Capitolo 6 - Jotunheim

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Il giorno dopo Sigyn era tornata a lavoro, sapeva che sarebbe stata sgridata per aver lasciato lo studio scoperto per tutto quel tempo... ma aveva una buona scusa. La famiglia reale era la più alta autorità a Asgard, se Loki l'aveva portata via nessuno poteva dirle niente. Dopo essersi rialzata erano arrivati insieme sul ponte che portava al palazzo e poi le loro strade si erano separate. Avevano passato il tragitto parlando di rune e letteratura.

Entrò nella camera della guarigione e subito Eir la fermò.

Cavolo... la dea della medicina. Era davvero nei guai allora.

«Sigyn, dobbiamo parlare.» Le indicò di seguirla nel suo studio personale e lei lo fece. Era una piccola stanza con un tavolo, due sedie e tantissimi libri sull'arte della guarigione. «Siediti.» E le indicò una sedia.

«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiese lei.

«No no. Ho solo... un dubbio. Stamattina mi sono pervenute due lettere, entrambe indirizzate a te, entrambe in cui mi viene chiesto di firmare affinché tu mi possa surclassare. Volevo la tua opinione.»

Le porse due pezzi di carta. Uno era pulito, bianco e finemente scritto, l'altro era vecchio e più ingiallito. L'occhio vuole la sua parte perciò lesse per prima la missiva che si presentava più ordinata.

"Trasferimento Dipendenti

Con la presente si richiede il trasferimento immediato della guaritrice Sigyn dal suo impiego nel settore pubblico ad una posizione permanente come guaritrice reale, vista la perizia mostrata durante il suo intervento sul principe, la sua vasta conoscenza delle arti della guarigione e la sua educazione al galateo, adatta all'ambito regale."

Sotto era firmata con il sigillo reale.

«Sono... onorata?» rispose lei osservando Eir, che le fece segno di leggere anche l'altra missiva.

Sigyn la prese e la osservò, non era scritta nella lingua Aesir. «È Jotun?» chiese sconvolta volgendo lo sguardo verso Eir che annuì preoccupata, mostrandole un documento gemello con la traduzione e il sigillo degli affari esteri.

«Richiesta di soccorso» spiegò, ma Sigyn sapeva leggere Jotun.

"A Sigyn la Buona

Richiesto soccorso epidemia sconosciuta. 10 villaggi colpiti. I bambini muoiono. Per favore"

«Non pensavo che gli Jotun conoscessero l'espressione "per favore" prima di oggi. Né tantomeno che ti conoscessero così bene da affibbiarti un soprannome» le disse Eir. Era sospettosa, si capiva, e ne aveva tutte le ragioni. In fondo era rarissimo che gli Jotun chiedessero aiuto ad Asgard, tantopiù che lo chiedessero ad una persona in particolare affibbiandole un soprannome e parole gentili. Gli Jotun odiavano gli Aesir e gli Aesir odiavano gli Jutun.

«Sono stata inviata lì per fare tirocinio, c'era un'epidemia. Eravamo io e altre 3 ragazze, soffrendo il freddo meno delle altre sono riuscita a lavorare meglio e a salvare molte vite. Credo si ricordino di me...»

Eir annuì. «Ha senso. Sono molto legati a questo tipo di rozza gratitudine.»

«Ho il sospetto si tratti dello stesso morbo...» Sigyn si alzò di scatto. «Devo partire subito. 10 villaggi... ci vorranno 2 settimane all'incirca se hanno preso le giuste precauzioni. Loki può aspettare.»

«Loki?» chiese Eir, ridacchiando. «Cosa ti fa crede che l'abbia inviata lui la...»

«Dai, è palese! Educazione? Galateo? Non è molto furbo per essere il Dio dell'Inganno» sorrise guardando la calligrafia obliqua, elegante e raffinata.

The Sun will Shine on UsWhere stories live. Discover now