11) Dalla preside - Giovedì 17 settembre

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Sono le sei del mattino e il sole inizia a sorgere illuminando la camera d'ospedale in cui El risiederà ancora per un'ora. La ragazza vede i primi raggi di sole color amaranto.
"Chissà com'era quando il sole sorgeva ad est e tramontava ad ovest. Ormai sono passati quasi 80 anni da quando il sole ha iniziato a sorgere a nord e tramontare a sud. Deve essere stato un fenomeno astronomico interessante da vivere!"
Un uccellino si posa sulla sua finestra e inizia a cinguettare ed El prende il cellulare per scattargli una foto da inviare a Zoe e da postare su Sunsetbook. Già, Sunsetbook, sono giorni che non ci entra ma a quanto dice Zoe sembra che sia stato tutto cancellato. Magari più tardi vi farà l'accesso.
Qualcuno bussa alla porta, è l'infermiera Ella la quale con tono gioioso le da il buongiorno e le dice che dovrà andare sotto alla reception per firmare il rietro a casa. La strega ringrazia Ella per le sue cure e la sua gentilezza, prende le sue borse e si avvia all'ascensore. Si trova al quarto piano e deve scendere al piano terra. Con lei entra in ascensore un signore piuttosto anziano, molto magro ed emaciato. Alla ragazza viene in mente una storia che Ella le ha raccontato: si vocifera che ogni tanto i pazienti deceduti vaghino per l'ospedale e prendano solo gli ascensori! L'unico modo per capire chi siano è guardare il colore del loro bracciale, ovvero quello nero, che indica il decesso della persona.
El ride tra sè e sè, non crede a queste storie.
L'ascensore si ferma al secondo piano e un uomo col camice da degente cerca di entrare, ma la ragazza fa chiudere le porte dell'ascensore. Sul suo volto si può leggere il panico più totale e si può sentire il suo cuore martellarle nel petto.
Sulla mascherina luminosa dell'ascensore appare il numero uno, indica il primo piano.
"Bene, prima me ne vado via di qui, meglio è!" pensa El.
Il signore si schiarisce la gola per attirare la sua attenzione.
-Mi dica...?-
-Signorina, perchè ha chiuso in faccia l'ascensore a quel signore?-
-Ha visto cos'aveva al polso?! ERA UN BRACCIALE NERO! INDICA CHE È MORTO!- grida terrorizzata la ragazza.
-Ah...- segue un momento di pausa -Come questo?- il signore tira su la manica della camicia per mostrare ad El il bracciale nero. La guarda con fare beffardo e le dice: -Beh, siamo al piano terra, sei stata fortunata... io me ne torno in obitorio!-
Le porte dell'ascensore si aprono ed El si lancia fuori dall'ascensore.
Mentre le porte sono ancora aperte si volta, ma nota che il signore è scomparso. Non è ciò che la strega definirebbe esattamente un buongiorno!
Le poche persone presenti nella hall si voltano a guardarla come se le fossero cresciute due teste. Iniziano tutti a bisbigliare ed El può cogliere ciò che dice una signora di mezz'età a suo marito -Sarà appena uscita da psichiatria!-
Ma come si permette? El non è malata. Quelle cose sono reali! O quantomeno lo erano...
La ragazza raccoglie le sue borse da terra e si avvia alla reception per richiedere i suoi documenti.
Un'ora passa in fretta e giungono le sette del mattino. Il quel lasso di tempo il cielo si è rannuvolato ed ha iniziato a piovere come se fosse una tipica giornata autunnale.
Nonna Ortens arriva con cinque minuti di ritardo perchè è tornata a casa a prendere gli ombrelli.
-Tesoro! Come stai? Pronta per tornare a casa?- le chiede abbracciandola.
-Certo! Non vedo l'ora! Così mi faccio la doccia e vado dalla preside.-
-Sei ancora certa su ciò che vuoi fare?-
-Sì, al cento per cento.-
-Ottimo. Ora saliamo in macchina.-
Le due salutano tutti e vanno verso l'auto di Ortens, riconoscibilissima non tanto dal colore blu metallico quanto dagli interni completamente ritappezzati con una stampa a rose.
Poco dopo raggiungono casa ed El si ferma davanti al cespuglio di rose rosa pallido per raccoglierne una. Non lo ha mai fatto prima d'ora, ma in quel momento ne sentiva la necessità, la voleva con sè.
Il petricore le inonda le narici, quanto ama quel profumo! Il terreno bagnato ha un odore davvero piacevole, così come l'oceano che ha dietro casa. Certo, quando c'è un temporale può far paura se non sei abituato, ma qui nessuno lo teme, anzi, uno degli abitanti di Sunset Valley ha fatto una collezione di dipinti unicamente della baia quando l'oceano è infuriato.
Con questi pensieri la giovane sale le scale per farsi una doccia e darsi una sistemata. In auto ha parlato con la nonna di ciò che è accaduto in ascensore e lei è stata davvero comprensiva. Per sicurezza le farà un incantesimo di protezione. In un'ora e mezza El è pronta per raggiungere la scuola e la preside. Prende il suo ombrello viola e si avvia. Mentre cammina lascia che la pioggia che batte sul suo ombrello la faccia scivolare nei suoi pensieri. Il problema è che involontariamente ha iniziato ad andare avanti...levitando! Anzichè camminare il suo corpo ha preferito alzarsi da terra e andare più veloce. Come se ne accorge torna a terra e percorre il vialetto, per fortuna isolato e desolato, della scuola.
Mentre osserva l'edificio sente montare una rabbia immensa dentro di lei, e sente la necessità di far fuoriuscire in qualche modo ciò che sta nascendo dentro di lei: una fonte di magia. Caso voglia che la finestra della sua classe, sita a primo piano, sia aperta. In quel momento c'è il cambio dell'ora e come al solito Skylar è appoggiata alle finestre per "distendere i suoi nervi".
"Poveretta, deve essere stancante messaggiare per un'ora intera" pensa El.
La strega ha quasi un ripensamento, finchè non sente Skylar ridere con le sue amiche e dire -Beh, almeno per questa settimana ci siamo tolte la sfigata di torno!- frase che le sue amiche hanno trovato davvero esilarante.
-PIANTALA RICHMOND! Ora vai a sederti.- le urla così forte l'insegnante di scienze, tanto da sentirlo fino dal cortile in cui El si trova.
Dopo questa frase la giovane entra spedita nell'edificio. Non deve fare altro che attraversare il lungo corridoio perfettamente lucidato dal bidello e salire le scale in marmo che portano al terzo piano e all'ufficio della preside. Però El fa altro. Fa esplodere la sua rabbia in un lampo di ghiaccio, il quale ricopre ogni cosa. Stalattiti appuntite e pericolose fuoriescono da ogni dove, non si può più accedere a nessuna porta e il ghiaccio si propaga fino alle scale. La temperatura è scesa ben sotto lo zero, infatti El, pur non sentendo freddo, vede la condensa del suo respiro.
Come sale le scale la strega lascia una scia di sterile gelo dietro di sè, finchè non arriva alla porta della preside e bussa.
-Avanti.-
-Buongiorno signora Goldenbottom.-
-Buongiorno, lei è...?-
-Eleonoir Crumplebottom signora.-
-Per cos'è qui? L'hanno mandata per qualche cosa che ha combinato?-
-No.-
-Per caso è nuova e si è persa?-
-No signora, sono qui da tre anni e lei si è congratulata con me tutti gli anni per essere stata la migliore dell'istituto in tutte le materie.-
-Ah... già. Allora, cosa vuole?-
El le da il telefono con gli screen.
-Desidero che prenda dei provvedimenti contro la studentessa Skylar Richmond.-
-Non posso, non è accaduto qui a scuola.-
-Sì invece, la foto è stata scattata in classe, e come può vedere l'orario coincide con quello delle lezioni.-
-E lei come mai è qui anzichè fare lezione? Per questi capricci? Non poteva aspettare l'intervallo?-
-Non rientrerò fino a lunedì, le è stata inviata la copia della mia cartella medica.-
-Giusto... vedo che il suo comportamento è dato dal trauma cranico, allora.-
-Trauma cranico nato dalla signorina Richmond. Tra l'altro è già in corso la denuncia. No, non mi comporto così per quello ma perchè desidero giustizia. Sappiamo bene cos'è già successo l'anno scorso per via di una cosa simile.-
-Signorina Crumplebottom, se ne vada. Devo fare un annuncio.-
Forse per disattenzione o forse per abitudine la preside Alice Goldenbottom schiaccia il tastino d'accensione del microfono.
El lo nota e decide di giocarlo a suo favore, almeno un po'.
