Capitolo 12

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PRIMA DI INIZIARE HO UN BREVE ANNUNCIO!
Ho iniziato una nuova Fanfiction su Dario, molto diversa da questa qui. La trovate sul mio profilo: vi invito a leggerla e se vi va fatemi sapere come vi sembra! 😊
Tornando a questa ff, buona lettura!

Rimaniamo così per un bel po’, da soli, finché non esaurisco le lacrime, finché tutto dentro di me smette di muoversi in preda all’ansia. Il concerto continua, senza curarsi di noi – non possono sapere cosa è successo – e la musica ci accompagna in questo lungo e muto momento.

Vola
via da tutti i tuoi pensieri inutili
Da quelle cose che ci fanno male
che hai lasciato come un cane in tangenziale
A far la conta delle cose che hai perso
come stelle ad agosto

Dario è ancora qui, che mi accarezza i capelli e in un certo senso tiene insieme tutti i miei pezzi. Mi tratta così bene, nonostante la mia ridicola ripicca insensata dell’altra sera.
Non so quanto tempo sia passato prima che il nostro abbraccio si sciolga, ma so che una parte di me – quella più grande, probabilmente – avrebbe voluto rimanere lì con lui per sempre.
Mi stacco da lui perché l’effetto che ha su di me mi sta facendo sentire in colpa nei confronti di Luca: anche se l’ho appena visto baciare un’altra, anche se quest’altra era proprio Lucrezia, anche se mi ha fatto male, anche se non se lo merita.

Mi stropiccio gli occhi per asciugare le lacrime, mentre cerco di ricompormi. Dario è silenzioso, si aggiusta i capelli come fa quando è in imbarazzo.
Io non riesco a pensare a qualcosa da dire, ma quando i nostri sguardi si incrociano lui mi sorride in modo forzatissimo e sento una stretta nel petto.

«Scusami…» riesco a mormorare, in preda ai sensi di colpa e sentendomi la più totale delle stupide. «Per l’altra sera, è stata una reazione infantile».
«Non importa» dice lui.
«Non è vero, sì che importa» gli rispondo.

I suoi occhi stanno dicendo “sì, sì ovvio che importa, ma sei appena stata tradita e il resto non ha più rilievo” e io vorrei abbracciarlo di nuovo, ma non lo faccio.

Invece mi dice: «Torniamo dagli altri, ti va?».

Ci guardiamo ancora per un po’, persi in quell’attimo come dentro ad una bolla temporale: tutto il mondo è fuori, tutto ciò che è successo è solo un rumore lontano.
Alla fine annuisco, perché in fondo non possiamo restare qui per sempre. Non davvero.

Torniamo insieme dagli altri, ma solo per salutarli a fine concerto. Caterina è preoccupata, si è accorta che qualcosa non va e prima di andare via le prometto che poi le spiegherò tutto.
Dario si offre di accompagnarmi a casa con la sua macchina e io non sono nelle condizioni di rifiutare.

Salgo in macchina e mi siedo al posto del passeggero, mentre Dario si mette alla guida.

La situazione è molto quieta, nessuno dei due parla, io non saprei neanche cosa dire tanto sono scossa dalla serata. Dario guida tranquillamente, senza fretta, mentre con le dita picchietta sul volante, oppure si tocca la barba che sta ricrescendo.
È nervoso.

Passano quindici minuti così, in totale silenzio, col solo rumore del motore, delle strade, delle macchine a seguire i nostri spostamenti. Quando siamo arrivati, quasi non mi accorgo del tempo che è passato.
«Scusami» dico di nuovo a Dario.
Un po’ per ieri sera, un po’ perché sono rimasta in silenzio tutto il tempo, con la testa persa altrove, un po’ per le mie lacrime sui suoi vestiti.
«Non lo dire neanche» ribatte subito lui.
«Non devi scusarti di niente».

Lo guardo e anche solo quel gesto mi fa sentire priva di forze, prosciugata.
Lui ha spento il motore e si è tolto la cintura. Adesso si è girato sul sedile verso di me, per guardarmi in faccia. La sua espressione mi fa stare male, perché vedo nei suoi occhi la compassione che ha di me: gli faccio pena.

«Mi sento una stupida» le parole escono da sole, senza il mio permesso.
Ancora non sono riuscita a realizzare ciò che è successo, perché è capitato tutto così velocemente, anche se forse c’erano stati dei segnali: l’altra sera, quando Lucrezia era tutta interessata a Luca, e anche quando si sono presentati come se in realtà si conoscessero già. Senza contare il mio primo appuntamento con Luca, che in realtà doveva essere con Dario: probabilmente Luca era lì per vedersi con un'altra ragazza e ha colto la palla al balzo.

«No» risponde lui, senza neanche darmi il tempo di aggiungere qualcosa.
«Non sei affatto stupida e non è colpa tua».
Io abbasso lo sguardo e non so cos’altro dire.
Lui si sporge verso di me e con la mano mi prende una ciocca di capelli e me la sposta dietro l’orecchio.
Così: con naturalezza, come se lo facesse da sempre.
Non mi aspettavo questo gesto e infatti subito alzo lo sguardo, con un’espressione che è una via di mezzo tra l’essere interdetta e l’essere sorpresa.
Forse anche lui non ha potuto controllare la spontaneità del suo gesto, perché subito ritrae la mano e abbassa lo sguardo, come si fa quando si pensa di aver sbagliato qualcosa.
Lui non ha sbagliato proprio niente: è tutto il resto ad essere sbagliato e fuori posto. Ma non ho le forze di dirgli neanche questo.

Ho la testa che mi gira e mi sento stanchissima.
Inizio a raccogliere le mie cose, la mia borsa, e allungo la mano sulla maniglia dello sportello.
«Grazie, Dario».

È tutto ciò che riesco a dire prima di uscire dalla macchina e lasciarmelo alle spalle, senza voltarmi.
Supero l’entrata e me la chiudo alle spalle, appoggiando la schiena sulla porta.
Respiro profondamente.
Qualche minuto dopo sento il rumore del motore che si accende e dell’auto che si allontana: continuo a respirare a fondo, finché la fitta al petto non passa.

Quando arrivo in camera, ripenso a tutto ciò che è successo e mi do nuovamente della stupida, perché tutti mi avevano messo in guardia e io non li ho voluti ascoltare.
Smetto di piangere, perché forse non ho più lacrime da versare, e mi addormento pensando al calore di un abbraccio e al tradimento.

È tutto così dolceamaro.

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Nel prossimo capitolo:
[...] Le lezioni universitarie stanno terminando, in vista della sessione di esami invernale, ma la verità è che io ho smesso di frequentare il corso negli ultimi giorni. Ho il morale sotto i piedi, dopo tutto quello che è successo non mi sento di circondarmi di persone e non riuscirei a seguire le lezioni correttamente: ho la testa da un’altra parte.

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Certi sentimenti si fanno sempre più evidenti e i prossimi due capitoli saranno molto carichi.
Intanto fatemi sapere se questo vi è piaciuto 🥰

Portami sui colli bolognesiKde žijí příběhy. Začni objevovat