0. Le prigioni

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Le prigioni del palazzo odoravano sempre di muffa mischiata a salsedine.

Un odore pungente che ti assaliva tutti i sensi non appena ti azzardavi a fare un passo in quel buco oscuro. La scala era stretta e le pareti ruvide graffiavano le braccia durante la discesa, ma Henry Mad non osò fermarsi, subendo le artigliate del muro e le lacrime che gli appannavano la vista. Ansimava mentre i suoi pensieri correvano e si mescolavano con le angosce, la mente che precipitava nel vuoto.

Una goccia lontana cadde dal soffitto, echeggiando per le celle umide e sporche. A questo suono si unirono i passi dell'uomo che irrompeva in quei cunicoli dimenticati, passi che lui conosceva.

Zinovios alzò lo sguardo dal proprio buco, scrutando lo scienziato attraverso le sbarre ricoperte da alghe. Gli Occhi di Cristallo della creatura incontrarono quelli dell'uomo, ricolmi di lacrime.

-È finita...- la voce di Mad quasi non si udiva tra gli echi della grotta e il suo respiro sconnesso. Il biologo deglutì per poi scuotere la testa e appoggiarsi alle sbarre della sua cella -È tutto finito...

L'essere rimase immobile, rintanato nell'ombra.

Mad alzò nuovamente lo sguardo su di lui.

-Lo so che non capisci!- gridò, la voce carica di disperazione mentre fiumi di lacrime gli rigavano il viso già segnato dal tempo -Lo so che per te le mie sono solo parole vuote.

In un fremito, un lampo di colore, le fattezze di Zinovios mutarono e lui emerse dal manto di tenebre che lo ricopriva. Un ragazzo dal capelli rossi e gli occhi scuri vestito di stracci. Zoppicava, subendo il dolore di appoggiare il peso sulla gamba ancora sanguinante, ma il suo viso era immobile, rigido e senza emozione.

L'uomo, da oltre le sbarre, lo guardava senza dire niente, gli occhi che luccicavano appena, seguendolo con lo sguardo mentre la creatura si avvicinava. Si appoggiò al metallo arrugginito e il suo fiato caldo investì il viso di Mad.

I loro occhi erano fissi gli uni in quelli dell'altro.

E per un secondo il tempo si fermò.

-Il tuo sangue li ha avvelenati tutti- sibilò poi l'uomo, il volto immobile nonostante le lacrime che continuavano a gocciolare sul pavimento, riverberando e scandendo il tempo che scorreva inesorabile -Moriremo...- sibilò, il fiato che tornava ansioso -Moriremo per colpa tua!- urlò, staccando le mani dalle sbarre e crollando a terra, il viso ritorto in una smorfia di dolore.

Gli Occhi di Cristallo fremettero mentre Zinovios iniziava ad arretrare, un passo dopo l'altro fino ad accucciarsi nuovamente nell'abbraccio dell'ombra. Chiuse gli Occhi e fu buio.

Mad si limitò a rimanere lì, a piangere, impotente sotto il peso della piaga che avanzava, il Morbo che uccideva... e lui non poteva fermarlo.

Una goccia lontana crollò sul pavimento.

Chi viene dal mare [Attualmente sospesa]Where stories live. Discover now