19. Colpi di testa

43 3 3
                                    

Diana sobbalzò quando la fronte di Nau si schiantò violentemente contro la porta blindata che, in un'altra realtà, le avrebbe condotte in un mondo migliore. Un'uscita verso un possibile futuro.

Ma in quel momento non si soffermò sulla porta...

Lanciò alla ragazza un'occhiata a metà tra lo sconcertato e il preoccupato, il fiato che le si mozzava.

-Ma cosa ti passa per la testa?- fece, il tono più stridulo di quanto avrebbe voluto. Accennò uno sguardo verso Iris, addormentata accanto a sé, e deglutì nella speranza che l'ingombrante pazzia di Nausikaa non svegliasse l'amica paranoica, la quale era crollata solo dopo ore di piagnucolii incessanti.

Bum!

Un altro colpo di testa, le braccia di Nau che ciondolavano mentre il corpo della ragazza rimbalzava sulla superficie metallica e lo sguardo giaceva a terra, perso.

Iris mugolò nel sonno e Diana si irrigidì, allarmata.

-Nau, smettila!- sibilò tra i denti, levandosi in piedi di scatto e facendo un rapido balzo verso l'amica. Quella però non parve neanche sentirla.

Diana levò gli occhi al cielo mentre le afferrava più o meno delicatamente un braccio e la trascinava, come un vecchio cane stanco, a sedersi sul bordo del materasso.

Nausikaa mantenne lo sguardo puntato sul vuoto, in uno stato catatonico che, nelle ultime ventiquattro ore, sembrava avere adottato come bizzarro meccanismo di difesa. Diana aveva ancora vivido il ricordo di quando, poco prima, l'aveva trovata rannicchiata sul fondo della piccola dispensa, con l'aria di chi ha perso ogni fiducia nella vita.

La ragazza dai capelli scuri abbozzò un sorriso malinconico e aggiustò con dolcezza gli occhiali sul naso dell'amica, che, finalmente, sembrò metterla a fuoco.

-La porta ci sbatte contro- borbottò Nau, mordicchiandosi un labbro.

Diana inarcò un sopracciglio, senza capire.

L'altro sospirò.

-La porta non mi passa per la testa- spiegò la bionda, alludendo alla domanda di poco prima -Ci sbatte contro- tese un angolo della bocca -Non sono trasparente, Dia. Dovresti saperlo.

Il volto di Diana si rilassò di colpo, sciogliendosi in un tenero sorriso. Ancora non aveva capito come facesse Nausikaa a rendere le cose più allegre di quanto potessero sembrare; in un modo o nell'altro non poteva fare a meno di tranquillizzarla, nei momenti in cui anche il suo rigido autocontrollo sembrava venire a mancare.

-Ti si sta arrossando la fronte- le fece notare, indicandole l'attaccatura dei capelli, che dopo le poderose botte contro il metallo si stava tingendo di un rosso striato di un viola livido.

L'altra ruotò appena la testa, mettendo su un'espressione dubbiosa.

-Divertente- commentò -Almeno potrò dire a Nexo che sono sopravvissuta ad una rissa. Fa curriculum, sai?

Diana soffocò una risata, imponendosi di non svegliare quella isterica di Iris, senza i cui strilli atterriti le amiche potevano almeno avere il tempo di respirare senza subire un ennesimo suo attacco di panico nel bel mezzo del nulla.

Poi, senza che riuscisse a frenarsi, il suo viso fu attraversato da un'ombra. Il nome di Nexo non faceva a meno di risvegliare le sue peggiori paure, timori che seppelliva con sempre più disperazione nei recessi di sé, per non allarmare le altre... per impedirsi di sprofondare in ulteriori incubi.

Erano passati altri due giorni e il vuoto che si stava formando nella dispensa la faceva attraversare ogni volta da una scarica di brividi brutali. Se fossero morte, tutto il dolore che avevano sofferto a cosa sarebbe servito? Le ferite che avevano loro inferto, le parole che, nel delirio, erano state ripetute in una litania continua e la febbre sembrava avvolgersi intorno ai pensieri, soffocandone il corso...

Che senso aveva avuto tutto questo?

Non ce l'aveva con Nexo per ciò che era capitato. Per quanto ci provasse, non era in grado di scagliarsi contro l'uomo che l'aveva accolta quando nessuno era disposto a occuparsi di lei; colui che l'aveva tratta fuori dall'orfanotrofio in cui i suoi genitori l'avevano abbandonata... In fondo, quella doveva essere soltanto una missione ricognitiva. IL comandante gliel'aveva spiegato chissà quante volte, prima di caricare lei e le altre su quel peschereccio diretto ad Haja, in campo nemico.

"Nessuno deve notarvi, dovete solo osservare quello che succede, come avete sempre fatto. Nulla di più." aveva sorriso e Diana si era ritrovata a ricambiare, rassicurata da quelle parole dal tono sincero "Andrà tutto bene, ve lo prometto.".

Diana deglutì a vuoto, mentre Nau la studiava attentamente, notando il suo repentino cambio d'umore. La ignorò, immersa nelle proprie cupe riflessioni.

Nexo non ha colpa per quanto è successo... pensò la ragazza, più convinta di quanto lo fosse mai stata.

Però il Professore, lo scienziato... Henry Mad... Era lui il bersaglio del suo odio; il folle che non aveva voluto altro se non rimediare ai propri errori, ripristinare la fama posseduta prima del caos... a qualunque costo.

Le si strinse il cuore e abbassò lo sguardo, intimandosi di dare la colpa alla fame per quanto stava passando: quel giorno si era limitata a inghiottire soltanto un paio di bocconi di pane, a dispetto delle proteste delle amiche, che le facevano notare da giorni quanto fosse pericolosamente sottopeso.

-Quel muso ti arriva fino a terra- farfugliò Nausikaa, aggrottando la fronte -Ho detto qualcosa di troppo idiota? A volte non me ne accorgo e finisco per insultare qualcuno.

Diana si sforzò di abbozzare un lieve sorriso.

-Non è per te- la rassicurò, poi si lasciò andare in un sospiro, mentre Iris, lì accanto, si rigirava sul cuscino con uno sbuffo -Pensavo a quanto sia ingiusto tutto questo...

-Oh, ma nulla è ingiusto- disse Nau, esibendosi in un sorriso sbilenco -La vita è tale. Ciò che sembra ingiusto non è altro che un modo per dimostrare che alcuni sono più forti di altri: se non ci fossero le ingiustizie, come faremmo a dare prova di noi stessi?

Diana la scrutò con tanto d'occhi, più stranita che altro.

-Okay, questa da dove l'hai tirata fuori?- la interrogò, sospettosa.

Nausikaa batté le palpebre.

-Cosa?- cinguettò con aria innocente.

L'altra alzò gli occhi al cielo.

-Lascia stare, non è importante...- mormorò, rabbuiandosi un poco.

Nau sorrise a quelle parole, intuendo i suoi tormenti. Allungò un braccio e, senza un fiato, le cinse le spalle con affetto. Diana, piccola com'era, si raggomitolò contro l'amica e chiuse gli occhi, mentre Nausikaa la cullava lentamente, respirando piano.

Fu così che, dopo tanto tempo, Diana si assopì senza crucci.

Circondata da un tiepido silenzio, affondò in un morbido strato di sogni.

Chi viene dal mare [Attualmente sospesa]Where stories live. Discover now