XXII.

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Anche Magnus era esterrefatto dalla rivelazione, come notò Alec, e francamente non sapeva che fare.

Ancora in stato di trance, prese il telefono dalla tasca e compose il primo numero che la sua mente riuscì a formulare.

"Jace? Dove sei?"

"Io e Clary stiamo venendo via da Luke, non abbiamo buone notizie, ma credo che se andassi da Taki a prendere... "

"Jace, non è il momento. - lo interruppe Alec - Wilson è morto."

"Lui è... cosa? Lo hai ucciso?" domandò completamente incredulo il suo parabatai.

"Jace, dì a Clary di creare un portale e venite all'ospedale abbandonato. Informa anche Izzy." e riattaccò.

Si voltò a guardare Magnus, che emanava scintille azzurre dalle mani, inginocchiato accanto al corpo.

"Direi che... è proprio stecchito. I suoi paramenti vitali sono azzerati. - borbottò - Mi chiedo come sia possibile... il demone si è liberato dal suo corpo e lo ha ucciso, okay, ma dove può essere andato?"

Alec sospirò.
"È proprio questo il problema."

Il moro sentì un rumore dietro di loro.
Un portale si aprì, e da esso ne uscirono Jace, Sharon, Isabelle e, per ultima, Clary, che lo richiuse.

"Cosa è successo? - fece Isabelle accorrendo dal fratello - Simon mi ha dato spiacevoli notizie anche dal covo dei vampiri."

Alec era ancora sotto shock. Tutti i tentativi erano stati vani, il demone era ancora in giro, e poteva uccidere chiunque gli capitasse a tiro.
Ancora una volta, avevano incasinato tutto ancora di più.
Però non siamo finiti nei guai, gli disse una voce nella testa.
In effetti era vero. Per il momento.

"Lui è... è morto, per l'Angelo, è morto stecchito! Siamo arrivati qui ed era a terra, esattamente come lo è ora!" esclamò.

Sharon sospirò, mettendosi una mano nei capelli.
Alec immaginò che fosse più difficile per lei che per qualsiasi altro.
Il fatto che il demone che aveva ucciso sua madre era ancora a piede libero per la città era una notizia spiacevole, agghiacciante.

"Dovremmo portarlo in Istituto. - suggerì Jace - Wilson, dico. È anche lui una vittima del demone."

Magnus si alzò da terra.
"Creo un portale." disse.

Iniziò a produrre scintille dalle mani, mentre Jace e Alec si apprestano a prendere il corpo morto di Wilson.
Passarono tutti nel portale.

****

Sharon era scioccata.
Wilson era morto, il che significava che il demone era ancora da qualche parte, e poteva uccidere chiunque.
E, come era stata da sua madre, poteva venire da lei.

Quando arrivarono in Istituto tramite il portale, fu Isabelle ad aprire le porte, e tutti si affrettarono ad entrare.
Stava per farlo anche Magnus, ma Sharon lo fermò prendendolo per un braccio.

"Ti devo parlare. Dopo ti aspetto in camera mia, è urgente." disse, quindi entrò subito, senza lasciargli il tempo di replicare.

Nella Sala Principale c'era un gran trambusto.
Era stata avvisata Maryse Lightwood, che in quel momento stava parlando ad Isabelle.

Jace e Alec portarono il corpo nell'obitorio.
Senza farsi vedere, Sharon sgusciò dentro insieme a loro.
I due si accorsero della sua presenza solo quando ebbero posato il corpo e si voltarono per uscire.

"Che ci fai qui?" domandò Jace, precedendo Alec.

Lei lanciò uno sguardo ad entrambi, poi con gli occhi percorse tutti i cadaveri posati a debita distanza l'uno dall'altro.

"Potete chiamarmi Magnus? Mi serve un portale per il Cimitero Monumentale."

Jace annuì.
"Come desideri."

Uscì di corsa dall'obitorio.
Sharon sapeva che Alec non se n'era andato. Lui non se ne andava mai.

Sharon fece alcuni passi avanti, per avvicinarsi alla salma di sua madre.
Silenziosamente, anche Alec si era diretto verso di lei.
La guardò, e Sharon pensava che si aspettasse che lei sarebbe crollata come l'altra volta.
Ma non lo fece. E lui non le disse niente.

