Capitolo 15 - Epidemia

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«Sapete... non dovevate venire per forza. Non tutti almeno...»

«Nessuno doveva venire.» Loki non era mai stato così umiliato.

«Ma cosa dici, Loki? Sarà divertente!» gli rispose Thor scompigliandogli i capelli.

«Vado solo per delle erbe medicinali, ragazzi. Toccata e fuga.»

Tutti la guardarono compatendola prima di voltare lo sguardo su Loki. Lui alzò gli occhi al cielo e cominciò ad affilare i suoi coltelli.

«Non riaprirò il Bifrost per farvi tornare se non sarà sicuro per Asgard» li avvisò Heimdall nella sua armatura dorata, dall'alto della sua postazione.

«Heimdall. Rilassati» cinguettò Fandral spavaldo. «È solo Midgard.»

FLASHBACK

Tutta Asgard si era svegliata con una sorpresa inaspettata, uno spettacolo raro quanto magnifico: i tetti e le strade si presentavano ricoperti da svariati centimetri di neve. Non faceva così freddo da centinaia di anni, i più giovani non l'avevano mai vista.

Così tutto il popolo di Asgard si era riversato nelle strade, nelle loro leggere tuniche primaverili, a giocare a palle di neve e a rotolarsi in quella gelida novità. Sulle montagne in lontananza i lupi erano usciti dalle loro tane e con il favore del bianco e morbido telo che attutiva i loro passi, si addentravano in nuovi luoghi di caccia. I fiori del giardino reale erano stati gelati o erano entrati in letargo ibernandosi. Incredibile quanti danni potessero provocare poche ore di freddo.

Tutti avrebbero ricordato, dopo anni era tornata: l'influenza.

Trattare le ferite fisiche era semplice: poche ore nella Camera della Guarigione e potevi dire addio al tuo problema; ma le malattie erano più complicate. Non esistevano cure immediate, ma medicine da prendere regolarmente per aiutare il sistema immunitario a combattere la malattia. E sarebbero finite presto.

«Come sta andando qui da te?» le chiese Eir entrando nello studio mentre somministrava una dose di antibiotico ad una cuoca.

Lei sorrise velocemente con fare indaffarato mentre di avviava verso il suo armadio delle scorte. Doveva fare l'inventario di ciò che le rimaneva: metà degli impiegati a palazzo era malata. «Male, con le mie scorte non arrivo a fine settimana.»

«Io non arrivo a dopodomani.»

Sigyn sospirò scocciata. «Cosa ti aspetti che faccia? Che rifornisca l'ospedale? Non posso permettermelo.»

Si sedette alla sua scrivania guardando con aria grave la donna che la seguì prendendo posto, a sua volta, davanti a lei. «C'è una cosa che puoi fare. Decreta lo stato di allerta e presenta a Odino la lista di ciò che hai bisogno.»

«Mi stai chiedendo di decretare lo stato d'allerta per un raffreddore? Eir sai che non posso farlo, non finché qualcuno non ne morirà...»

«Quale stato d'allerta?» Loki era entrato nello studio senza annunciarsi, di nuovo. Eir lo guardò sorpresa e spaventata mentre Sigyn era sempre più stressata.

«Tranquilla, fa sempre così. È per l'influenza, Loki, siamo a corto di antibiotici e lo stato d'allerta ci permetterebbe arginare l'epidemia e rifornirci di ciò di cui abbiamo bisogno dagli altri regni. Ma non è una malattia mortale, la legge non lo permette.»

Loki si accigliò pensoso, alla ricerca di una soluzione a quel problema così ridondante. «Viste le argomentazioni, pro e contro, l'unica opzione possibile sono i viaggi. Andiamo a parlarne con Odino.»

Grazie alle loro argomentazioni e all'intercezione del principe che appoggiava le loro preoccupazioni riuscirono a convincere Odino della gravità della situazione e ottennero i permessi.

The Sun will Shine on UsWhere stories live. Discover now