IX.

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Magnus interruppe il contatto con le tempie di Sharon, che stava ancora rigida come se fosse durante una crisi epilettica, poi rilassò le spalle e spalancò gli occhi.

Le pupille le ruotarono e la ragazza si afflosciò, probabilmente svenuta, e prontamente Alec la prese prima che potesse sbilanciarsi e cadere in avanti.
Si posò la testa della giovane sulle ginocchia e la scosse per le spalle.

"Sharon, mi senti?... Sharon!" esclamò Alec.

Magnus lanciò un ultimo sguardo al ricordo che aleggiava vicino al divano - e che da lì non sarebbe potuto scappare -, quindi si avvicinò alla ragazza stesa.

"Forse dovresti alzarle i piedi. - osservò lo stregone - Fanno così i medici credo, quando non va il sangue alla testa."

Alec si voltò e lo incenerì con lo sguardo. Possibile che fosse sempre così sarcastico?

"Tu sei uno stregone. Non mi interessano i metodi mondani. Curala." sibilò lo Shadowhunter, stupendosi di come riuscisse a rispondere in modo così spicciato a quello che fino a pochi giorni prima era il suo ragazzo.

Magnus alzò le sopracciglia.
"Non so bene cosa devo fare. - borbottò - Intendo, è svenuta, ma non so il motivo. L'avevo avvertita che poteva essere pericoloso. Magari dobbiamo solo aspettare che si svegli."

"E non si può vedere il ricordo nel frattempo?" domandò Alec, che non voleva perdere tempo.

Magnus scosse il capo.
"Solo se è presente mentalmente la persona a cui appartiene il ricordo esso è visibile." spiegò.

Alec sbuffò e si appoggiò allo schienale del divano.
"Che palle." si lamentò.

"Ma con che disinvoltura tieni questo biscottino sulle tue gambe, Alexander. - notò lo stregone guardandosi le unghie smaltate nascondendo un ghigno malizioso - Quando ti ho incontrato la prima volta potevo a malapena stringerti la mano da quanto eri permaloso. Oh, e con che disinvoltura dici 'che palle'."

Alec alzò lo sguardo al cielo.
"Devi sorbirmi le tue osservazioni ancora per tanto?"

"Sto solo dicendo che sei cambiato. - rispose Magnus - E in bene, secondo me. Tu non lo noti, ma gli altri sì, io sì. Sembri essere più disponibile per le persone e non così introverso come lo eri quando ci siamo conosciuti."

Alec accennò un sorriso e annuì.
"Già, le persone cambiano." ripetè vago.

Proprio allora un lamento giunse alle orecchie dei due.
Entrambi abbassarono lo sguardo su Sharon, che strizzava gli occhi e si portò le mani alla testa.

"Ehi, ehi, biscottino, come ti senti?" domandò Magnus prendendo i polsi della ragazza e allontanandole le mani dalla fronte.

"Io... sono confusa. - mormorò Sharon rivolta allo stregone. Poi aggrottò le sopracciglia, sentendo qualcosa solleticarle i capelli e, alzando il capo, vide il viso di Alec rivolto verso di lei. Spostando lo sguardo, vide una mano del ragazzo nei suoi capelli, e quindi si accorse di essere sdraiata con la testa sulle sue gambe. Scioccata, ma cercando di non darlo a vedere, di alzò a sedere di scatto, rivolgendo ancora un'occhiata allo Shadowhunter, che in quel momento la stava guardando corrucciato - Ha funzionato?"

Magnus sorrise e indicò il fumo che aleggiava nella stanza, fumo che non aveva una vera e propria forma: era solo... sì, era solo aria.

"Quello è il tuo ricordo. Serve che tu sia presente affinché esso si possa vedere: non puoi dormire o essere svenuta, altrimenti il ricordo è bloccato. Quando io schioccherò le dita, il ricordo apparirà come su uno schermo cinematografico e lo vedremo tutti e tre." spiegò lo stregone.

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWhere stories live. Discover now