Anime Affini

Capitolo undicesimo

Vincent si chinò su Emily sdraiata tra le morbide lenzuola ed iniziò a baciarle il collo con delicatezza, ad ogni suo tocco la donna sussultava leggermente: non era abituata a quel tipo di contatto che comunque le risultava estremamente piacevole. Chiuse gli occhi, dopo un attimo di iniziale esitazione il suo corpo iniziò a distendersi, ed allungò le braccia portandole a stringersi attorno alla schiena nuda e tonica di lui; il contatto si fece subito più aderente tra i due corpi. Quando Vincent la baciò con più foga, ad Emily fuoriuscì un forte gemito e lui iniziò a scendere baciandole prima i seni, soffermandosi sui turgidi e sensibili capezzoli, e poi la pancia, fino ad avvicinarsi al pube. Lei sentì il corpo fuori controllo e non riuscì a dire nemmeno una parola per fermare quel tanto desiderato atto di passione ed adulterio; strinse forte la stoffa del lenzuolo con entrambi i pugni quando Vincent iniziò a risalire con altri baci che apparvero quasi come una lenta e piacevole tortura al suo corpo eccitato.

«Signor Jenkins», mugugnò con voce rotta lei, inarcando la schiena sentendo ad un tratto una mano di lui farsi strada tra le sue cosce, nella sua femminilità.

«Rilassatevi, Emily.» disse in modo pacato Vincent continuando a toccarla e dandole un bacio sulle labbra. Il corpo di lei si rilassò ulteriormente e, anche se con un forte batticuore, inclinò la testa all’indietro sul cuscino lasciandosi andare a quel tocco. L’uomo con sapiente destrezza continuò ad accarezzarle la vagina, prima con più delicatezza e a rilento e successivamente immergendo maggiormente le dita e prendendo tra esse il suo clitoride che lavorò con particolare attenzione.

Emily aprì di più le gambe per lasciargli maggiore accesso; si morse le labbra quasi a farle sanguinare mentre lui continuava a donarle quel peccaminoso piacere. Sentiva il corpo scaldarsi sempre di più, come se avesse un incendio dentro di esso, ed il suo respiro si fece man mano più affannoso; desiderava il piacere che non aveva mai provato, quel peccato che la società condannava a sbagliato ed immorale e che nessuna donna perbene doveva né desiderare né provare, anzi doveva reprimere con tutte le sue forze. La donna emise un altro gemito; sentì la propria femminilità sempre più umida ed ardente e con un gesto quasi involontario sollevò leggermente il bacino per andare a cercare con più tenacia la virile mano di lui.

Vincent, sentendo il desiderio irrefrenabile di lei, smise un momento di toccarla lasciandola col corpo coinvolto da leggeri spasmi; avvicinandosi con le proprie labbra carnose al suo orecchio le sussurrò: «Avete mai provato un orgasmo?»

Emily voltò leggermente il capo osservandolo con occhi lucidi e socchiusi, fece un profondo respiro e con voce flebile gli rispose di no. Vincent le rivolse un sorriso e si alzò dritto col busto; con la mano ancora umida dagli umori di lei si massaggiò il pene lubrificandolo, dopodiché avvicinò la propria erezione alla sua vagina e la premette leggermente.

«Desiderate provarlo?» domandò iniziando a muoversi contro di lei ed avvicinando il viso al suo, con le labbra che si sfioravano.

«Vi prego», rispose lei con le lacrime agli occhi, continuando a cercare la sua presenza con movimenti del bacino.

A quel punto Vincent le mostrò un altro sorriso e con una forte spinta penetrò dentro di lei dove iniziò a muoversi ritmicamente tra le sue carni sensibili ed eccitate. Mantenne un ritmo regolare per poi passare ad uno sempre più rapido; il sangue gli affluiva veloce nel basso ventre rendendo il suo membro più grande e duro, e riempiendola completamente con esso. Emily emise delle grida di piacere ad ogni sua spinta, il suo corpo si abbandonò completamente a lui che lo strinse con forza e lo continuò a dominare. I minuti passarono rapidi ed i movimenti del pene continuarono a farsi persistenti dentro di lei, tirando le labbra minori che a loro volta andarono a sfrusciare il sensibile clitoride; il culmine del piacere si avvicinò per entrambi.