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Munita di spada angelica mi avvicinai velocemente al grande fumo nero che imprigionava Jace. Ignorai le urla di isabelle e quelle di alec e tentai di colpire quel demone con la mia lama. Fallii poiché anche se avessi fatto male al mostro le condizioni del biondo non sarebbero cambiate: debole ed inerme, e probabilmente anche ferito, in caso avessi sbagliato la mira. Mi resi conto che avevo due possibilità. Portare mio fratello fuori pericolo e sbarazzarmi di quell'essere immondo oppure correre il rischio di entrare nel vortice funesto e colpire dall'interno in modo da non ferire innocenti.

Cosa avrei dovuto fare? Sospirai e scelsi la prima opzione: gettata l'arma afferai con fatica la mano di Jace e tentai di sottrarlo alle grinfie del demone. Tiravo, urlavo, scalciavo.. Cercavo in tutti i modi e con tutte le mie forze di sovrastare la paura di perdere Jace sostituendola dicendomi che ci sarei riuscita, a salvarlo. Ero disperata poiché sembrava che tutti intorno a me fossero pietrificati. Difatti nessuno si era posto il problema di intervenire. <AIUTAMI>urlai a clary che se ne stava ferma come se osservasse la scena attraverso uno schermo. Poi realizzò i fatti accaduti e impugnó la spada avanzando verso di me. Non diede ascolto agli avvertimenti dello stregone che ci informava del fatto che i ricordi sarebbero andati persi se avessimo ucciso il demone. Alla fine quel mostro si dissolse nel nulla facendo cadere per terra un Jace privo di sensi. Izzy e Alec si risvegliarono e corsero dal nostro debole amico. <è grave? Sta morendo? >urlai in panico <non lo so.. Si sdraia spesso così? Immobile? Per terra? > disse lo stregone con ironia. Ma era quello il momento di scherzare? Fortunatamente dopo svariati minuti colmi di ansia il biondo si rianimó, per così dire, e ci tranquillizzó rimettendosi in piedi senza troppa fatica.

Una volta tornati all'istituto, dopo essermi cambiata bussai alla porta di Alec, volendo vederlo. Mi accolse con i capelli disordinati e un attillata t-shirt blu scuro. <hey!>sorrisi avvicinandomi. Lui allargò le braccia, donandomi così un piccolo spazio nel quale mi sentivo come protetta. Ed era una sensazione meravigliosa: io, un insopportabile femminista shadowhunter, che mi lasciavo proteggere da due muscolose braccia sempre pronte ad ospitarmi. Ti dovresti sentire a disagio. Shadowhunter? Pft. Tu assomigli più a un coniglietto smarrito se per sentirti al sicuro ti bastano due braccia anziché due armi. Era questo che mi ripeteva il mio incomprensivo subconscio. Puntualmente, lo ignoravo, ma sapevo che fidarmi così tanto di una persona tanto da affidarle la mia protezione, che era stata implicitamente richiesta, era uno sbaglio. Né io né la mia inconumitá potevamo dipendere da qualcun altro, ragion per cui avrei dovuto posizionare distanza per riacquistare la mia autonomia. <ti sta uscendo il fumo dalle orecchie! >sogghignó Lec, alludendo al mio solito pensare troppo

Feci spallucce. Dovevo dirglielo? Certo che dovevo: mi avrebbe capita, come sempre e rassicurata, dicendomi che avevo il diritto di poter difendermi da sola. Ovvio, no?

Ecco mi sbagliavo. Difatti, quando mi aprii con lui sulle mie precedenti riflessioni, iniziò a dire che dovevo fidarmi,che non mi avrebbe deluso, che era in grado di prendersi cura di me e che avrei dovuto lasciarlo fare. <il problema qui è che, essere difesa da qualcun'altro all'infuori di me stessa va contro i miei principi. E lo sai benissimo. Io ho bisogno di sapere che so ancora prendermi cura di me stessa. > spiegai gesticolando. <ma io, il tuo ragazzo, dovrei solo aiutarti a prenderti cura di te stessa. Il fatto che tu ti affidi a me non implica che tu non possa difenderti da sola. Ti chiedo di aprire la corazza che ti sei fatta e lasciarmi entrare. Lasciarmi vedere, cosa nascondi. Lasciarmi capire cosa pensa quella testolina in perenne lavoro. Lasciami far parte di te, lasciati proteggere e sii umile ammettendo che hai una costante sfiducia negli altri. Tu vuoi solo essere pronta per le delusioni che riceverai. Per questo pretendi autonomia per non soffrire quando ci allontaneremo. Ma non deve succedere per forza, abbi fede in me, in te stessa e in quello che stiamo costruendo, okay? > Urlò, mettendo la sua anima e i suoi pensieri a nudo davanti a me. "si, sono disposta ad abbattere la mia corazza, la mia guardia! Ti amo, e proteggero' il nostro rapporto" avrei voluto dire.

Le parole che la mia bocca profanó furono tutt'altro <alec non puoi chiedermi questo. Tu meglio di tutti sai che nella mia corazza, voglio stare da sola, perché chiunque ho lasciato entrare mi ha distrutta. E non voglio ripetere l'errore. >ribattei. Ma mi sento? Io dovrei fidarmi di lui. E mi fido, perché che devo comportarmi così e farmi sopraffarre dal mio bisogno di controllo? Sono percaso stupida?!

<errore? Quindi aprirti a me sarebbe un errore. Allora, se tu non vuoi confidarti perché non hai fiducia a me, tutto questo non ha senso. Non avrei dovuto baciarti. Né abbracciarti, né farmi abbindolare da te e dal tuo corpo tentatore. Perché è così, mi hai ammaliato. Non credo nemmeno che tu mi piaccia, figuriamoci amarti. Si, probabilmente è così. Mi sono sbagliato. Non avrei dovuto accontentarti. >sputó velenoso. Quelle parole, cazzo. Quelle parole mi distrussero e ridussero in mille pezzi le microscopiche parti della mia anima ferita.

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Buuu! Ecco un nuovo deprimente aggiornamento. Perdonatemi la lentezza con la quale aggiorno ma tra l'estate e l'inizio della scuola non ho avuto tempo per scrivere. Un bacio 💘

-A

You Can Cry [Alec Lightwood/shadowhunters] Donde viven las historias. Descúbrelo ahora