Capitolo ottavo

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I minuti passavano e ancora Sophie non era riuscita ad allontanarsi da quella porta coronata dal vischio; sentiva le voci degli abitanti della casa borbottare qualcosa non molto lontane da lì, probabilmente stavano attendendo solo lei per poter bruciare il ceppo di Natale, il quale stando alle parole di Vincent sarebbe stato un bello spettacolo. Sophie però non sapeva come affrontare lo sguardo di Vincent dopo quel bacio, che reazione si aspettava da lei? Era certa che l'uomo era pronto a studiarla. La ragazzina si mise una mano sulle labbra, sfiorandole lentamente, mentre cercava di trovare una spiegazione logica. Si sentiva confusa e forse era proprio quello l'intento di Vincent, probabilmente stava giocando a un gioco che solo lui conosceva. Ciò che vi era di peggiore era la certezza di trovarlo in sala e vederlo comportarsi come se nulla fosse, sminuendo quel bacio dall'origine sconosciuta e dal significato ancora più ignoto. Sophie si chiese se avrebbe potuto ricevere delle risposte o se l'unica risposta sarebbe stata una menzogna o ancor peggio il silenzio, così che alla fine l'avrebbe dovuta trovare da sola.

Nonostante la mente occupata da continue ipotesi iniziò a muoversi verso la sala in cui la stavano attendendo.

«Finalmente siete arrivata anche voi!» esclamò Vincent non appena la vide arrivare, con l'indifferenza che aveva immaginato. Sophie non volle mostrarsi turbata, sorrise ai presenti, c'erano infatti i nonni di Vincent e l'intera servitù, e si andò a sedere su una poltrona. James trascinò il grosso ceppo nel camino e dopodiché indietreggiò lasciando il posto al capofamiglia, il signor Ernest, che fece un discorso riguardante le aspettative per il nuovo anno; l'anziano parlò con grinta delle proprietà magiche da tradizione del ceppo quali favoreggiamento del raccolto, dell'allevamento, della fertilità e della salute, e successivamente con fare quasi commosso incendiò il ceppo e tutti i presenti fecero un applauso. Vincent inaugurò l'inizio della festa con un brindisi, ne offrì un assaggio anche a Sophie che però rifiutò gentilmente. La mattinata passò rapida; all'ora di pranzo si spostarono in sala dove la tavola era stata imbandita con le migliori tovaglie e argenterie ed iniziarono un lungo pranzo per lo più a base di carne, in particolare maiale e pollame, e verdure di stagione, patate, cavoli, cavoletti e vari abbinamenti con nocciole e castagne; nella tavola non mancarono nemmeno i più deliziosi dolci della festività come il pudding natalizio e una grande varietà di biscotti speziati. Sophie non riuscì a scambiare nemmeno una parola con Vincent tra tutti quei festeggiamenti, ma non smise mai di osservarlo.

Terminato il lungo pranzo venne lo scambio dei regali, non solo tra i famigliari ma alcuni pensieri vennero generosamente donati anche alla fedele servitù. Vincent si mostrò particolarmente di buon umore al contrario di com'era apparso alla mattina e diede un dono a ciascuno, tranne che alla piccola Sophie che comunque non chiese nulla e non pretendeva nulla. Finito tale importante momento i nonni di Vincent si ritirarono per riposarsi, mentre la servitù si dedicò a ripulire la sala che sarebbe dovuta essere impeccabile per il giorno di Natale in cui erano previste visite, inoltre si dovettero mettere al lavoro per preparare anche una gustosa cena.

Sophie si recò nella propria stanza con il proposito di riposare un po'. Buttatasi sul letto morbido si soffermò per qualche istante ad osservare il soffitto; pensò che non aveva mai mangiato così tanto e le sembrava che il suo piccolo stomaco stesse per scoppiare, eppure era sazia e felice di quelle tante prelibatezze. Socchiuse gli occhi e ringraziò ancora Dio per la fortuna che le aveva concesso.

«Vi disturbo?» interruppe il suo riposo Vincent che si fece inaspettatamente avanti, «Avete tempo per me, Sophie?»

«No, affatto. Non mi disturbate. Venite avanti.» lo invitò ad avvicinarsi lei, e si mise seduta sul letto.

«Siete l'unica a non aver ricevuto un regalo. Non vi aspettate niente?»

«No, signore. La vostra gentilezza e tutto quello che voi e i vostri famigliari fate per me sono già doni preziosi. Non desidero altro.» rispose sorridendo.

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