XXXII.

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"Ci sarà un motivo se ci dicono di non scendere a patti con le Fate... non crede, sua Altezza?" azzardò Jace, sperando di non scatenare l'ira della Regina Seelie.

Per tutta risposta, la giovane Maestà sorrise. Ancora.
Sharon iniziò a pensare che fosse un tic nervoso.

"È davvero intelligente questa tua obiezione, Shadowhunter, ma ricorda: il coltello dalla parte del manico ce l'ho io." osservò.

"Da quando le Fate usano proverbi mondani?" cambiò totalmente discorso Sharon.

"Da quando i mondani hanno espressioni che possono rendere l'idea della mia posizione senza dubbio più favorevole della vostra. - spiegò - Non è una richiesta spropositata, la mia. Solo... uno scambio."

"Un solo motivo per il quale dovremmo accettare?" fece Jace con un'espressione beffarda.

La Regina inclinò il capo.
"Bè, gli attacchi ai mondani e anche alle creature del Mondo Invisibile non cesseranno." li ricattò.

"Ah, quindi la responsabile sei tu." concluse Sharon.

"Siete astuti, Shadowhunters. Ma ora veniamo al nostro patto... sono certa che accetterete, non è tipico degli Shadowhunters nobili d'animo lasciare in pericolo un sacco di persone per un paio di informazioni." replicò la Regina Seelie, accavallano le gambe e alzando leggermente il mento, come per sfidare Jace e Sharon a smentire le sue parole.

Jace sospirò.
"Di che tipo di informazioni si tratta?" chiese rassegnato.

La Regina sorrise vittoriosa.
Sharon aveva l'impressione di sapere già cosa volesse la Regina. La paura iniziò ad alimentarle il cuore, che prese a battere più velocemente.

"Informazioni su di lei, ovviamente. - disse, indicando Sharon - Solo questo. La fine degli omicidi per la verità. È uno scambio equo, e qualsiadi buon Shadowhunter con codice morale accetterebbe."

Sharon espirò, messa all'angolo una volta per tutte
Doveva andare così. Una vita sotto copertura non avrebbe impedito di salvare milioni di altre vite.

"Non permetterò che mondani, Nascosti e Shadowhunters rischino la vita per me. - intervenne la diretta interessata - Ti dirò quello che vuoi sapere."

Jace sembrò ancor più perplesso, forse perché l'unico a non sapere cosa stesse succedendo.

"Oh no cara, non devi mica dirlo a me. - prese la parola la Regina Seelie - Io lo so già." rivelò allora.

Sharon deglutì. Era spacciata.

"Devi dirlo al tuo Istituto, a coloro che ti ospitano. Devi rivelare la tua unica e vera identità al Mondo Invisibile una volta per tutte."

La ragazza abbassò lo sguardo.
"Certo." mormorò.

Un sonoro sbuffo giunse alle orecchie di Sharon dopo pochi secondi. Alzando lo sguardo, trovò un Jace spazientito che iniziò a volere spiegazioni.

"Ma che significa tutto questo?!" domandò.

"Significa che la tua amica non è chi dice di essere. Il demone che ha ucciso sua madre, quella stessa sera, avrebbe dovuto ucciderla, invece è svanito. Non è entrato in lei, non l'ha posseduta e non l'ha divorata da dentro, semplicemente perchè per lei è impossibile." spiegò la Regina.

"Questo non lo sapevo nemmeno io." borbottò Sharon.

Jace, invece, si limitò a osservare la Regina Seelie, come incalzandola a parlare di nuovo, senza fiatare.

"Certo, è così. Il tutto perchè in te scorre già sangue di demone." aggiunse la Regina.

A quella parole Sharon capì che ormai il segreto era svelato. E che, temll pochi secondi, e la sua vera identità sarebbe stata smascherata.
Dal canto suo, invece, Jace spalancò gli occhi e sembrò quasi che la mandibola gli cadesse dal resto del cranio.

"Cosa? No, non è possibile, stai mentendo." accusò la Fata.

"Sai che non posso." gli ricordo ella.

"I marchi su di lei non funzionerebbero, le brucerebbero la pelle." continuò imperterrito il ragazzo.

Sharon sapeva che Jace stava cercando un'alibi.
Sapeva anche che lui, però, non poteva conoscere la sua vera natura, anche se presto l'avrebbe scoperta.
Aveva ragione, di solito era così: i marchi angelici non avrebbero funzionato su un essere con sangue demoniaco.
Ma lei era un altro caso ancora, forse mai verificatosi nel Mondo Invisibile.

"Dev'essere un altro dei tuoi soliti trucchetti." sentenziò ancora Jace.

Sharon, dal canto suo, non aveva più aperto bocca.

"Certo che no. È lei che vi ha mentito per tutto questo tempo. Già, perchè lei è... lei è la figlia di Michael Wayland."

Jace fissò la Regina interdetto, quindi spostò gli occhi dorati su Sharon.
La scrutò da capo a piedi, poi si soffermò di nuovo sul viso di lei, fine ed innocente e che mai, mai avrebbe potuto possedere quella parentela.
Lui lo sapeva bene, perchè per anni aveva creduto di essere uno Wayland.

"No. Non è possibile." decretò, come se fosse lui a deciderlo.
Sharon sapeva che si stava sbagliando di grosso.

"Lo è, invece. - insistette la Regina Seelie, lanciando uno sguardo eloquente alla ragazza - Lascia che sia lei a spiegartelo, giovane Shadowhunter."

Sharon si sforzò di alzare gli occhi per incontrare quelli di Jace, mai come allora così freddi nonostante il colore potesse trasmettere soltanto sicurezza.
Egli scosse il capo, e Sharon non seppe dire se fosse sconsolato, incredulo, perplesso o pieno di rancore.

"Tu ora mi devi dire come questo sia possibile, perchè io non ci credo." sentenziò il biondo.

A Sharon tremò la voce quando iniziò a raccontare la storia, la sua storia, che non aveva mai rivelato a nessuno, se non a Magnus.

"La storia sull'incendio è falsa. - disse - Michael Wayland e la moglie non sono morti in un incendio."

"Cosa...?"

"Michael è morto perchè un demone l'ha posseduto. - tagliò corto Sharon - Lo stesso demone che poi è entrato nel corpo di mia madre fino a che è morta qualche giorno fa. Lo stesso demone che era nel corpo di Michael Wayland quando mia madre mi ha concepito."

"No... no! - esclamò Jace, un misto tra il terrorizzato e il confuso - I figli di demoni e Shadowhunters nascono morti."

"Ti sembro morta?" chiese stizzita la ragazza.

"Basta così. - intervenne melodiosa la Regina - Sì, Sharon è una Wayland, ed è nata da due Shadowhunters, uno dei quali posseduto dal demone. Quel demone che ho mandato io."

"Perché lo hai fatto?" la aggredì Sharon, e con due falcate salì i gradini per arrivare al trono.
Meliorn, lì accanto come guardia del corpo, la spinse giù nuovamente.

"Ero alleata con Valentine, ed egli dubitava della fedeltà di Wayland da tempo. Lui mostrava fedeltà, ma Valentine non era convinto. Ha capito che sua moglie, ossia tua madre, non voleva avere niente a che fare con il Circolo: mi ha chiesto di mandare un demone per eliminarla, ma il demone ha posseduto Michael invece di sua moglie.
Da fonti che non conoscono, Valentine ha poi scoperto che la moglie di Wayland aspettava un bambino. Tuttavia, non sapeva che fosse vivo. E Michael non sospettava anche potesse essere morto. Dopo tre mesi di gravidanza, la donna perse Michael: il demone lo divorò da dentro e lo uccise. Uscì quindi dal corpo di Michael ed entrò in quello di tua madre. E ci è rimasto fino a pochi giorni fa."

"Sei di una perfidia che pure il più crudele degli animi ti invidierebbe!" strillò Sharon, e fece per scagliarsi di nuovo contro la Regina, ma stavolta Jace fu previdente e la fermò, stringendola da dietro e sussurrandole all'orecchio:
"Ehy, ora ce ne andiamo da qui."

La ragazza sembrò quietarsi.
Sospirò e rilassò i muscoli, sciolse i pugni che involontariamente aveva stretto e si voltò verso Jace, con gli lucidi di lacrime.

Il biondo non si scompose, o se lo fece non lo diede a vedere, e parlò alla Regina.
"Ora che sappiamo la verità devi fermare il demone."

La Regina annuì.
"Certamente." disse, quindi schioccò le dita, e Meliorn, accanto a lei, si irrigidì.

Una nube bianca gli uscì dal petto, e si tramutò in una figura viscida che cadde a terra come gelato squagliato.
La pozza, bianca con butterature grigie, si dissolse, senza lasciare alcuna traccia.

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora