Capitolo 24

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Una luce dorata mi picchietta leggera sugli occhi. Sono raggomitolata sotto le coperte morbide, un profumo intenso me le fa apprezzare ancora di più, e non mi va proprio di svegliarmi. Rintano anche il viso sotto quel velo caldo che copre il resto del mio corpo, e rimango immobile ancora per qualche minuto.

Ormai disturbata dalla luce che si fa sempre più intensa, mi stiracchio piano, sentendomi incredibilmente bene, nonostante la serata passata.

Nonostante la serata. Nonostante la... serata? Oh, cazzo.

Sbuco fuori dal mio comodo nascondiglio, apro piano gli occhi, strizzandoli per cercare di mettere a fuoco.

Oh, cazzo, cazzo, cazzo, continuo a ripetere nella mia mente.

Il mio sguardo cade sul ragazzo adagiato sulla schiena, proprio di fianco a me. Anzi, a cinque centimetri da me. Il suo viso è leggermente girato nella mia direzione, il braccio destro alzato, che sfiora il cuscino di cui mi sono impossessata durante la notte.

Almeno fosse stato un letto matrimoniale, penso, trattenendo il respiro. Ho dormito con lui, Dio mio. Ora ricordo, ricordo di essermi pure accoccolata tra le sue braccia.

Oh, cazzo, non è possibile. Il mio viso si scalda e il mio corpo è preso da una vampata di calore. Credo di essere diventata bordeaux.

Mi tiro su, seduta, sobbalzando quando Ryan si muove e alza anche l'altro braccio.

Dio, è un angelo.

Osservo il suo busto nudo, le coperte che lo coprono dai fianchi in giù. Noto la peluria sotto l'ombelico, mi lascio invadere da un'altra ondata di calore mentre osservo ogni parte di lui. Il suo addome si alza placido, a ritmo del respiro lento e profondo. Sposto i miei occhi sul suo petto, osservo le linee marcate del tatuaggio, gli guardo il collo, la barba che inizia ad invadergli il mento e la mascella. Noto il suo naso dritto, le ciglia lunghe, e un'altra piccola macchia nera all'interno del bicipite sinistro. Un numero romano ricopre una piccola porzione della sua pelle.

Chissà che significato ha, per lui, penso, mentre mi lascio attrarre dalle sue vene, ben visibili sugli avambracci.

Chiudo gli occhi, inspiro, cercando di calmare i battiti del mio cuore, che pare impazzito. Scivolo fuori dalle coperte e giù dal letto, senza far rumore. Individuo i miei vestiti, che dalla fretta di cambiarmi, ieri notte, e dall'andar via inaspettato di Ryan, ho lasciato a terra, vicino al letto.

Mi sfilo il maglione che Ryan mi ha dato per dormire, e ammetto di farlo con un certo dispiacere.

No, Elena, così non va bene. Ricordati che ti ha dato della puttana, che si comporta sempre da stronzo, chissà poi in che giri è invischiato... niente cotte per gente così, niente innamoramenti strani, cerco di convincermi in tutti i modi che non posso avvicinarmi mai più a lui.

A giocare col fuoco si rimane scottati, me l'aveva detto anche lui, continuo il mio monologo mentre cerco di raddrizzare il vestito. Mi rendo conto che avevo tolto anche il reggiseno, che ora non riesco a trovare. Mi copro il seno tenendo il vestito per aria, continuando a dare le spalle al ragazzo del civico 32, pacificamente addormentato.

«Cazzo» mormoro, incapace di trovarlo.

«Dove pensi di andare, ragazzina?» La sua voce roca e assonnata mi fa arrossire di nuovo, il mio cuore riprende a galoppare, e non so che cazzo fare. Mi giro d'istinto verso di lui, coprendomi il più possibile.

«N-non trovo più il mio reggiseno» ammetto, imbarazzata.

«Questo sì che è un bel risveglio» afferma, la voce ancora più bassa del solito, calda e magnetica. Abbozza un sorrisino, prima di mangiarmi con gli occhi. Sento l'intensità del suo sguardo sulle mie gambe nude, sui fianchi che mi rendo conto si intravedono dal vestito che uso come scudo. Passa i suoi occhi d'acqua sulle mie spalle, accarezza le mie braccia con un'occhiata affascinata.

SOTTO LE PERSONEWhere stories live. Discover now