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«Ci vieni alla partita?» mi chiede Logan dopo il corso di Scrittura Creativa.

«Non credo», rispondo riponendo i libri nell'armadietto.

«Ma è l'ultima di campionato», spiega lui. «Ci sarà praticamente tutta la scuola.»

«Così sarà ancora più difficile accorgersi della mia assenza con tutta quella gente.» Chiudo l'anta.

«Rachel, ormai la scuola sta finendo, potresti anche sforzarti.»

«Di fare cosa, scusa?»

«Di fingere che te ne importi qualcosa», mi fissa.

«Non me ne importava quando giocava Connor, figurati adesso che lui neanche c'è. Anzi, credo dovresti concentrarti di più su te stesso. Ci saranno gli scrutatori, o sbaglio?»

Il suo sguardo si indurisce. «Si. Mi gioco tutto.»

Logan è davvero un ragazzo ambizioso.

«Sanne verrà a fare il tifo per te?»

«Sta studiando la coreografia con Isabelle e le altre ragazze pompon»,

«Sei serio?» Sgrano gli occhi. Sanne una ragazza pompon? Una sgallettata in minigonna che salta, corre e balla per il campo a ritmo di musica sotto gli occhi di tutti? Un motivo in più per non andare.

«Ha preso molto sul serio il suo nuovo ruolo.»

«Immagino.»

«C'è chi dice che surclasserà Isabelle al ballo. Se io divento il nuovo re, spero che la mia ragazza sia la regina. Sarà divertente vedere la faccia di Isabelle quando si accorgerà che ha perso la corona proprio l'ultimo anno.»

«E cosa ti fa credere che vincerai tu?» domando.

«Connor ha perso un sacco di punti», dice facendo spallucce. «Ormai non fa più parte dei VIP. Ha lasciato la squadra. Adesso è uno studente qualunque della Roosevelt High. Uno studente carino, d'accordo, ma le ragazzine non vogliono uno qualunque.»

«Capisco», commento. «Ti auguro di vincere, allora, sono sicura che per Connor non farà differenza.»

«Ti ha spiegato che cosa gli è successo?», mi domanda. «Questo suo suicidio sociale così dal niente dev'essere dovuto a qualcosa. A un passo dal diploma, poi. Avrebbe potuto chiudere in bellezza la sua carriera scolastica, entrare al college da vincitore. Invece si può sapere che diavolo gli è preso?»

«Sta cercando di capire cosa conta veramente», rimango sul vago.

«Immagino che tra queste cose ci sia anche tu.» Mi guarda di sottecchi. «Sembra proprio che non riusciate a fare a meno l'uno dell'altra.» Il suo tono è amaro.

«Ci sono cose che non si possono spiegare. Capitano e basta. Tu mica potevi sapere che ti saresti improvvisamente innamorato di Sanne, eppure guarda un po'.» Lo prendo in giro.

«Anche io e te avremmo potuto essere una bella coppia», dice Logan a un tratto. «Non mi hai voluto dare alcuna possibilità, ma sono sicuro che se mi avessi conosciuto sotto un altro punto di vista non saresti mai tornata da lui.»

Sollevo un sopracciglio. Molto sicuro di sé, glielo concedo. Non rispondo, non voglio alimentare false speranze. È sempre imbarazzante fare questi discorsi con lui. Non ha mai accettato che io non provi qualcosa, che poi è il motivo per cui lui e Connor non si parlano più. Sono responsabile della fine di un'amicizia. O di qualunque cosa ci fosse tra i due, prima del mio arrivo a sconvolgere gli equilibri.

«Adesso devo andare al lavoro», dico.

«D'accordo.» Logan si passa una mano dietro la testa. «Spero davvero che tu decida di venire alla partita. Mi piacerebbe condividere il mio trionfo con le persone a cui voglio bene.»

«Non mi unirò mai a Isabelle, Sanne e al resto della combriccola.» Rido. «Né indosserò mai un abito lungo, né mi infilerò con voi in una limousine ed entrerò urlando e ridacchiando al club dei veterani per partecipare al ballo.»

Ha anche il coraggio di sembrare deluso. Eppure dovrebbe conoscermi meglio di tanti altri. «È solo che ogni tanto mi manchi, Rachel. Mi manca la nostra amicizia. Le nostre conversazioni senza senso.»

«Ma se ne abbiamo appena avuta una», mi sforzo di sorridere e salgo in macchina.

Raggiungo la libreria e mi sento rincuorata, le luci amichevoli del locale sono calde e accoglienti. È come arrivare a casa.

***

Alfie è di umore nero. Da quando Malek lo ha piantato, ha perso il suo solito ottimismo. È taciturno, depresso, apatico. Si limita solo a fare il suo lavoro, niente più risate tra noi né confidenze. Non è arrabbiato con me, anche perché io non c'entro niente e lui lo sa, però crede che sappia la verità, il che è vero. Continuo a ripetere a Malek che deve dirgliela, che non può continuare a perdere tempo, ma non posso certo obbligarla.

Quando finisce la giornata e chiudiamo il negozio, prendo le mie cose e faccio per andarmene. Stasera ci sarà a cena Patricia e non vedo l'ora di congratularmi con lei per la proposta di papà. Qualcuno ha pur diritto alla felicità in questo mondo.

«Rachel, posso venire con te?» mi chiede Alfie.

«Con me?»

«So che Malek è a casa tua.»

«Cosa?»

«Sono di nuovo passato dai suoi. Mi hanno detto che per qualche tempo Malek resterà da te. Ho bisogno di un chiarimento una volta per tutte.»

«Non credo sia il caso»

«Non importa. Ho diritto di sapere cosa c'è dietro. Se Malek ha lasciato casa sua, devo essere sicuro di non esserne responsabile.»

Ci penso un attimo. Poi sospiro, tiro fuori il telefono e mando un messaggio a Malek, almeno non sarà un'imboscata. Guido in silenzio, Alfie è pensieroso al mio fianco, si torce le mani teso. Quando raggiungiamo casa vediamo Malek seduta sui gradini del portico. Si alza in piedi mentre parcheggio la macchina nel vialetto. Indossa i jeans neri e una t-shirt rosa, i capelli sciolti e i piedi scalzi.

«Forse è meglio se vi lascio soli», dico imbarazzata.

«Ci vediamo dentro», mi dice Malek. Non stacca gli occhi da Alfie, sono giorni che non si vedono.

Entro in casa e mi chiudo la porta alle spalle. Dalla finestra della cucina vedo Alfie e Malek intenti a parlare fitto. Distolgo lo sguardo e accendo la tv per non rischiare di origliare. Il tempo sembra non passare mai. Non vedo l'ora di sapere che cosa succederà tra quei due. Spero con tutto il cuore che Alfie la prenda tra le braccia, la consoli, le faccia capire che adesso c'è lui che si occuperà di entrambi. Malek ha bisogno di un lieto fine. Un disperato bisogno.

Intanto mi incanto a seguire un talk show in tv. C'è un ragazzo che mostra un sacco di fotografie di posti esotici e bellissimi. Poi la porta si spalanca e Malek mi raggiunge. Il volto rigato di lacrime.

«Alfie?» domando.

«Se n'è andato», singhiozza.

«Ma glielo hai detto?»


Lei annuisce. «Se n'è andato, Rachel. Non importa niente neanche a lui.»

Another (The Again Serie #2)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang