XXIII.

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C'era un motivo se il Cimitero Monumentale era stato chiamato così.
Era davvero enorme, l'ingresso era un cancello che in quel momento era aperto, e il perimetro del cimitero era delimitato da delle mura davvero alte.

Al capo opposto del cancello c'era una cappella, dove probabilmente i mondani andavano a pregare.
Ma per gli Shadowhunters era un discorso diverso.

In quel momento in cimitero era vuoto, ragion per cui non avrebbe destato sospetti ai mondani.
Ma anche se ci fosse stato qualcuno, lei aveva la runa dell'Invisibilità.

Sharon si avviò verso l'angolo est del cimitero.
Lì infatti non c'erano tombe mondane, ma l'erba era libera da lapidi. Lei e Magnus si avvicinarono e superarono una barriera per arrivare in un ulteriore cimitero, dedicato esclusivamente al Mondo Invisibile.

La barriera era opera di uno stregone, e avrebbe tenuto lontano i mondani, anche perché loro non sarebbero riusciti nè a vederla nè a superarla.

"Perchè vuoi seppellirla qui? - fece ad un tratto Magnus - Non siete di Londra?"

"Ricordi quando mi hai chiesto se ci fossimo già incontrati?"

"Sì, certo che lo ricordo." rispose composto lo stregone.

"E io ti avevo detto che ero stata qui con mia madre, ma ero piccola... be', sono stata qui a fare visita a mio padre." sputò fuori Sharon.

Sapeva di potersi fidare di Magnus.
Non riusciva a chiedersi il motivo per cui avrebbe dovuto fidarsi di uno stregone con i capelli sparati a porcospino e i vestiti stravaganti, ma sapeva che un motivo c'era.

"Tuo... padre? - fece turbato Magnus - Ma se erano tutti e due di Londra..."

Era veramente confuso. Sharon non poté biasimarlo.

"Senti, ora la seppellisco, poi ti racconto, va bene?"

Senza aspettare una sua risposta, si avvicinò alle tombe di famiglia.
Non avrebbe trovato di certo la famiglia Lee, di Londra, perciò la depose tra gli Wayland e gli Herondale.

Si fece aiutare un po' dalla magia di Magnus, ma per la maggior parte operò come i mondani.
Quando ebbe finito, Magnus fece comparire una ghirlanda di fiori.

Sharon si voltò e gli sorrise.
"Grazie." sussurrò.

I suoi occhi in quel momento erano leggermente velati di lacrime, ma non pianse, si fermò solo a fissarla, e a pregare l'angelo Raziel che almeno nell'aldilà sua madre non avrebbe avuto problemi o alcuna difficoltà.

Dopo un paio di minuti fece un passo indietro.
"Fatto." disse, per annunciare a Magnus che potevano anche andare.

In risposta, lui le posò una mano sulla spalla.
Lei si voltò appena, accennando un sorriso.

Magnus la osservò, rapito.
Aveva il viso angelico, innocente e puro di una bambina, e l'anima tormentata di una Shadowhunter che le aveva passate tutte.
Le ricordava tremendamente Will Herondale, sebbene non avesse la sua accoppiata di capelli neri e occhi azzurri.

Magnus non sapeva dire se fosse bellezza, era più fascino.
Ora capiva cosa aveva colpito il buon Alexander.
Sì perché, per lui che lo conosceva, era evidente che lo Shadowhunter era cotto di quella ragazza.

"Magnus, so di essere davvero una Nephilim rompiscatole. - esordì dopo attimi di silenzio. Magnus fu tentato di risponderle sapessi quanti ne ho visti di Nephilim rompiscatole, e non sono per niente come te, ma fece silenzio - Temo di avere ancora bisogno del tuo aiuto."

"Sono felice che possa esserti utile in qualcosa, biscottino. Non preoccuparti, a proposito, non sei una Nephilim rompiscatole. Dimmi pure."

"Tu sei capace di togliere i ricordi?" domandò senza giri di parole.

"Io... sì, certo, ne sono in grado. Posso sapere a cosa servirebbe questa pratica?"

"Devo raccontarti tutto, Magnus, ma devi promettermi che dalla tua bocca da stregone non uscirà nemmeno una parola di quello che ti sto per dire." fece seria.

Ancora una volta, capì che lo stregone era davvero qualcuno di cui si poteva fidare ciecamente. Eppure voleva la sua parola.

"Sono molto seria, e sarò molto sincera. Ho un passato e delle origini che mi mettono profondamente in pericolo se qualcuno le sapesse, ma sento che tu sarai in grado di tenere le informazioni per te." spiegò.

Guardò Magnus fisso negli occhi, aspettando la sua conferma, che arrivò immediata:
"Hai la mia parola."

Sharon annuì.
"Bene. C'è qualcuno che sospetta di me, e serve che i suoi ricordi vengano eliminati. Vorrei che tu togliessi i ricordi su di me a Maryse Lightwood."

E gli raccontò tutta la storia.

****

"Avevamo stabilito che ne sareste rimasti fuori. Avreste causato altri guai, come le altre volte. Contro Valentine avete agito e peggiorato le cose."

Maryse Lightwood, dopo la riunione nella Sala Principale con tutti gli ospiti dell'Istituto, aveva convocato Jace, Isabelle, Clary e Alec nel suo ufficio.
Era chiaro che aveva scoperto che erano usciti, che avevano agito e che non avrebbero dovuto farlo.

"Sì però, onestamente, la guerra è stata vinta praticamente grazie a noi." osservò Jace con un sorriso sornione, quello che in quel momento Maryse avrebbe sicuramente preso a pugni volentieri.
Clary gli pestò il piede, e il muto lamento di Jace si lesse sul suo volto.

"Siete ancora dei bambini, non degli eroi, anche se avete salvato il Mondo Invisibile. Non potete decidere voi cosa fare; anche se siete figli del Capo dell'Istituto questo non vi autorizza a girovagare per risolvere casi di questo calibro. - li riprese - Avevamo detto che ce ne saremmo occupati noi. Stavamo escogitando un piano, mettendo insieme una squadra."

"Sì, e nel frattempo sono morte altre due persone. - ribattè con una calma glaciale Alec - Il lupo del branco di Luke e il mondano Wilson, nonostante siamo intervenuti noi tempestivamente. Non possiamo attendere."

Maryse guardò in figlio.
"Hai ragione Alec, ma siete troppo impulsivi. E fate tutto senza sentir ragione. Non volete essere comandati."

"Non dobbiamo essere comandati, infatti. - rispose Isabelle - Mamma, siamo Shadowhunters, dobbiamo sapercela cavarcela da soli."

"Non dovete essere comandati, ma vigilati sì. Pensate che non sappia che insieme a voi quattro c'era anche Magnus, Simon e anche la nuova ragazza? Siete un gruppo di ribelli. Ora il danno è fatto, pazienza. Sappiamo dov'è il demone?"

"No, - rispose Clary - ma se quando ha abbandonato il corpo di Wilson era pieno giorno, ciò significa che c'era qualcuno nei paraggi."

"Chi andrebbe mai all'ospedale abbandonato?" domandò Jace.

"Non di sicuro un mondano. - riflettè Alec - Perciò è una creatura del Mondo Invisibile."

"Dobbiamo interrogarli tutti. O comunque informarci su di loro, Nascosti e Shadowhunters. È un lavoraccio." fece Maryse, scettica.

Isabelle si schiarì la voce.

"Lo dico cosi, a titolo informativo... Nessuno ha ancora notato che, tra tutti gli omicidi, non figura nemmeno una fata?"

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now