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Jimin si trovava seduto sul muretto appena dentro il cancello della scuola, con le cuffiette alle orecchie mentre aspettava pazientemente l'arrivo di Taehyung che come ogni giorno era di nuovo in ritardo. Prassi giornaliera o routine quotidiana, come dir si voglia, amava estraniarsi dal fiume di persone che si riversavano per gli stretti corridoi di quella trappola infernale e sentirsi un fantasma che nessuno poteva vedere. Al contrario suo che squadrava da capo a pieni ogni singolo individuo che avrebbe messo piede in quel piazzale. Jimin dondolava le gambe come un bambino ma aveva lo sguardo attento e scrutatore nell'intento di cercare Yoongi tra la folla di studenti che si accingeva ad entrare nel plesso scolastico. Il non parlargli lo faceva stare male, il vederlo la mattina gli risollevava l'umore, ma la vena masochista del biondo usciva fuori quando consapevole che l'avrebbe trovato sicuramente in compagnia della fidanzata, persisteva a rimanere ancorato a quel muretto, come se ci fosse stato attaccato con della colla. Cosa gli faceva fare l'amore, pur di vedere uno straccio di sorriso che lo sapeva riscaldare così come trafiggerlo a sangue, sapendo che non fosse rivolto a lui. 

 «Buondì Chim!» gridò Tae sventolando un braccio a modo di saluto, correndo nella sua direzione, per poi arrivare in prossimità di Jimin e levargli una cuffietta in modo che lo notasse uscendo dal mondo in cui si era intanato. Le note divennero offuscate e poco riconoscibili a causa del vociare. 

Non lo guardò ma gli rivolse un saluto assonnato «Oh cia- Oh Dio eccolo, finalmente l'ho visto!» esultò euforico Jimin seguendo con lo sguardo il passare di Yoongi neanche fosse appena passata la regina Elisabetta. Lasciando così in sospeso il saluto e facendo imbronciare il suo amico. 

«Capisco che la tua mente sia stata totalmente rapita dal passaggio di Yoongi, ma potresti almeno salutarmi decentemente eh» disse Taehyung sbuffando mentre scuoteva una mano davanti la faccia di Jimin per richiamare la sua attenzione. Dopotutto non poteva arrabbiarsi con lui più di tanto, non poteva di certo sgridarlo perché si fosse innamorato e anzi era felice di vedere il suo amico con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia ogni volta che Yoongi passava nei dintorni. E anzi, proprio l'oggetto dei desideri di Jimin non mancava un giorno a farsi notare. Richiamava tutti sull'attenti quando passava i cancelli della scuola con la sua rombante e bellissima moto nera con sfumature verde acqua portando così anche Taehyung a girarsi. Quando il ragazzo riportò i suoi occhi sul suo amico però lo trovò imbronciato a mangiarsi le unghie nervosamente. Di certo, non gli era mai piaciuto vedere seduta dietro a Yoongi, aggrappata alla sua vita, Lisa. Colpo basso, che in fondo, sapeva di doversi aspettare. 

Già, Yoongi era fidanzato con Lisa la ragazza più bella e figa della scuola. E come tradizione vuole figo va con figa. E di certo i due non mancavano a mettersi in mostra, ma non con effusioni amorose in pubblico, come il bacio che Lisa provò a strappargli appena scesi dalla moto e che Yoongi declinò molto velocemente. Ma le mani con le dita intrecciate facevano ben percepire la situazione relazionale tra i due. Erano la coppia più discussa e più in voga tra i pettegolezzi, si sapeva tutto su di loro, forse anche troppo e spesso cose nemmeno vere. Solo Jimin aveva la situazione più chiara di ogni altra persona. Aveva osservato per così tanto tempo il comportamento di Yoongi, che aveva capito e ne era certo che qualcosa tra i due stonasse e non funzionasse. Perché lo aveva visto lo sguardo spento che si portava dietro il ragazzo che gli piaceva e la mancanza di espressione quando i loro occhi si incrociavano. E ciò portava Jimin solo a desiderare sempre di più di essere al posto di quella ragazza e di avere tutto l'amore di Yoongi per sé. E se non fosse stato possibile, in fondo era un pensiero un po' egoista, avrebbe solamente voluto che Yoongi fosse veramente felice, lontano da quell'arpia. 

 «Però quanto è bello...» sospirò Jimin scendendo, con un piccolo balzo, finalmente dal muretto, dove era restato seduto fino a quel momento, per accingersi ad entrare in classe. «Il tuo amichetto è sempre al top!» esclamò di seguito Tae dando delle pacche amichevoli sulla schiena di Jimin. Ma effettivamente come poteva quest'ultimo non perdersi nelle mille fantasie che fluttuavano nella sua mente nel vedere Yoongi sempre al massimo della sua bellezza. Anche perché Yoongi era già bellissimo di per sé ed il modo in cui vestiva andava ad esaltare questa sua bellezza ancora di più. Giubbino di pelle nero, maglietta bianca aderente, pantaloni neri strappati sulle ginocchia con una catenina argentata attaccata alla cintura e il tocco di classe erano gli occhiali da sole che portava abitualmente e che sfilava con una sensualità che solo lui riusciva ad avere agli occhi di Jimin. Occhi foderati di prosciutto? No, occhi pieni di verità. 