-Mrs. Goldenbottom, la prego, mi ascolti. Qui parliamo di bullismo. Juliet non sarebbe felice di vedere come lei sta gestendo una situazione simile alla sua, se fosse ancora con noi.-
-Vedi mia cara, i morti non possono essere felici o tristi.-
-Signora, lei ha fatto un intero programma contro il bullismo, supportato dai genitori di Juliet con la loro fondazione "Farfalla Libera". Loro le danno ogni anno dei fondi per aiutare i ragazzi e la scuola. Non può comportarsi così. Io voglio denunciare sia a lei, come ho già fatto alle autorità, il comportamento della signorina Richmond.-
-Innanzitutto sono molto amica con Lisa Richmond e non ho intenzione di rovinare un'amicizia per delle ragazzate come questa. In secondo luogo i genitori della signorina Rowan stanno per venire qui a fare delle donazioni alla scuola. Per cortesia, esca.-
-Lei definisce "ragazzate" il cyberbullismo e un procurato trauma cranico per il quale stavo morendo? La stessa persona ha fatto le stesse identiche cose alla signorina Rowan, solo che in quel caso l'ha spinta ad uccidersi.-
-Sì, sono ragazzate! Siete voi soggetti sensibili che non siete in grado di sopportare delle battute! Tra l'altro, diciamocelo con tutta franchezza: agli istituti in generale non importa nulla se uno studente su suicida, basta non avere la colpa puntata sulla scuola. Quante volte si sente di uno studente depresso che si è tolto la vita e solo allora il suo istituto ha fatto una campagna contro il bullismo? Sono cose frivole per noi, le facciamo solo se dobbiamo. Inoltre...-
-Signora.- cerca di interromperla El.
-Non ora, fammi finire. Dicevo...-
-No, Mrs. Goldenbottom, davvero...-
-Signorina! Mi lasci finire!-
-Signora preside, sta registrando.-
-Ops.-
Da li a poco si sente un bussare frenetico alla porta dell'ufficio.
-Ci faccia entrare! ORA!- sono i genitori di Juliet Rowan e pare siano particolarmente infuriati.
-A-Avanti...- dice la preside in tono sommesso e imbarazzato, spegnendo il microfono.
-Abbiamo sentito E REGISTRATO ogni sua parola. Noi la denunceremo e sappia che da oggi le tagliamo tutti i fondi!-
-No, vi prego, avete travisato il mio discorso...- li supplica Alice alzandosi e tendendo il braccio destro verso la coppia, come per volerli fermare.
-Non abbiamo travisato nulla.- risponde la signora Rowan in tono secco.
-Anzi, abbiamo capito perfettamente. Lei ha infangato la memoria della nostra defunta figlia e non vuole aiutare una sua alunna ancora viva.- aggiunge il marito.
La madre di Juliet si avvicina ad El e le poggia una mano sulla spalla.
-Tu hai aiutato Juliet, vero?-
-Sì, l'ho aiutata a studiare matematica...- alla giovane salgono le lacrime agli occhi. Qualche giorno dopo la sua compagna di scuola si sarebbe suicidata.
-Mi ricordo di te. Sappi che non hai lavorato invano.-
-Non l'ho mai pensato.-
-Lo immagino. Ti aiuteremo noi con la denuncia ai carabinieri. Andiamo in commissariato oggi dopo pranzo?-
-Grazie. Certo, verrò volentieri con voi.-
La signora Rowan da un buffetto sulla guancia ad El, si allontana ed esce dalla porta col marito.
-Ah, preside Goldenbottom?-
-Sì? Mi dica Mrs. Rowan?-
-Cerchi di riparare i tubi del condizionamento interno, il pian terreno è una foresta di ghiaccio. Buona giornata.-
El li segue a ruota e lascia la preside rannicchiata sulla sua sedia, mentre si infila le unghie laccate nella permanente, in preda allo sconforto.
Senza ombra di dubbio è difficile attraversare i corridoi con tutti gli occhi puntati addosso. Tutti hanno sentito ciò che ha detto la preside, Skylar compresa. Appena la strega arriva al corridoio del primo piano vede l'adolescente correrle in contro infuriata.
-Come ti permetti?-
-Mh?-
-COME OSI DENUNCIARMI?!-
-Esattamente come hai osato tu scattarmi una foto, insultarmi e spingere gli altri a fare la stessa cosa, istigando poi delle persone a procurarmi un trauma cranico, a causa del quale stavo per morire.-
-Parla come mangi, nerd! E poi non c'è più nulla online, è la nostra parola contro la tua.-
-Ho gli screen.-
-Stai dicendo una bugia! Se mi denunci io...io...-
-Tu?-
-Ahhhh vai al diavolo Crumplebottom!-
Il signor Rowan interrompe le urla isteriche di Skylar.
