianco, al suo posto si portava dietro un bel macchinone all'ultima moda, come biasimarlo. Sapeva risollevare il morale con le sue battute e i suoi gesti carini e affettivi. Sì...peccato che un giorno beccò lui e suo fratello Jin a baciarsi in modo molto affiatato in salone, rimanendoci di sasso e dovette chiudersi la bocca spalancata con una mano perché la muscolatura facciale non ne voleva sapere di tirar su, la mandibola. Ovviamente, deluso nuovamente, si incazzò da morire con la vita perché sembrava che in fatto d'amore la sfiga fosse raccolta tutta su di lui. Come se una nuvoletta di temporale, fosse perennemente presente sul suo capo, pronta a colpirlo in pieno con un fulmine, nel momento del bisogno.

Non bastando scoprì anche che, come suo fratello, anche Namjoon, lavorava nella scuola che avrebbe frequentato. Lui, come professore di inglese. Jin invece era uno psicologo, in pratica aveva la sua bella stanza a scuola dove aspettava che gli studenti andassero per parlare con lui dei loro problemi. Ma non ve ne erano molti quindi restava per molto tempo lì senza far niente. Ed ad aspettare di intercettare per i corridoi, il suo ragazzo, ad ogni cambio dell'ora.

Tornando alle cotte di Jimin, come immaginerete il ragazzo rinunciò a Nam, apparteneva a suo fratello e non avrebbe fatto lo stronzo proprio con lui.

Poi il suo cuore ferito venne guarito da uno dei sorrisi più belli che Jimin avesse mai visto fino a quel momento della sua vita. Appena iniziata la scuola, era abbastanza spaesato e non riuscendosi ad orientare per bene, finì in uno di quei posti un po' sperduti della scuola, frequentati da pochi studenti e lì vi trovò Hoseok. Il suo sorriso, i suoi movimenti, la sua danza sensuale e accattivante. Già, perché Hobi, come usava chiamarlo Yoongi, adorava ballare e si rilassava attraverso questa antica arte. Ed era fenomenale.

Per cui inutile dirlo che il secondo quadernetto segreto era dedicato al ragazzo dai capelli rossi, eh sì aveva anche i capelli rossi che gli stavano a pennello a detta di Jimin. Quest'ultimo prese l'abitudine di andare tre volte a settimana a spiare il rosso ballare, nascondendosi dietro la porta e facendo capolino. Ma un giorno fu attirato da una melodia. Dio, una melodia bellissima, dolce, piena di significato che come una guida fece muovere i piedi di Jimin guidandolo in una stanza non tanto lontana dove al suo interno vi era un ragazzo, dai capelli corvini, intento nel suonare un antico pianoforte a coda situato nel centro della stanza completamente spoglia.

Credo abbiate già capito di chi si trattava. Già, il cuore di Jimin fu catturato all'istante e questa volta per sempre, da Min Yoongi. 

𝙁𝙊𝙂𝙇𝙄 𝘿'𝘼𝙈𝙊𝙍𝙀 // ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now