La prima a parlare, infatti, fu lei, dopo che ebbe posato una mano sul braccio freddo della madre.

"Spero che non si offenda se non le faccio un funerale." borbottò la ragazza, alzando la testa e scostandosi i capelli dal viso.

Alec la trovò dannatamente bella. E così dannatamente ipnotizzanti quei suoi gesti semplici.
Voleva stringerla tra le sue braccia, senza un valido motivo, voleva sentire le sue spalle esili contro di lui, e sentire i suoi muscoli accennati da Shadowhunter.
Ma non poteva, i sentimenti offuscano il giudizio.
Anche se, più se lo ripeteva, più credeva che fosse una stupidaggine colossale.

"Devi fare quello che senti tu. La scelta spetta a te e a te soltanto." le disse lui, osservando il suo profilo mentre fissava la madre.

"Va tutto bene?" domandò, senza riuscire a tenere a freno la lingua.
Sapeva che uno Shadowhunter non aveva bisogno di queste domande vuote, ma ormai il danno era fatto. Sharon gli avrebbe risposto freddamente, il che gli sarebbe anche stato bene.

Contro ogni previsione, Sharon accennò un sorriso.
"Sì, per adesso sì."

Si ritrasse dalla madre, ancora guardandola, per mettersi accanto ad Alec. Fu solo allora che lei allungò una mano per sfiorare quella del ragazzo.
Alec sobbalzò stupito, ma strinse la sua mano, piccola ma ruvida al tatto per via di alcune piccole cicatrici che caratterizzavano praticamente tutti gli Shadowhunters.
Quella stretta valeva più di qualsiasi "va tutto bene".

Alec si chiese il motivo per cui l'avesse fatto: lei stringeva la propria mano nella sua, ma non accennava a voltarsi e guardarlo negli occhi.
Sharon, dal canto suo, si domandò il motivo per cui lui non si fosse ritratto. Aveva sentito voci riguardo al primogenito dei Lightwood, secondo le quali lui non amava il contatto fisico, né le manifestazioni di affetto.

Eppure in quel momento lui sembrava essere perfettamente a suo agio, come se stringere la sua mano fosse una cosa che voleva fare da tempo.
Ed era lì, con lei, ignaro di cosa ci fosse nel passato della ragazza, a supportarla, in un certo senso.
Sharon arrivò ad una conclusione: ad Alec importava di lei, ma non riusciva a capirne il perchè.

Non riusciva nemmeno ad immaginare cosa sarebbe successo se tutto fosse venuto a galla.
Ed era per questo che aveva bisogno di Magnus.

Sharon lasciò la mano di Alec proprio prima che lo stregone facesse irruzione nella stanza, con la sua solita strana ed eccentrica eleganza, e si avvicinò a lei.

"Il biondo mi ha mandato a chiamarti. Urgeva il mio aiuto?" domandò.

Sharon annuì convinta.
"Non farò il funerale a mia madre. - decretò - Le darò solo la sepoltura. Mi servirebbe un portale per il Cimitero Monumentale, sei disposto a farlo?"

Magnus sorrise.
"Ah, come farebbero questi Cacciatori di demoni se non ci fossimo noi stregoni." commentò, quindi tracciò il Portale.

Alec aiutò Sharon a prendere il corpo della madre tra le braccia.

"Sicura che non vuoi che venga con te?" chiese il ragazzo.

"No, ho bisogno di un po' di tempo per stare sola. Magnus escluso, è ovvio. - precisò - Lui si terrà nei paraggi, ma il pianto dei propri cari spetta solo a noi."

Alec fece per rispondere ma dalla porta entrò Jace.
"Nostra madre ha chiesto una riunione ora. Vuole parlare di quello che è successo: Wilson, il demone e tutto il resto." disse affannato, probabilmente aveva appena corso per arrivare ad informare i suoi compagni.

Alec annuì, quindi si rivolse a Sharon.
"Tu vai, non preoccuparti. Quando tornerai ti racconteremo cosa è saltato fuori."

Sharon allora diede le spalle ai due ragazzi ed entrò del Portale, Magnus al seguito.

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now