-Signorina Richmond.-
-E lei chi è? Cosa vuole da me?!-
-Sono il signor Rowan, lei è mia moglie.-
-Avete adottato la sfigata perchè quella vecchiaccia di sua nonna è crepata?- chiede in tono beffardo la ragazza.
-No. Volevo complimentarmi con lei per la maleducazione, la stessa che ha spinto al suicidio nostra figlia.-
-Non l'ho fatto io.-
-Sa, di recente abbiamo contattato un hacker che lavora per la polizia ed è riuscito a recuperare dei file dal pc di nostra figlia. Ha trovato tutti gli screen delle chat in cui LEI la insultava. Li abbiamo stampati e oggi li porteremo al nostro avvocato. Sabato compirà sedici anni, giusto?-
-Sì...- dice Skylar impaurita.
-Bene, allora da sabato sarà penalmente perseguibile. Arrivederci!-
I tre se ne vanno per la loro strada. Mentre si avvicinano alla porta El nota che in quel momento la scuola sembrava un edificio abbandonato, non vi erano rumori se non lo scricchiolio del ghiaccio sotto i loro piedi e la pioggia che batteva sugli infissi.
"Che sia la volta buona che quella ragazza mette la testa a posto?" si chiede El.

I signori Rowan e la ragazza si trovano nel pomeriggio per sporgere denuncia.
Tra i vari tira e molla con gli agenti si scopre che Lisa Richmond ha davero le mani in pasta ovunque. Nessuno sembra volerla aiutare perchè tutti hanno famiglie da mantenere, figli in arrivo e sogni nel cassetto e hanno paura di perdere il lavoro accettando le denunce contro la figlia di Mrs Richmond.
Dopo più di quattro ore di chiamate, rimbalzi di responsabilità, documenti e altra burocrazia arriva un'agente di mezz'età in soccorso della strega. Si tratta di Narcissa VonGould, una donna molto pallida, alta e rossa. Si nota un qualche accenno d'età solo accanto alle labbra, ma per il resto potrebbe sembrare una venticinquenne qualunque. Non fosse per quel piccolo dettaglio El non le avrebbe mai dato più di venticinque anni.
-Piacere, Narcissa. Ho letto il tuo caso e sono interessata. Raccontami!-
El le racconta tutta la storia nel dettaglio e i Rowan la collegano alla loro, spiegandole che il loro caso è già aperto e che sono li in supporto di Eleonoir.
-Tu vai in terza al liceo di Sunset Valley, allora!-
-Sì signora.-
-Allora conosci mio figlio, si chiama Adam ed è arrivato lunedì. Questa Skylar che vuoi denunciare non fa altro che scrivergli e venire a trovarlo!-
Adam! Ecco chi le ricordava questa donna. Effettivamente hanno dei lineamenti simili, ma molto probabilmente il ragazzo deve aver preso di più dal padre.
Il fatto che Skylar sia interessata ad Adam ha fatto venire un colpo al cuore ad El, la quale non sa nemmeno perchè si sente così. D'un tratto le viene da vomitare.
-Sabato non credo tu voglia andare alla sua festa...-
-Invece ci andrò, signora. Non voglio che rigiri la storia a suo favore in mia assenza.-
-Ottima scelta. Chiederò a mio figlio di dare un'occhiata di tanto in tanto, va bene?-
-Non voglio sembrare ficcanaso o esagerare, è giusto che Adam si goda la festa.-
-Non darà nell'occhio, tranquilla. Mi ha già fatto favori come questo. Poi Skylar è così presa da lui che farebbe qualunque cosa per tenerselo stretto, gli darà retta!-
Eccola, un'altra morsa allo stomaco? Perchè si sente così?
-Grazie Mrs...?-
-VonGould. Narcissa VonGould.-
-Grazie Mrs. VonGould.-
El ringrazia la famiglia Rowan per il sostegno dimostratole e torna a casa giusto in tempo per la cena.
Entra in casa e sente il profumo di salmone alla griglia.
-Nonna! Sono a casa! Che profumino...-
-Oh, ciao tesoruccio mio! Sono in cucina, com'è andata?-
-Oh nonna, non immagini nemmeno cosa sia successo...- la giovane procede così a raccontare la sua giornata alla nonna, senza perdere un dettaglio.
