XI.

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Come previsto Alec trovò Jace nella sala d'addestramento, intento ad armeggiare con una spada angelica.

"Jace. - lo chiamò il suo parabatai - Abbiamo notizie sul demone. Ne parliamo tutti insieme in sala principale."
Jace si fermò e si mise a riposo, abbassando la spada.

"Notizie? Sono belle almeno?" domandò, andando verso il reparto delle armi e lasciare la spada.

Alec si accigliò.
"Veramente dobbiamo ancora capirlo." borbottò.

"Ma Magnus le ha prelevato il ricordo?" chiese ancora Jace, mentre si rimetteva la maglia e si passava una mano tra i capelli biondi, ormai parecchio lunghi.

Alec credette che fosse giunto momento di tagliarli. Iniziò ad architettare un modo per sgattaiolare in camera del suo parabatai durante la notte e di tagliarglieli personalmente mentre dormiva.

Suonava crudele, ma Jace non voleva tagliarseli, e questo ad Alec dava ai nervi.

"Sì, lo abbiamo visto tutti e tre. Ora, siccome siamo parecchio allarmati, ti spiace affrettarti a seguirmi o ti devo trascinare di peso?" chiese spazientito il moro con le sopracciglia alzate.

Non era arrabbiato con Jace, anche ad impegnarsi non sarebbe mai riuscito ad esserlo.
Il suo parabatai alzò le spalle.

"Come vuoi, se preferisci a me va bene anche a seconda opzione." commentò.

Alec sospirò.
"Sai bene che sono facilmente irritabile." disse.

"E io facilmente trasgressivo." ribatté il biondo.

"Sto per perdere la pazienza: hai intenzione di venire o devo mandare un gruppo di anatre con cui addestrarti?"

"Oh, no! Te lo puoi sognare!" esclamò terrorizzato, correndo fuori dalla sala d'addestramento.

Alec sorrise.
Scacco matto, pensò.
Ormai sapeva benissimo la paura più grande di Jace: anatre. Ancora si domandava cosa ci fosse di così orrendo in quegli animali.

Alec ritornò alla sala principale dove, appoggiati al tavolo digitale, trovò tutto il gruppo, Jace che continuava a guardarsi intorno con circospezione, ancora con qualche traccia di timore sul volto.

Quando Alec si appoggiò al tavolo proprio di fronte a lui, Jace alzò lo sguardo e fece la faccia imbronciata.

"Izzy, devo constatare che hai il fratello più terribile del Mondo Invisibile." fece serio.

Isabelle sorrise.
"Che cosa ha fatto il mio fratellone per meritarsi un tale titolo?" domandò volgendo lo sguardo ad Alec, che fece solo un sorriso innocente.

Jace puntò il dito contro il parabatai con fare accusatorio.
"Mi ha minacciato di sguinzagliarmi dietro un gruppo di anatre!" esclamò, come se fosse la cosa più tremenda del mondo.

Alec scorse Sharon, al fianco di Jace, fare una faccia perplessa.
"Cosa hanno di terribile le anatre?"

Jace si voltò di scatto verso di lei.
"Sono gli esseri più spregevoli e demoniaci che esistano sulla Terra!" affermò convinto.

Alec scosse il capo, come a dire 'è fatto così'.

"È un Herondale. - disse Clary rivolta alla ragazza - Abbiamo verificato che è una fobia di famiglia."

Magnus sospirò.
"Sapete, non è nelle mie aspettative mettermi a parlare delle fobie di Jace con voi. Io avrei qualcosa da fare a casa, e se non vi spiace possiamo passare al dunque?"

"Concordo in pieno." borbottò Jace, ancora lanciando uno sguardo di fuoco al parabatai, che non fece altro se non una risatina.

"Perfetto. Abbiamo avuto il piacere di visitare il ricordo di Sharon, - iniziò Magnus - durante il quale lei è tornata a casa, ha visto sua madre assalita dal demone e ha cercato di reagire, mentre il demone è scomparso sotto i suoi occhi. Dunque, sappiamo con certezza che il demone è un Eidolon, un Mutaforma."

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now