Ussr x T.Reich parte 1

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T.Reich pov
È così che sarei morto?
In una Berlino accerchiata?
Il mio palazzo era stato circondato, sapevo che ben presto sarei stato arrestato oppure ucciso ma non volevo dargli questa soddisfazione.
Ero seduto dietro la mia scrivania, la porta del mio ufficio era socchiusa e il camino era acceso. Per essere quasi autunno aveva iniziato già a fare freddo e addirittura aveva nevicato pesantemente per tutta la notte (non ha senso scusate😅, ma mi serviva per una cosa nella storia😏).
Fuori era tutto stato coperto dalla neve, che faceva apparire il paesaggio monotono e silenzioso, come se tutto si fosse addormentato.
Ormai tutto era finito, così presi una pistola, la caricai e me la misi vicino alla testa, avevo dei risentimenti per quello che avevo fatto, ma ormai era tardi per chiedere scusa.
Proprio in quel momento la porta venne spalancata con un calcio che la fece sbattere con forza contro il muro e sulla soglia della porta c'era lui: Soviet.

USSR pov
Ero pronto ad entrare nel suo ufficio, sapevo che era lì così, con molta forza e determinazione, calciai la porta, tanto da farla sbattere contro il muro. Volevo vederlo, volevo così tanto chiedergli perché mai avrebbe dovuto rovinare la nostra amicizia, tradendo il nostro trattato di pace... ma quando vidi quello che stava per fare, il mio cuore si fermò.
Lui era lì, con una pistola puntata alla testa, pronto a premere il grilletto. Anche se lo odiavo per quello che aveva fatto, non potetti resistere al fatto che lui mi piaceva ancora e che non lo avrei lasciato morire.
Lui mi guardò "hey Sov è da parecchio che non ci vedevamo, ne è passato di tempo eh?" mi disse quasi ridendo. Nei suoi occhi non vedevo né paura né tristezza, in un certo senso sembravano svuotati da ogni emozione come se non provasse nulla per quello che aveva fatto e quello che stava per fare.
Quando lui mi chiamò Sov arrossii lievemente e iniziarono a scendermi lacrime che mi rigaronono la faccia.
Mi ricordò di quando noi eravamo più giovani, di quando eravamo migliori amici, di quando non ci importava della politica o della guerra, di quando facevamo lunghe passeggiate nel bosco e tutto andava bene, ma non avevo tempo per pensare a quello, dovevo fermarlo.
Mi avventai verso di lui e visto che non se lo aspettava, non oppose resistenza e quindi riuscii a strappargli quella pistola dalle mani prima che si suicidasse, dopodiché lo abbracciai e cominciai a singhiozzare, lasciando che lacrime calde scendessero dalla mia faccia, bagnando la sua giacca. "P-per favore n-non ucciderti" gli dissi piano, ancora piangendo.
Lui uscì dal mio abbraccio e comincio a guardare dritto nei mie occhi bagnati e vidi che anche a lui delle lacrime iniziarono a scendergli dalla faccia. "Perché hai impedito di uccidermi... tu dovresti essere la persona che più mi odia per quello che ho fatto, per quello che ho fatto a te" iniziò a dire Reich, cercando di trattenere le lacrime che però non riusciva a trattenere.
"Ti ho tradito, ho tradito il nostro patto, la nostra amicizia e ti ho quasi ucciso... allora perché mi abbracci invece di uccidermi". Io lo guardai e iniziai a sorridere "voglio tornare a com'era prima, quando noi eravamo
migliori amici e stavamo sempre insieme". Lui mi guardò e  iniziò a piangere abbracciandomi "Soviet mi dispiace così tanto, volevo soltanto dimostrare che io non ero debole e che ero forte come mio padre... sono stato davvero un cretino".
Io lo abbracciai e lo spinsi vicino a me, ora i nostri corpi erano uno contro l'altro, lui iniziò a piangere nella mia spalla, mentre io gli accarezzavo la schiena. Ero molto alto rispetto a lui che mi arrivava giusto giusto alla spalla. Improvvisamente sentimmo dei rumori provenire dalla porta d'ingresso al piano di sotto e io intuii subito che dovevano essere Inghilterra e suo figlio America. America era in realtà molto giovane, aveva giusto 14 anni e aveva combattuto la prima guerra mondiale a soli 7 anni ( vi chiedo di nuovo scusa se non ha senso quello che sto dicendo ma mi serve sempre per la storia, scusate i miei disagi mentali).
Sapevo che stavano controllando l'edificio e che dovevo trovare un modo per portarli al piano di sopra mentre Reich tentava di fuggire dal palazzo" nasconditi sotto la scrivania" gli dissi mentre li sentivo salire le scale. Noi eravamo nell'ultima stanza del secondo piano, e c'erano delle finestre che si affacciavano verso il bosco. Se si fosse buttato da una di quelle finestre, si sarebbe potuto nascondere nel bosco. In quel momento la porta venne aperta( perché si era chiusa magicamente) e sulla soglia comparvero Inghilterra e America.

Countryhumans oneshot  -Ita- richieste chiuse per il momento Where stories live. Discover now