Ortens è così presa dalla storia che si è dimenticata il salmone sulla griglia!
-Santo cielo! Il salmone!-
-Beh, mangiamo il salmone un po' tanto affumicato anzichè alla griglia, no?-
-Hai ragione!- e le due scoppiano a ridere.
Finita la cena El ed Ortens sparecchiano la tavola e la nonna decide di aprire la finestra che da sulla baia per far girare l'aria.
-L'aria dell'oceano ti farà bene!-
-Nonna, ascolta, tu che sai tutto di magia verso gli altri...-
-Niente malefici!-
-No, anzi, volevo fare una benedizione sulla famiglia Rowan ma non ne sono ancora in grado, mi daresti una mano?-
-Oh già, quasi me li ero scordati. Poverini, devono aver sofferto molto. Certo che ti aiuto, ne facciamo una semplice ma efficace che prende due minuti, sei d'accordo?-
-Certo, perchè no?-
-Bene, allora prendi carta e penna, scrivi la tua personale benedizione, accendi la candela della vita e l'incenso di sandalo e poi brucia il foglio con la candela, capito?-
-Sì, vado a farlo. A dopo!-
Al suo ritorno El al posto della nonna trova un bigliettino: "Sono andata dai vicini a chiedere del miele, a dopo."
Così decide di andare sugli scogli e aggiunge la decisione in risposta sul biglietto.
Gli scogli distano a due o tre minuti da casa sua, sono piccoli ma ci si può nascondere piuttosto bene. Eleonoir va spesso li per vedere le stelle e rilassarsi ascoltando le onde dell'oceano. Di tanto in tanto in estate si addormenta anche!
-Ma tu guarda un po'.-
El sussulta, non si aspettava una voce maschile a pochi metri da casa sua, nel buio più totale, in un luogo che per anni ha frequentato solo lei e di tanto in tanto con Zoe.
-Chi sei?!-
-Crumplebottom, stai calma. Sono VonGould.-
-Adam! Mi hai fatto prendere un colpo!-
-Scusa. Non mi aspettavo di vederti qui.-
-Nemmeno io, vengo qui quasi sempre da quando sono piccola e sei il primo che incontro.-
-Chiedo nuovamente scusa, rossa. Ho scoperto questo posto pochi giorni fa e speravo di non doverlo condividere con nessuno.-
-Come siamo simpatici...-
-Modestamente.- segue una breve pausa nella quale il silenzio dei due viene interrotto unicamente dal ritmo delle onde -Come stai?-
-Come sto... non lo so nemmeno io come sto.-
-Sei fortunata rossa, solo per questa sera sono in vena di ascoltarti.-
-Come mai mi concedi questo lusso?-
-Mi annoio.-
-Bel modo di spezzare la noia.-
-Lo so. Vuoi parlarne?-
-Mi sento a pezzi, arrabbiata, confusa, tradita dalla società che dovrebbe proteggerci ma anche piacevolmente sorpresa grazie a degli individui che sanno ancora comportarsi bene. Ecco, questo è il mio riassunto.-
-Concentrato e deciso, mi piace.-
-Menomale.-
-Aaaaallora. Sabato ci sarai alla festa di Skylar?-
-Non hai parlato con tua madre?-
-Lo prendo per un sì, mi metterò al lavoro.-
-Tanto è troppo presa da te per badare a me.- si lascia scappare El con una frecciatina velenosa.
-Un vero peccato.-
-Perchè? Per me è un vero sollievo!-
-Per me è divertente il vostro teatrino e non sopporto avercela appiccicata come un gatto con gli artigli conficcati nei...-
-A-HEM!-
-Nei gomiti, a cosa pensavi?-
-Simpaticone.-
-Già. Ascolta, credo di dover tornare a casa, ho la moto qui dietro. Vuoi uno strappo?-
El chiude gli occhi per godersi la brezza della sera portata da una giornata di pioggia.
-No, grazie.-
-Ok, ci vediamo sabato.-
Come la strega apre gli occhi nota che Adam si è volatilizzato. Non ci sono le sue impronte sulla spiaggia e non si sente il rombo della sua moto nemmeno dopo svariati minuti nei quali dovrebbe essere già partito.
"Che tipo strano..." pensa El.
Eleonoire torna a casa e trova la nonna intenta a fare una torta, le da la buonanotte e si dirige verso camera sua. Ha davvero tanto sonno da recuperare! Chissà come andrà domani con Zoe.

ELTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon