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Il mio letto era diventato una sorta di tana. Sommerso di coperte, fazzoletti e qualche piccolo libro per mantenere la mente attiva, per quanto potesse servirmi. Non mangiavo, non mi alzavo e comunicavo a gesti. Chiunque dai mondani, ai nascosti, agli shadowhunters avrebbe intuito che ero come rotta. Spezzata. Qualcosa di me se n'era andato, per non tornare più. E quel qualcosa aveva un nome ed un cognome, incisi sul mio cuore da tempo.

<Alexander Gideon Lightwood! > Il nome era quello. Era stato appena pronunciato da Maryse, la madre del giovane, seriamente preoccupata per la mia salute che stava, inevitabilmente, andando via. <non so cosa tu diavolo le abbia fatto,ma cavolo! Se proprio vuoi ignorarla okay, ma non uscire dall'istituto continuamente, spesso anche dalla mattina fino alle 3 di notte, le sentinelle mi avvisano! Che diavolo combini?! Gira persino voce che tu abbia una relazione con uno stregone! Cavolo alec, dignità per favore!> strillò la donna.

Relazione? Stregone? Ma che diavolo! Si sentiva con qualcuno? Mi aveva dimenticata in così poco? Okay, no. Dalyla assimila il fatto che lui non potrebbe mai dimenticare una persona che non ha mai avuto né tantomeno posseduto. Quindi si, probabilmente era....

I miei pensieri furono interrotti da un singhiozzo strozzato. Era mio? Si che era mio. Però no, non stavo piangendo, perché io non piangevo mai. Quella per me era una filosofia di vita, che avevo sempre rispettato. Anche se in quel momento la tentazione era forte. Seriamente forte. Quasi si imponeva, il piangere, nella mia mente. Ma con la poca forza rimasta allontanavo queste idee assurde.

<non le ho fatto nulla e semmai le avessi fatto qualcosa non mi riguarderebbe! E le mie relazioni sono mie. Che siamo con Magnus o con Dalyla. Ugualmente non c'è niente, non macchierei così il nome dei Lightwood > borbottò il moro. <nessuno ha menzionato Magnus e spero per te Alec, lo spero davvero, che tu stia parlando seriamente. Se così non fosse te ne pentirai e tanto. Ora va lì dentro e ricomponi quella ragazza, ci servono le sue abilità per sconfiggere Valentine! >tipico di Maryse. Non prendendo in considerazione niente, abbaiava ordini per sembrare autoritaria e perennemente impassibile. Puntualmente alec abboccava. Ma quella volta... Quella volta nel suo tono traspariva incertezza. E l'incertezza, ad uno come Alec, poteva venire solo in casi particolari. Chi era il colpevole? Era lui. Magnus. E morivo dalla gelosia, si lo ammetto. Il problema era che non avevo la forza di reagire. Di porre fine a quel momento di completa solitudine. Ci provavo e fallivo. Mi rialzavo e ricadevo. Mi asciugavo le gocce di sudore e comparivano i fiumi di affanno. E allora mi chiedevo. Ha senso continuare a combattere una lotta già persa?

I miei pensieri si erano, per la prima volta in due giorni, forse tre... Forse quattro o forse nove, indirizzati su un altro argomento che portava il nome di lotta interiore: lotta per decidere se continuare a correre quando il traguardo di sempre scompare, o semplicemente va via e si tramuta in qualcosa di antico, vecchio, perduto. Che dovevo fare? La mia ragione di vita, e lo era, mi aveva.. Umiliata senza il minimo pudore. Poteva essere una persona così crudele? Poteva prendere tutto di te, far finta di amarlo, e poi ridurne tutti i componenti in inutili frammenti? Ah beh, non lo sapevo. Anzi sì. Lo avevo sperimentato su me stessa. Dopo anni ad ammirare ho deciso di giocarci, con il fuoco. E mi sono ustionata. La cosa peggiore? Lo rifarei altre mille volte. Per poter rivivere quelle carezze, quelle parole e quell'empatia di sempre.

Tutto ciò era però scomparso. Alec per me non c'era più. o meglio, il mio Lec era morto. Sopraffatto dal bisogno del proprio alter ego di sentirsi accettato, benvoluto. E io l'avevo accettato. Anzi avevo fatto molto più di questo lo avevo amato. Ma talvolta l'amore non basta. Non per uno shadowhunter. Le emozioni offuscano il giudizio. Ma talvoltap è giudizio ad offuscare le emozioni. Solo che si è troppo ciechi per accorgersene e troppo attaccati alle tradizioni per adeguarsi.

<si può?> la testa del moro fece capolino all'interno della stanza, guardando tutto tranne che me. <no. >sibilai.

Con quale coraggio, mi usi, mi spezzi e torni alla mia porta?

<per favore, solo due chiacchiere>propose. <no. >ripetei fredda, per quanto possibile. <lyla... >sussurrò
<Dalyla, chiamami Dalyla. È quello il mio nome > lo fissai.

<Lyla! >sorrise Dylan, un collega,spostando Alec e coprendogli la visuale, che per altro doveva essere terribile. Chissà in che condizioni ero... <ti ho portato dei fiori! >mi porse una rosa blu. Le adoro. <Grazie>sospirai tentando di sorridere.

<lyla? Da lui ti fai chiamare lyla? Falsa. > sputò il moro. <falsa? Io falsa?! Ti sei messo con me facendomi credere che mi amassi e poi, in completa contraddizione, mi dici che mi avevi accontentata per pena. Mi usi, mi menti, mi distruggi ed hai le palle di venirmi a dire che sono falsa?! Esci da qui. >Scandii ogni singola parola. Feci di tutto per ferirlo. Per fargli toccare la punta dell'iceberg di dolore che mi gravava sulle spalle.

<io->tentò. <sparisci! >urlai. Non si mosse.

Mi guardava immobile e con gli occhi lucidi...? <amico vattene oppure te ne faccio andare io>la figura di Dylan, di cui mi ero dimenticata, si frappose fra noi interrompendo il nostro gioco di sguardi.

Alec sospirò. <vuoi che me ne vada
davvero?>sussurrò. <torna da Magnus e risparmiami le tue moine del cavolo. Hai già qualcun'altro, ma mi raccomando, mettiti con lui solo per accontentarlo!Sapevo essere cattiva, si, persino con alec, mio porto sicuro da sempre. Ma talvolta per una barca è meglio un temporale burrascoso, che un porto apparentemente tranquillo, ma sul punto di scoppiare.

Per me valeva lo stesso. Mi andava bene anche una tempesta letale. Ma io del falso dovevo sbarazzarmene. Quindi..

Addio, Alec Lightwood.

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BUUU! Lo so. Ci metto veramente troppo ad aggiornare. In mia discolpa dico che sono impegnatissima dato il nuovo anno scolastico.
Scusate la qualità, ma sono seriamente indaffarata.
Baci

-A

You Can Cry [Alec Lightwood/shadowhunters] Where stories live. Discover now