Arrivammo alla città silente dove regnava una quiete innaturale:niente ombre, niente rumore dei passi, niente gruppi di granelli di polvere che si alzano dal terreno formando fastidiose nuvolette che ti costringono a stropicciare gli occhi per il fastidio...

Sarei stata nonostante ciò abbastanza tranquilla se non fosse stato per il fatto che Clary mi stesse praticamente addosso sebbene cercassi gentilmente di farle capire che non ero di certo il tipo di persona da abbracciare 36 ore su 24

dopo ore a cercare di staccarmi clary di dosso ci dividemmo in due gruppi: Jace io e la rossa saremmo andati nei sotterranei, mentre alec, izzy ed il mondano, che nonostante la mia  opposizione era voluto venire, sarebbero restati di guardia. Dopo battibecchi vari e saluti come se stessimo partendo per il Vietnam, riuscimmo ad addentrarci nei vicoli della città.

Appena entrati un forte odore di putrefazione si stanzió nel mio setto nasale costringendomi a tossicchiare per tutto il tragitto (durante il quale jace spiegò a clary l'utilità della stregaluce aggiungendo che gliene avrebbe procurata una.) Notai nella loro conversazione un leggero flurt che interruppi zittendoli -ecco fratello Jeremia- sussurrò jace, io lo squadrai per poi notare come il macabro soggetto fissasse insistentemente me e clary. - qualcosa non va? - chiesi. - come sarebbe a dire? Non senti la voce del fratello dentro di te? - chiese jace -no... - mormorai. -dice che vi assomigliate e che non riesce a leggere ne introdursi nella tua mente - mi informò il biondo -oh. Bella swan parte 2- commentò clary. -smettetela. Facciamo quello per cui siamo venuti. - tagliai corto mantenendo la calma. -fratello jeremia dice che devo posizionarmi al centro della sala e liberare la mente, il resto verrà da sé - spiegò clary guardandomi preoccupata, si aspettava un incoraggiamento forse.. Mi avvicinai a lei
-clary, puoi farcela - le dissi prendendole la mano, lei continuò a guardarmi terrorizzata
-jace sta tremando! Perché dobbiamo farlo!? - obbiettai girandomi verso di lui
-deve recuperare dei ricordi.. Sua mamma nascose la coppa mortale e lei potrebbe sapere dov'è! E poi le ho promesso che avremmo ritrovato Jocelyne misteriosamente scomparsa. -ribatté jace
-promesso? Hai fatto una promessa?! Io.... Ti capisco, ma guardala è terrorizzata..-gli feci notare -
-e cosa possiamo fare?! È l'unico modo! - disse il biondo

-... Clary.. Te la senti? - le chiesi, lei annuì. -Daccordo facciamolo- conclusi.

Clary si posizionó al centro della stanza e chiuse gli occhi, poco dopo la spada dell'anima le toccò la fronte e lei sembrò avere uno spasmo. iniziò ad agitarsi e a sussurrare parole senza senso di cui capii solo "sorella". -può bastare! - tuonai vedendo che uscisse del sangue da una ferita di clary. Jace concordó e la rossa, una volta ripresa mi guardò, -sono la figlia di Valentine.. - disse con gli occhi pieni di lacrime.

-E anche tu. - aggiunse dopo un po'.

Barcollai e mi appoggiai a Jace che supportó.
Non sapevo più chi fossi, ma in fondo non lo avevo mai saputo. Mia madre, Corinne, in realtà era Jocelyne Fairchild madre di clary e moglie di Valentine, pertanto ero sorella di clary e figlia di Valentine e Jocelyne. Ma perché ero stata abbandonata? Perché non potevo crescere con mia madre e mia sorella? Perché sono dovuta crescere da sola? Perché mi fa così male? Chi sono io? Che cosa ci faccio qui? Che diavolo vogliono tutti da me?!

Erano questi gli interrogativi che mi ponevo quella sera, in cui ero ancora soretta da jace. Di solito non mi mostravo mai fragile agli occhi altrui, ma tutto il mio muro di certezze, che sapevo fosse un muro soprattutto di bugie, era stato spappolato da 3 parole

E anche tu.

Non so se stessi piangendo o meno, ma sentivo solo parole lontane che mi urlavano di aprire gli occhi. Era la voce di clary e mi dispiaque non essere forte per ascoltarla e obbedire

"sorellina" mi sentii dire da jace. Quella parola ricca di significati mi spronó a spalancare gli occhi facendoli arrivare quasi fuori dalle orbite -fratellone- sussurrai.

Perché è questo che eravamo dopo tutto. Fratello e sorella ed era sempre stato così per noi.

Raramente mi concedevo il lusso di abbassare la guardia,ma le poche volte che lo facevo, lo facevo per jace, il mio jace, mio fratello.. Dopo le mie riflessioni mi ripresi e uscii debole dalla città silente trovando un alec spazientito che si torturava le dita -Lyla! - urlò e corse verso di me abbracciandomi -hey- sussurrai con voce rotta, ma non piansi, perché io non piangevo mai. - Ti senti bene? - chiese. Io annuì staccandomi -abbiamo avuto risposte- si intromise clary. -tu sta zitta! - le urlò alec concentrandosi nuovamente su di me -non parlarle così! Non farlo mai più! - per quanto clary potesse dare fastidio, era mia sorella e dovevo difenderla così mi allontanai da alec e mi rifugiai tra le braccia di izzy. -che cosa è successo?! - disse Lec sbalordito -sono sorelle e sono entrambe figlie di Valentine- spiegò jace -aspettate dove diavolo è il mondano?! - aggiunse guardandosi intorno

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Salve, spero che il capitolo vi sia piaciuto, ho scelto di far scoprire il legame tra Clary e Dalyla in queste circostanze perché sarà alla base di parecchie situazioni e volevo chiarire questo particolare da subito per rendere la storia il più comprensibile possibile, nulla un bacio

-A

You Can Cry [Alec Lightwood/shadowhunters] Where stories live. Discover now