 Arrivati in classe si sedettero come d'abitudine ai loro posti e come sempre Jimin buttò una veloce ma non troppo, occhiata al di fuori della finestra per cercare in qualche modo quella figura che già gli mancava immensamente. Passarono così due noiosissime lezioni di storia duranti le quali Jimin non stette attento neanche per sbaglio...per sua fortuna a terza ora avrebbe avuto inglese e avrebbe rivisto una sua vecchia conoscenza. Quando riportò la sua attenzione davanti a sé vide sul banco un foglio appena consegnatogli dal professore di inglese niente di meno che Namjoon che puntualmente da dietro la cattedra sbattette una mano su di essa per riportare tutti sull'attenti prima di parlare. «Bene ragazzi, abbiamo deciso di realizzare un progetto quest'anno, noi docenti di inglese, che coinvolgerà tutte le classi quinte» a Jimin, sentendo quell'affermazione, si drizzarono le orecchie e come un cane segugio continuò a seguire il discorso perché Nam aveva appena tirato fuori un argomento molto interessante: quello della collaborazione tra tutte le classi quinte e ciò voleva dire ritrovarsi spesso Yoongi nei paraggi. "Non male come cosa" continuava a pensare Jimin.

 «Sorteggeremo gli alunni per formare i gruppi, potete al massimo esprimere una preferenza con chi preferireste collaborare» e a quel punto Jimin e Tae si lanciarono un'occhiata sapendo già benissimo che loro quel progetto l'avrebbero fatto insieme. Perché ormai era diventata fondamentale la presenza dell'altro nelle loro vite e non ne potevano fare a meno. Loro si consigliavano su tutto e ormai erano entrati molto in confidenza, si fidavano l'uno dell'altro come se si conoscessero da una vita e avrebbero continuato a lottare insieme contro quel mondo crudele che li vedeva come dei pazzi solo per delle preferenze di genere. 

«Ecco a voi dei fogli da compilare con nome, cognome, classe e preferenza...più tardi passerò a ritirarli» disse passando velocemente tra i banchi leccandosi l'indice ogni tanto in modo da riuscire con più facilità a prendere i fogli, uno per uno. Questa visione avrebbe ucciso Jimin sul colpo tempo fa. «Ah dimenticavo» aggiunse poco dopo essere ritornato vicino alla cattedra «domani mattina affacciatevi alla bacheca della scuola, saranno appesi lì i risultati dell'estrazione e anche tutte le altre informazioni riguardanti il progetto» così il prof uscì dalla classe a causa della fine dell'ora che segnò l'inizio della ricreazione lasciando liberi i ragazzi di conversare e schiamazzare come era loro solito fare. 

 «Che ne dici di farci un giro?» propose Tae a Jimin alzandosi da quella sedia su cui era stato seduto per tre lunghe e noiose ore in modo da stiracchiarsi i muscoli che si erano irrigiditi e stancati. A ciò seguì Jimin che annuiva emettendo un grosso sbadiglio. Se non si fosse mosso entro due secondi si sarebbe sicuramente addormentato su quel banco che per quanto freddo e sporco proponeva comunque una superficie di appoggio per schiacciare un pisolino. I due uscirono dalla classe e si incamminarono per i corridoi con l'intento di raggiungere il cortile dove solitamente Yoongi e i suoi amici si riunivano per passare il tempo fumandosi una sigaretta così da deliziare la vista di Jimin durante quei cinque minuti di libertà.

Taehyung era stato sempre un buon osservatore, amava guardarsi intorno e notare le particolarità delle persone. Le cose che essi ripetevano ogni giorno in modo meccanico o le emozioni che provavano; se erano felici, tristi, preoccupati, euforici, ansiosi e così via. Era da qualche settimana che aveva notato un ragazzo in particolare che girovagava da solo per la scuola e quando ciò non accadeva era perché veniva preso di mira dai bulli, niente di troppo speciale pensò all'inizio ma poi da attento osservatore, capì subito che nascondeva qualcosa di interessante sotto quegli occhialoni tondi da secchione e soprattutto una bellezza straordinaria camuffata dal suo brutto gusto nel vestirsi. 

Decise di cercare alcune informazioni su di lui e così scoprì che frequentava la quinta e che si chiamava Jeon Jungkook e che era molto, ma molto bravo a scuola in qualsiasi materia. Un genio a tutto tondo. In Taehyung si incominciò a sviluppare uno strano sentimento, voleva aiutare quel ragazzo e sapeva che grazie al suo aiuto la vita di Jungkook sarebbe potuta cambiare. Il problema effettivo era come avvicinarsi a lui. 

Non poteva presentarsi da lui e dirgli "Hey ciao piacere, sono qui per dare una svolta radicale alla tua vita e magari a che ci sei mi regali anche una stupenda performance a letto, gentilissimo". Il tutto concluso con tanto di occhiolino tattico e baciamano, giusto per rispecchiare ed essere coerente con il suo animo galante.

𝙁𝙊𝙂𝙇𝙄 𝘿'𝘼𝙈𝙊𝙍𝙀 // ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin