XXVII.

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Nella Sala Principale c'era un po' di gente giunta per ascoltare il discorso di Maryse Lightwood.
Sharon seguì i ragazzi e si posizionò tra le prime file di Shadowhunters.

Il Capo dell'Istituto iniziò a parlare.
"Credo che ormai tutti siate a conoscenza degli eventi che si sono verificati in questi giorni.
Un altro mondano è rimasto ucciso, ma a differenza degli altri morti siamo certi che il demone Eidolon ha abitato nel suo corpo. Quando alcuni dei Nephilim tra i nostri ranghi hanno compreso la realtà dei fatti e rintracciato il mondano, l'Eidolon aveva già lasciato il suo corpo, uccidendolo all'istante.
Vi prego di non allarmarvi, sappiamo perfettamente che pista intraprendere e abbiamo tutto sotto controllo.
Ritengo di dover annunciare ai Nascosti che abbiamo un nemico comune, perchè il demone ha ucciso anche alcuni di loro, tranne che per una specie: le fate.
Questa deduzione ci porta a pensare che il demone sia stato in qualche modo mandato da loro.
Ho già in atto un provvedimento: un paio di Shadowhunter verranno mandati nel Regno delle Fate per chiedere spiegazioni, e nel frattempo noi continueremo ad indagare su dove possa essere diretto ora il demone. Alcune pattuglie si recheranno ad avvisare i altri tre gruppi di Nascosti, mentre voglio una buona parte che controlli l'Istituto e che tenga d'occhio l'ingresso del Regno delle Fate per verificare se si registrino ingressi intrusi, escluse ovviamente le nostre truppe.
Per sicurezza è stato avvisato il Conclave ad Idris, ma ho assicurato che ce la sappiamo cavare da soli. Dopotutto è solo un demone, noi siamo tanti Shadowhunters, e noi Nephilim di New York siamo molto preparati e non dobbiamo..."

Le sue parole furono interrotte da un messaggio di fuoco che entrò dalla finestra.
Maryse afferò il foglietto perplessa, e quando lesse ciò che vi era scritto assunse un'espressione profondamente stupita e anche seccata.

"Madre?" domandò piano Isabelle dalla prima fila.

Lei alzò gli occhi, e fissò i presenti con aria austera.
"Il Conclave ritiene che abbiamo bisogno di ordine per risolvere questo problema. Mio... - si schiarì la voce e scosse la testa - L'Inquisitore sta arrivando all'Istituto." concluse, quindi scese dalla pedana e lasciò la stanza.

Si scatenò un po' di trambusto nella Sala, gli Shadowhunters sembravano contrari alla notizia e volevano sapere subito i loro impieghi.

Alec e Isabelle parevano spaesati.
Sharon aveva sentito che i loro genitori non avevano buoni rapporti ultimamente, e per Maryse doveva essere stato un colpo basso.
Ora che aveva imparato a capirla, pensò Sharon.

Dal canto suo, la londinese si sentì quasi svenire.
Aveva tolto i ricordi su di lei a Maryse pensando che fosse lei il problema, ma non era affatto così: Robert Lightwood era il vero pericolo per lei.

****

Alec sgusciò fuori dalla stanza e andò a bussare all'ufficio di sua madre, sapendo che l'avrebbe trovata lì.
Non giunse risposta dall'interno, ma il ragazzo entrò lo stesso.

Maryse dava la schiena alla porta, fissava il fuoco acceso ma dalla postura sembrava rigida ed inflessibile.

"Madre." disse Alec per manifestare la sua presenza.

Solo nel sentire la voce del figlio si voltò, e mostrò un viso perfettamente pieno di autocontrollo.

"Non abbiamo bisogno di ordine. - constatò riferita al messaggio giuntole nel bel mezzo della riunione - Men che meno dell'Inquisitore."

Alec carpì l'asprezza con cui lei nominava la figura di suo padre.
Se sua madre non aveva accolto la sua relazione temporanea con Magnus, dovette dire che Robert ne restò profondamente turbato, anche se non lo diede a vedere.
Fu infatti quello uno dei motivi che lo spinse a partire per Idris, oltre al disaccordo che regnava ormai costante tra lui e Maryse.

"Lo so benissimo. Ma non possiamo farci nulla. - rispose cauto - Però sai che noi - intendo noi ragazzi - possiamo cavarcela. Ti prego, dimmi cosa devo dire e terrò io un discorso con le mansioni. Nella Sala Principale si è scatenato un putiferio."

"Riferisci i seguenti ruoli. - disse al figlio, spingendo verso di lui un foglio scritto frettolosamente - So che non sarà difficile per te... sei un leader. Tra cinque, sei anni sai come ti vedo, Alec?"

Lui prese il foglio e osservò la madre. Non era abituato a questo tipo di chiacchierate con lei.

"Ti vedo qui al mio posto, Alec, a dirigere questo Istituto. Nel tuo carattere, sei fatto per guidare gente, per proteggerla e rivendicare i propri diritti. Dopo quello che è stato tra te e Magnus, anche se temporaneo... ho capito che tu, più di chiunque altro, sai come mantenere vivo il legame tra Shadowhunters e Nascosti." dichiarò in tono talmente fiero da lasciare spiazzato il ragazzo.

"Ora vai, Alec. Non abbiamo tempo da perdere." concluse, facendogli un cenno di assenso con il capo.

Alec si precipitò fuori dall'ufficio. Giunto nella Sala Principale, notò che nessuno degli Shadowhunter se n'era andato, ma erano ancora tutti lì.

Salì il gradino per giungere sulla pedana di poco sopraelevata e si schiarì la voce.

"Un po' di attenzione, grazie. - invocò i presenti, che in breve tempo si zittirono. Alec vide i suoi amici in prima fila: Jace lo guardava con un'espressione di puro orgoglio - Mia madre ora non è nella condizione di fornire ulteriori spiegazioni in merito a quanto detto prima, ma mi ha riferito le pattuglie da mettere in campo."

Alec alzò il braccio e sventolò un foglio.
"Su questo foglio non ci sono nomi: mia madre ritiene che sia giusto parlarne, discutere su chi si sentisse pronto per svolgere determinate missioni, perchè siamo tutti all'altezza del caso che si è verificato in questi giorni.
Dunque, mia madre vuole che due Shadowhunters si piazzino all'ingresso dell'Istituto a controllare chi entra e chi esce; quattro Shadowhunter agli schermi, per tenere monitorate le attività demoniache; due in biblioteca a cercare quante più notizie possibili abbiamo su fate ed Eidolon, e se è già successo che ci siano state collaborazioni tra demoni e fate.
Mia madre esige due soli Shadowhunters in missione di pace nel Regno delle Fate, ritenendo deleterio adoperare molte forze dei nostri ranghi quando vogliamo solo svolgere un innocuo interrogatorio.
Chiede che vengano avvisati i Nascosti: in quanto legati a questo Istituto, indirizza Simon Lewis al clan di vampiri di New York e Magnus Bane ai vari stregoni reperibili, e Clary Fairchild dal branco di lupi di Luke Garroway."

Fece una pausa, durante la quale piegò con cura il foglietto.
Riprese poi a parlare:
"Servono due Shadowhunters che vadano nel Regno delle Fate, che è il compito più importante. Lo si decida qui, e adesso."

"Perdonate l'arroganza. - intervenne Jace - Ma io sono uno dei migliori Shadowhunters che il nostro Istituto possa vantare e credo di essere perfettamente addestrato per un interrogatorio alle fate. Andrò io."

Alec annuì.
"Bene. Dove andrai tu, andrò anche io. Così recita il giuramento parabatai, e così farò. Verrò con te, e..."

"No."

Una voce ferma femminile interruppe Alec.
Sharon fece un passo avanti e guardò il ragazzo fisso negli occhi.

"All'Istituto di Londra mi sono state insegnate molte cose sulle fate. - inventò sul momento, sostenendo lo sguardo di Alec - Andrò io."

Sharon sapeva cose sulle fate tanto quanto qualsiasi altro Shadowhunter.
Ma se fosse esistita una possibilità per sfuggire dall'arrivo dell'Inquisitore, quello era l'unico modo.

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now