13. Lettere e gelo

27 2 0
                                    

Le mani di Gwes tremavano visibilmente.

Aveva la tremenda sensazione che il suo stesso sangue le si fosse solidificato nelle vene, con la benedizione del vento incessante che continuava a graffiarle il viso senza un istante di tregua.

Spostò lo sguardo sul Mutaforma, ancora seduto con la schiena appoggiata a quel carretto di legno marcio. La creatura ricambiò lo sguardo e gli Occhi di Cristallo generarono l'ennesimo brivido lungo la schiena.

Aveva detto di chiamarsi Zinovios.

Aveva scherzato con lei, rassicurandola che quella situazione era strana anche per lui...

Ed era proprio questa la singolarità della situazione, qualcosa che Gwes non riusciva ancora ad assimilare e che le risuonava in testa come una nota stonata.

Quella cosa sembrava umana.

Sua madre, quando ancora viveva tra i vicoli di Lam, le aveva narrato spesso vicende raccapriccianti su quegli esseri che uccidono senza pietà, mostri che anche la stessa natura non riconosce come figli. Dovevano essere demoni emersi dalle notti insonni, spettri plasmati dalle urla che cospargono la guerra...

Ma non era così. Non lo era mai stato.

Più Gwes si sforzava di ripugnare la versione dei Mutaforma come semplici vittime del mondo mortale, più si rendeva conto di stare mentendo a se stessa.

-Non mi sembra tanto pericoloso- il sussurro di Liz, unito al suo fiato caldo vicino all'orecchio fecero irrigidire Gwes.

Si voltò verso di lei.

-Lo so- disse soltanto, il tono quasi rassegnato.

Ci fu un altro istante di silenzio, interrotto solo dall'acuto fischio del vento.

Liz era arrivata pochi minuti prima, uscendo dal mercato con il fiatone, dicendo di averla vista schizzare fuori all'inseguimento di un'ombra.

Così aveva conosciuto Zeno.

Claire doveva essere ancora dentro, coperta dal rassicurante tepore del portico, a vagare tra le bancarelle e spendere i propri risparmi in vestiti che mai avrebbe più indossato; ma Gwes si ripromise di cercarla in seguito: al momento aveva altri pensieri per la testa.

-Quindi conoscevi Mad- disse Liz mentre Zinovios si rannicchiava ulteriormente sotto il mantello.

Annuì distrattamente, i capelli rossi ormai bagnati dal nevischio.

-Ero un esperimento, per lui- rispose -Non credevo che tutto questo avrebbe portato ad una simile tragedia...

Gwes abbassò il capo, pensando al Morbo.

Aveva visto dei giornali, al mercato: la malattia era infine giunta anche a Lam. A casa...

Il governatore Jith stava prendendo precauzioni, ma il numero di morti era a dir poco sconvolgente. Se non si fossero sbrigati a trovare la cura, in poco tempo il mondo come lo conoscevano non avrebbe più avuto modo di esistere.

-E come hai fatto a scappare?- domandò ancora Liz, interrompendo il fiume di negatività che aveva iniziato a scorrere nella mente di Gwes.

Zeno accennò un sorriso triste, le labbra screpolate che stendendosi venivano puntellate da minuscole gocce di sangue scuro.

-Non l'ho fatto- disse -Mi ha liberato Mad...- sospirò, generando una nuvoletta di condensa -Mi ha dato una lettera ed è morto tra le mie braccia.

-Cosa?- gli occhi di Gwes si sgranarono -Una lettera?

Il Mutaforma la scrutò, perso, per qualche secondo. Poi senza dire niente infilò una mano sotto il mantello, facendo emergere un pezzo di carta ingiallita e spiegazzata, che immediatamente fu bombardata dalla pioggia.

Chi viene dal mare [Attualmente sospesa]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang