VI.

3.4K 98 7
                                    

"Non lo sapevo davvero, Alec, non sono stata sveglia tutta notte, nonostante gli omicidi.
Probabilmente hanno portato qui la madre di Sharon mentre io ero a schiacciare un riposino." spiegò.

"Ho chiamato Sharon appena è arrivata la salma di sua madre. Mi aveva pregato di farlo, così le ho bussato alla porta e siamo andati all'obitorio.
Quando ne siamo usciti, è entrata mamma con altri superiori per studiarne ferite e cause di morte." raccontò Alec alla sorella, mentre quest'ultima si sedette alla poltrona girevole per vedere i filmati dell'ultimo morto.

"Ma... perchè non me lo avete detto prima?! - fece allora Isabelle - Avrei evitato di fare la figura dell'idiota!"

Alec chiuse gli occhi per mantenere la pazienza, che sua sorella gli stava insolitamente facendo esaurire.

"Se avessi tenuto a freno la lingua senza interrompermi e senza sparare sproloqui, avremmo affrontato l'argomento con più tatto." commentò il ragazzo, quindi salutò la sorella e si recò al piano di sopra, con l'intento di andare in camera a dormire.

Aprì la porta della camera ma, ahimé, prima vi che potesse entrare, Clary uscì dalla sua.

Gli sorrise e gli si piazzò davanti.
"Novità sugli omicidi?"

"Non lo so, chiedi a Izzy che se ne sta occupando, per la prossima... - guardò l'orologio a muro nella sua stanza - ora, non mi disturbate, vi prego. Ho bisogno di riposare.
E... credo sia meglio lasciare un po' di tranquillità anche a Sharon. - aggiunse - Ha appena fatto visita a sua madre. È in pessimo stato."

Clary annuì.
"Capisco. A dopo."

La ragazza si recò verso le scale, e Alec non poté fare altro se non chiudere la porta dietro di sè.
Si lasciò cadere sul letto, puntò la sveglia un'ora dopo e senza nemmeno poter pensare ad altro si addormentò.

****

Si destò senza bisogno della sveglia perchè qualcuno stava bussando alla sua porta.

Guardò l'orario. Mancavano una manciata di minuti prima che suonasse.

Probabilmente qualcuno non aveva ben chiaro il concetto di lasciare in pace.

Con i capelli che sparavano da tutte le parti, aprì la porta, trovandosi davanti il suo parabatai. Naturale, il disturbatore della quiete numero uno.

"Nostra madre ha indotto una riunione." lo informò.

Alec era sempre così felice quando sentiva Jace chiamare Maryse nostra madre e non tua.
Non era solo il suo migliore amico o parabatai, era praticamente un fratello acquisito.

"Quando?" domandò strofinando gli occhi.

"Tra due minuti. Scendi." disse, quindi sparì dalla sua vista.
Be', d'altra parte era Jace, la persona più veloce che avesse mai visto.

Alec si stiracchiò e indossò il paio di scarpe abbandonato ai piedi del letto e scese.

Si stupì di vedere già nella sala principale Sharon, non più nella camicia da notte, ma con un paio di leggings e una maglia addosso.

Si fece spazio a spallate tra gli altri Shadowhunters dell'Istituto per raggiunge la prima fila davanti e stare al fianco dei suoi amici.

"Ma per cosa l'ha chiesta?" sentì domandare Sharon a Clary.

"Credo per gli omicidi. Siamo arrivati a cinque ormai." rispose la rossa.

"Chiedo la vostra attenzione, Shadowhunters. - esordì Maryse Lightwood osservando la sua gente - Nelle due notti scorse sono avvenuti spiacevoli eventi.
Non sappiamo molto, solo che tutte le morti avvenute, un totale di cinque persone, sono tra loro collegate.
Siamo piuttosto certi del calibro del nostro nemico: le ferite sulle salme di queste persone testimoniano che tutto ciò sia opera di un demone, un demone molto potente, che non si fa problemi ad uccidere, che la vittima sia un Nascosto, un mondano o uno Shadowhunter."

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now